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Marco Ansaldo per ‘La Stampa’
Se nel Mondiale l’Italia trovasse avversari che giocano con l’allegria difensiva della Fluminense, Prandelli avrebbe a disposizione un’arma migliore anche di Balotelli: Ciro Immobile. Quando ha molto campo libero davanti a sè, l’ormai ex attaccante del Toro diventa letale, una macchina da contropiede. Ieri ha segnato 3 gol, i primi in maglia azzurra, e ha innescato i 2 di Lorenzo Insigne, in una rivisitazione di «Pizza Connection», dal momento che i due sono nati a pochi km di distanza nel Napoletano, uno a Frattamaggiore e l’altro a Torre Annunziata.
La serata dei 3 granata in Nazionale ha celebrato quello che va via dal Toro. Cerci è piaciuto a sprazzi, Darmian ha patito la velocità dei brasiliani sulla sua fascia, lui che non è veloce: ha limitato un po’ i danni con l’intelligenza del piazzamento. Il 5-3 è quasi bugiardo. All’esaltazione di Immobile fanno da contrappunto le enormi difficoltà nel contrastare gli attacchi e il gioco di una squadra di club.
Alla Fluminense, 2ª nel campionato brasiliano, squadra di Rio ospitata spesso in questa città lontana 100 km dal mare, sono stati fatali 3 minuti, dall’8’ al 10’ del 2º tempo in ciascuno dei quali l’Italia è andata in gol alla stessa maniera: guizzo di Immobile che in due occasioni ha battuto il portiere e in un’altra ha servito l’assist a Insigne, come già nel primo tempo.
Prima e dopo il black out scriteriato della difesa, i brasiliani sono piaciuti più della Nazionale, anzi in certi momenti avremmo voluto che l’Italia giocasse come loro. Anche quando Prandelli, dopo un’ora, ha cambiato 9uomini e ha mandato in campo quelli che vedremo probabilmente contro l’Inghilterra, abbiamo visto gli azzurri in difficoltà, tanto da subire il 3º gol e rischiarne altri.
La partita che in Italia si è vista a spezzoni, con i collegamenti della Rai che saltavano come tappi di champagne, è stata divertente ed educativa. Ad esempio si è visto chi sa tenere il pallone tra i piedi, cioè i giocatori della Fluminense, e chi sta in Nazionale ma se deve toccare la palla «di prima» si confonde come davanti a una parete impervia. Ma questi abbiamo e questi dobbiamo tenere.
Prandelli nel 1º tempo ha provato il 4-3-3 e gli uomini meno usati: squadra giovane, volenterosa, che ha lasciato tutta l’iniziativa agli avversari provando a colpirli con passaggi in profondità. Ci sono stati parecchi scricchiolii, in Aquilani a centrocampo e in difesa qualcuno di più. Abate è stato sovrastato in velocità con responsabilità palpabili sui primi 2 gol, la linea di Paletta e Ranocchia si è fatta tagliare fuori, Perin ha commesso una «papera» sul 2-2 di Carlinhos tanto che i telecronisti brasiliani l’hanno definito «tacchino». Chissà se il ragazzo saprà riprendersi. Con le condizioni di Sirigu c’è il rischio che Perin diventi prima riserva di Buffon. Il ricordo di Marchetti al Mondiale 2010 ancora inquieta.
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