DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Fabio Licari per la Gazzetta dello Sport
La bufera arriva improvvisa, il cielo si fa improvvisamente nero, l' aria fredda come in autunno: sembra la metafora di quello che gli è successo da un giorno all' altro. La sirena invita a lasciare il green e le «leggende», da Maldini a Zola, cercano riparo all' interno del Golf Club a una trentina di chilometri da Udine.
Michel Platini, abbronzato, dimagrito, scherza con l' amico Nicola, abbraccia Tardelli, resta col cappellino bianco in testa e alla cameriera che non sa se c' è «la Coca zero» risponde: «Meno uno va bene lo stesso». Si capisce che è risollevato. «Sto bene, sto riscoprendo la vita di una persona normale. Adesso che il pm ha riconosciuto che non ho fatto niente, non sono un corrotto, non ho rubato, non sono quello che dicevano quei buffoni della commissione etica, mi sento un altro. E andrò al contrattacco».
Come? «Lo saprà presto». Riavvolgendo il nastro, ritorni indietro al 2015. Al mondo che le cade addosso. «Un amico mi dice: "Guarda, stanno facendo qualcosa contro di te". Da quel momento è stato un incubo, andavo di commissione in commissione, sicuro della mia innocenza, e mi sono trovato squalificato.Otto anni, poi 6, poi 4... e la gente ha capito che era tutto falso, tutto già scritto. Tutte quelle idiozie della Fifa su di me. Ma è stato come prendere una sberla, e poi un' altra, e poi un' altra ancora. Duro».
Duro come guardare in faccia gli altri.
«La mia famiglia, gli amici veri, mi conoscono bene e non c' era problema. Gli altri, però, per un po' hanno pensato che fossi un bandito. Solo per un po'».
Se lei avesse comunicato subito all' Uefa i soldi ricevuti dalla Fifa non sarebbe successo...
«Ma non sapevo di doverlo fare. Quei soldi li ho dichiarati al fisco, ho pagato i contributi.
Non è che volevo nasconderli. Piuttosto: gli avvocati della Fifa non sono pagati anche per tutelare i vice-presidenti? Perché non me l' hanno detto?».
Ora starebbe forse per andare a Mosca da presidente Fifa, invece di giocare a golf.
«So solo che ho perso 4 anni dietro alle commissioni e a voi giornalisti per spiegare sempre le stesse cose. Devo recuperarli. Non mi arrendo finché non riconosceranno che non ho fatto niente contro l' etica, che sono immacolato. Non voglio vivere con questa macchia. Quelli della commissione sono dei buffoni e di loro me ne sbatto». Intanto il tribunale ha riconosciuto che non è un corrotto: non è poco.
«Ma il processo non è finito: Blatter è ancora in giudizio».
Ha sentito più Blatter?
«Mai».
A ottobre 2019, in ogni caso, scade la squalifica. Sta pensando di tornare?
«Le elezioni sono a giugno, quindi non potrei presentarmi, tutto previsto. Ma non mi pongo il problema».
Non vuole tornare?
«Ho visto la faccia nera del calcio. Non me l' aspettavo. Ero entrato in politica per far sviluppare il pallone, per far giocare i bimbi, non per difendermi».
C' è qualcosa che non rifarebbe?
«Non c' è niente che non rifarei. Per me erano tutte cose giuste. Si sono complicate quando Blatter, al Congresso Uefa di Parigi, ha detto: "È la mia ultima elezione, votatemi". L' Esecutivo ha aggiunto: "Tra 4 anni sarà il turno di Platini"».
E l' Europa l' ha votato. Però c' è la coincidenza che in quello stesso anno la Fifa l' ha pagata per un lavoro di 10 anni prima...
«Ma me lo doveva. Ho detto loro: "Vi ricordate che mi dovete dei soldi?"».
Come si cambia vita da un giorno all' altro? Da candidato alla Fifa a squalificato?
«Di Uefa e di Fifa non me ne può fregare di meno. Mi era spiaciuto per lo sguardo delle gente che i primi giorni era cambiato. E mi è servito per capire e fare autocritica: pensavo di essere importante, non mi accorgevo di vivere in un piccolo mondo autoreferenziale. Alla gente, dei presidenti non importa un tubo, gli importa di Messi, Ronaldo, Ibra, del fischio d' inizio e di quello finale.
Ora lo so e posso vivere come una persona normale».
Ma vedendo il calcio alla tv?
«Poco. Le gare importanti, Real-Juve, Psg-Real, ma più che altro perché accendo la tv alle 20.45 e se c' è calcio lo vedo. È sempre bellissimo, veloce, spettacolare, anche perché tutti i grandissimi giocano in dieci squadre e quindi è più facile».
Gloria e onta di Michel Platini
Se vogliamo è anche l' effetto della Champions, una della situazioni che Ceferin vuole combattere: la concentrazione di fuoriclasse.
«Ma non è colpa della Champions, è colpa del sistema trasferimenti della Fifa. La Champions non ha fatto arricchire Juve e Real, ma i giocatori di Juve e Real e i loro agenti».
E il fair play?
«Era utile e andava fatto. Ho salvato il calcio dal fallimento. Non se ne può fare a meno».
Si aspetta qualcosa dalla Fifa?
«Una Fifa elegante e coraggiosa potrebbe fare forse qualcosa per me, ma...».
Quindi non andrà al Mondiale.
«Tv».
Forza Francia?
«È forte, andrà lontano, l' Italia un po' meno. Anche se quello su Balotelli era rigore, non punizione. Fortuna che poi ha segnato Bonucci. Neanche con la Var vedono...».
Sicuro fosse rigore?
«Sì, visto dov' è caduto Balotelli? E comunque sono sempre stato nemico della moviola.
Oggi più di prima. L' avevo detto a Blatter: "Una volta che cominci non sai dove finisci". Ti fermi per tutto. Rivedi tutto. Nessun guardalinee solleverà più una bandierina. Il problema sono gli arbitri scarsi e la loro formazione».
La Champions nuova le piace?
«Non mi piace l' idea che una squadra non campione possa vincere la Champions, non mi piaceva già nel 1992, ma poi da presidente ho dovuto accettarla anch' io. Spesso non puoi opporti al sistema».
Quando ha detto che il sorteggio del '98 ha aiutato la Francia molti sono rimasti sorpresi...
«La gente ha capito, non era manipolato, ma un normale aiutino a chi gioca in casa, è sempre così. La Germania a Italia 90 chiese di stare a Verona per avere tifosi. Sciocchezze!».
A proposito di rivelazioni: ne ha per gli arbitri del 2002, Moreno e gli altri?
«Ero all' Uefa. E cose così non sono mai successe».
Una promessa non è ancora stata mantenuta: dare alla Juve la Champions da presidente.
«Non succederà mai, perché non ritorno dove sono stato. E poi perde tante finali...».
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