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Maurizio Crosetti per repubblica.it
Per la Juve non poteva che essere Cardiff, ora si può pure cercare sull'atlante dov'è. Non poteva che essere finale di Champions, la seconda in due anni, e non potrà che essere contro il Real Madrid atteso da un Atletico senza speranza dopo la tripletta di Cristiano Ronaldo. La vittoria contro il Monaco (2-1, Mandzukic e Dani Alves e poi il ragazzino Mbappé) ha chiuso un cerchio che i Giotto bianconeri avevano cominciato a disegnare in autunno, ma che hanno reso perfetto eliminando Messi e il Barcellona. Due finali su tre: è un risultato enorme, che però senza stringere il trofeo rischia di restare solo un ottimo premio di consolazione. In fondo, anche l'Atletico Madrid ha fatto la stessa cosa, però perdendo entrambe le volte, guarda caso contro i campioni vestiti di bianco che abitano al Bernabeu.
Stavolta, però, la Juve sembra più adulta che nel 2015, più pronta. Non affronterà la finalissima tremando, sa che per molti dei suoi campioni sarà quasi certamente l'ultima occasione. Il simbolo di questo cammino è Gigi Buffon, 39 anni e due finali già perse. Per lui, più che mai, dovrà esserci eccome il 2 senza il 3. "La vita è bella, bisogna sempre credere ai propri sogni" ha detto quasi in lacrime. "E pensare che molti nel 2015 credevano che sarebbe stata quella la mia ultima finale". E poi ci sarebbero i giganti della difesa, stavolta battuta, anche se 3 reti al passivo in tutta la Champions restano un'impresa: Barzagli, Bonucci e Chiellini vogliono il trofeo come nessun altro. E che dire della parte più creativa, dell'anima sudamericana della Juve? Dani Alves (splendido il gol al volo), Dybala, Cuadrado e Higuain, molta Argentina, un po' di Brasile e un po' di Colombia, terre dove il calcio è prima di tutto felicità. La stessa che la Juve il 3 giugno proverà a regalare alla sua gente in attesa.
Per la Juve si trattava di far passare senza danni e senza noie questa specie di enorme tempo di recupero dopo il 2-0 di Montecarlo, e prima del molto che l'attende: domenica a Roma il possibile scudetto, il mercoledì successivo sempre all'Olimpico la finale di Coppa Italia contro la Lazio, poi il lungo scivolamento verso Cardiff e verso il Real Madrid (impensabile credere che possa qualificarsi l'Atletico, sconfitto per 3-0 al Bernabeu). In verità, una prima grana per la Juve è arrivata presto, cioè il guaio muscolare di Khedira sostituito da Marchisio, che del resto aveva già giocato all'andata per la squalifica del tedesco. Ogni gesto atletico, da qui al 3 giugno passando appunto per Roma e per le due partite di campionato che ancora resteranno, è anche un potenziale pericolo per muscoli e tendini, per questo Allegri dovrà dosare uomini e minuti, titolari e riserve (difatti Dybala, essenziale, è stato tolto dopo meno di un'ora di gioco), sperando che nessuno dei più insostituibili si faccia male. In fondo è l'unico vero pericolo, per questa Juve quasi onnipotente.
Prima del gol di Mario Mandzukic al 33', la Juventus si era in verità lasciata un poco insidiare dal Monaco e appariva non proprio sciolta, sulla scia del primo tempo contro l'Atalanta e di buona parte del derby. Poi, però, la rete del croato (doppio tentativo, il primo di testa respinto, il secondo di sinistro vincente) ha reso impossibile la missione francese: a quel punto, sarebbero serviti 4 gol poi diventati virtualmente 5 dopo il meraviglioso raddoppio di Dani Alves, un destro al volo da molto lontano su respinta del portiere Subasic. Un colpo da campione assoluto per il brasiliano che nel 2015 vinse la Champions proprio contro la Juventus, e con addosso la maglia del Barcellona, autentico mattatore in questo finale di stagione: due assist a Montecarlo per Higuain, assist per Mandzukic al ritorno e poi la prodezza personale. In totale, 4 gesti decisivi in altrettante reti. E adesso Dani Alves può pure pensare a Cristiano Ronaldo. Del resto ha già fatto fuori il suo amico Messi, cosa volete che sia.
Juventus-Monaco 2-1 (2-0)
JUVENTUS (3-4-2-1): Buffon – Barzagli (40’ st Benatia), Bonucci, Chiellini – Dani Alves, Pjanic, Khedira (10’ pt Marchisio), Alex Sandro – Dybala (9’ st Cuadrado), Mandzukic – Higuain. All. Allegri
MONACO (3-4-1-2): Subasic –Raggi, Glik, Jemerson – Sidibé, Moutinho, Bakayoko (33’ st Germain), Mendy (9’ st Fabinho) – Bernardo Silva (24’ st Lemar) - Falcao, Mbappé.
Arbitro: Kuipers (Ola). All. Jardim
Reti: 33' pt Mandzukic, 44' pt Dani Alves, 24' st Mbappé
Note: ammoniti Falcao, Mendy, Bonucci, Mandzukic. Spettatori paganti 40.244, incasso 3.961.831 euro.
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