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Paolo Manazza per il “CorrierEconomia-Corriere della Sera”
L’Italia s’è desta. Le parole del nostro inno prendono corpo almeno nel variopinto mondo dell’arte. Nonostante l’inveterata abitudine della nostra classe politica al disinteresse per lo sviluppo di questo settore, qualcosa sembra muoversi. I risultati semestrali nelle vendite all’asta (+40% circa sul primo semestre 2014) sono uno degli indizi nella crescita d’attenzione.
Il mondo dei talenti italiani comincia timidamente ad emergere sulle piazze internazionali. È un segnale da non sottovalutare. Complessivamente i nostri tredici artisti viventi, più amati dal mercato, stanno crescendo a tutto gas. Stiamo parlando di: Stingel, Penone, Anselmo, Castellani, Pistoletto, Cattelan, Paladino, Clemente, Chia, De Maria, Lo Giudice, Beecroft e Pignatelli.
Controvalore
I 48,2 milioni di euro incassati dalla vendita delle loro opere nel primo semestre 2015 (fonte: Artprice) archiviano un +61% sul primo semestre 2014. Ma soprattutto sono da giudicare in controluce sui 29,8 milioni del loro fatturato durante l’intero 2013. Qualcosa sta veramente cambiando. Più che infiammarsi per i valori dei più noti, l’attenzione di collezionisti e investitori dovrebbe intelligentemente concentrarsi sulle nuove leve.
Se infatti per opere di qualità degli storici è necessario sborsare cifre sempre più ingenti, al contrario per artisti del calibro di Lo Giudice, Beecroft o Pignatelli è ancora possibile acquistare a prezzi dai 15 ai 100 mila euro. Sino a quando non è dato sapere.
La genovese Beecroft è conosciuta da anni. Vive a Los Angeles e dopo un momento di stanca, il suo mercato sembra tornare sulla cresta dell’onda. Dai 20 mila euro del semestre 2015, quest’anno ha venduto sino a luglio per 120 mila con 14 opere battute. Pignatelli ha un mercato stabile, in leggera crescita, anche se soltanto nazionale.
Dai 115 mila dei primi sei mesi 2014 è passato a 131 mila con 14 aggiudicazioni. Lo Giudice sta riscuotendo grande successo sulle platea internazionale mentre i collezionisti italiani, molto conservatori, sono alla finestra. Nel primo semestre 2014 ha venduto 8 opere a una media di 31,8 mila euro.
Quest’anno la media delle 4 aggiudicate è salita a 51 mila. Molto ricercati i suoi dipinti ad olio e pigmento. A luglio da Christie’s a Londra un quadro 130x130 centimetri, partito da 15 mila, ha sfiorato i 100 mila euro. Oltre a questi nomi già blasonati ve ne sono molti altri da seguire.
Nell’elenco a sinistra ne abbiamo incasellati una settantina. Se la piazza italiana continua a crescere alcuni di loro potranno procurare soddisfazioni, non solo estetiche ma di investimento.
Interessi esteri
Nei mesi scorsi, nell’ambiente dei gruppi finanziari della Grande Mela, diversi top manager hanno mostrato un inedito interesse verso alcuni nostri cavalli di razza. L’aria è frizzante ed è bene drizzare le antenne. La Beecroft ha già un curriculum di grande rispetto.
Lo Giudice ha appena esposto in contemporanea a Londra e New York e sembra sia all’orizzonte un’esposizione in un importante museo americano. Pignatelli, corre voce debba fare una mostra nel 2016 alla galleria Tornabuoni a Londra (o Parigi?). Papetti esporrà nella City l’anno prossimo. Siciliano apre il 28 ottobre una personale alla Aicon Gallery a Soho. Petrus sarà presente con sue opere nell’ambito di Art Masters a St. Moritz (dal 21 al 30 agosto). Mentre la bella mostra milanese di Giovanni Frangi (Galleria M77) resta aperta sino al 15 settembre.
Sempre voci di corridoio parlano di un certo interesse verso nostri artisti, oltre che di Aicon Gallery, anche della Jack Shainman Gallery, della Paul Kasmin Gallery e della Cheim &Red. Tutte di prestigio e newyorchesi. Forse questo è il momento buono per acquistare opere di italiani. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
marcello lo giudice in asta da phillips
SICILIANO NEW YORK 3
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