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IL GLADIATORE DEL FORO - SCOPPIA L’AMORE TRA ROMA E FOGNINI CHE LIQUIDA “MISTER SHARAPOVA” DIMITROV: “UNA VITTORIA QUI VALE DOPPIO. GIOCO MEGLIO CONTRO QUELLI PIU’ FORTI” (OGGI C’E’ BERDYCH) - FEDERER: “ROMA? MEGLIO VINCERE IL ROLAND GARROS”

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Francesco Persili per “Dagospia”

 

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Ciclone Fognini, lampi di Federer e Foro in estasi. Nella giornata che segna il record di spettatori paganti - oltre 31 mila - agli Internazionali, scoppia l’amore tra il pubblico romano e il tennista azzurro che supera Dimitrov. In serata sul Centrale fa il suo esordio anche Federer accompagnato dalla devozione che si riserva alle divinità del tennis.

 

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Federer esibisce pantaloncini luccicanti come i suoi colpi di classe (il “chop” di dritto con cui chiude il tie-break del primo set è degno del MoMa) e stronca Cuevas in due set (7-6; 6-4): «Qualsiasi cosa succeda qui, a Parigi sarà un’altra storia», Federer la mette giù piatta: «Roma? Meglio vincere il Roland Garros». Murray, che in mattinata ha annunciato il ritiro dal torneo, punta la terra rossa di Francia: «Nelle altre stagioni non mi sentivo in grado di vincere Parigi ma ora è diverso».

 

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Dalla Caporetto del tennis italiano si salva solo il gladiatorio Fabio Fognini che nel catino del Pietrangeli liquida in tre set Grigor Dimitrov (7-6; 4-6; 6-0), testa di serie numero 10. Buona la terza: dopo le sconfitte a Montecarlo e Madrid, il tennista italiano si prende la rivincita con il signor Sharapova e festeggia il ritrovato feeling con Roma. «Era la partita che sognavo di giocare da tanto tempo agli Internazionali. Una vittoria qui vale doppio: in questo torneo non ero mai riuscito ad esprimermi al massimo».

 

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La sua corsa, infatti, si era interrotta sempre al secondo turno ma Fognini stavolta è riuscito a infrangere il tabù. «E’ stata una partita combattuta. Dimitrov è un avversario difficile. Mi giravano le scatole dopo aver perso il secondo set ma nel terzo ho messo i piedi dentro al campo e ho comandato sempre il gioco». Nessun cedimento, nessun passaggio a vuoto. Il tennista ligure si sente in crescita anche a livello mentale: «Per stare più tranquillo sto facendo un lavoro specifico, ma non dico quale…»

 

Sugli spalti, oltre alla fidanzata Flavia Pennetta, anche i cantanti Marco Mengoni e Dolcenera e una marea di appassionati. Molti non sono riusciti a trovare posto, altri hanno dato le spalle alla partita che andava in scena sul Centrale per seguire le battute finali del match di Fognini. «Avevo chiesto io di giocare sul Pietrangeli. La vittoria è per me e per i tifosi. Finalmente qui a Roma sono riusciti a vedere un Fognini diverso dagli anni precedenti»

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Oggi negli ottavi se la vedrà con il ceco Berdych che ha eliminato Matteo Donati: «Mi aspetto una partita difficile ma in carriera ho giocato sempre bene contro avversari forti mentre ho fatto fatica contro rivali con un ranking più basso del mio».

 

Fuori, invece, la Errani che subisce un doppio 6-4 dall’americana McHale, numero 65 del ranking: «Il caldo non c’entra niente, lei ha giocato meglio di me». Le italiane hanno pagato il sovraccarico di aspettative e pressioni legate al fatto di giocare in casa? Diego Nargiso, ex uomo Davis, oggi coach e commentatore, non crede che il problema sia legato al fattore emozionale: «La Errani aveva una finale da difendere e forse questo può avere inciso ma veniva da un periodo non ottimale di forma. In generale le italiane hanno giocato male o sotto il loro abituale livello».

 

 

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Camila Giorgi? «Colpisce la palla perfettamente ma per fare il salto di qualità ha bisogno di imparare ad avere più soluzioni di gioco. Il papà deve farsi affiancare da un tattico». Nargiso fu il primo italiano, nel 1987, a trionfare nel torneo juniores di Wimbledon. Un successo centrato nel 2013 anche da Gianluigi Quinzi.

 

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Nick Bollettieri, guru del tennis mondiale, ha detto che il giovane azzurro deve avere più coraggio ed imparare ad andare a rete. «Bollettieri ha ragione - spiega Nargiso - Quinzi ha bisogno di una guida tecnica che lo abitui a giocare in modo molto più aggressivo. Lui ha un vantaggio: è mancino. Ma deve imparare a sfruttare le sue caratteristiche...». Il favorito per la vittoria finale? «Djokovic ma occhio a Federer. A Madrid ha giocato così male che non poteva essere vero...»

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