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LA JUVE SI DEVE MANGIARE LE MANI (E THIAGO MOTTA): LA VITTORIA CONTRO IL VERONA PORTA I BIANCONERI A MENO SEI DALLA VETTA -CON PIU’ CONCRETEZZA E MENO FILOSOFIA, JUVE SI SAREBBE GIOCATA LO SCUDETTO CON INTER, NAPOLI E ATALANTA - IL NUOVO PROGETTO TECNICO NON È MAI DECOLLATO ANCHE PER LE SCELTE DELL’ALLENATORE: SU 41 PARTITE GIOCATE LA FORMAZIONE È CAMBIATA 38 VOLTE – IL GOL ANNULLATO AL VERONESE SUSLOV MANDA IN TILT ZILIANI CHE SENTENZIA: “IL QUARTO POSTO E’ ASSEGNATO” – VIDEO
Eurogol di Suslov ??
Il fuorigioco di Faraoni cancella una rete spaziale ??#JuveVerona #SerieAEnilive #DAZN pic.twitter.com/Bmr6XjwdGz
— DAZN Italia (@DAZN_IT) March 4, 2025
-l giornalista Paolo Ziliani 'contesta' il gol annullato a Suslov in Juventus-Verona (annullato perché nell'azione precedente c'è un fuorigioco di Faraoni ed è stata considerata casuale la deviazione di Di Gregorio): "Quindi secondo il VAR l’intervento di Di Gregorio che devìa il cross da destra e allontana il pallone per non farlo raccogliere dall’attaccante del Verona è una giocata casuale, non volontaria, e il successivo gol di Suslov va annullato per questo.
Non è una giocata: come se il portiere giocasse con i piedi. Come già detto: tutta la nostra vicinanza (oltre che al Verona) alla Lazio. Il quarto posto è assegnato
JUVE, LA STAGIONE DEI RIMPIANTI
Pasquale Salvione per corrieredellosport.it
Pensare allo scudetto è davvero esagerato. La storia del nostro campionato è piena di sorprese e di rimonte incredibili, ma questa sembra impossibile. La Juve ha centrato la quinta vittoria consecutiva e si è avvicinata in maniera impressionante alla vetta, sei punti a undici giornate dalla fine sono briciole.
Ma avere tre squadre davanti probabilmente spegne anche i sogni dei tifosi più romantici. Thiago Motta vede da lontano Inter e Napoli, ma soprattutto ora tallona l’Atalanta: domenica sera c’è lo scontro diretto in casa che può valere l’aggancio. Prendersi il terzo posto, dopo aver scavalcato al quarto la Lazio, ora è un obiettivo alla portata, anche perché Gasperini è atteso da un filotto di partite per niente facili (dopo i bianconeri sfiderà in sequenza Inter, Fiorentina, Lazio, Bologna e Milan).
A trascinarla nello spigoloso posticipo con il Verona è stato Khephren Thuram, uno dei giocatori che hanno convinto di più in questi mesi altalenanti. Stimato da compagni e tifosi, centrocampista di sostanza e di qualità, sempre propositivo e intraprendente, è stato uno dei più continui ma è rimasto troppo spesso fuori dalle rotazioni di Thiago Motta. Non ha mai alzato la voce, non ha mai protestato, è stato un esempio anche dal punto di vista comportamentale. Avrebbe meritato sicuramente maggiore considerazione. Dal sapore speciale anche il timbro sulla partita di Koopmeiners, a lungo irriconoscibile in bianconero e solo lontano parente del fenomeno ammirato a Bergamo. Il tempo gli darà sicuramente ragione, ma quando si arriva in top club così la pazienza di chi ti aspetta si riduce sempre al minimo.
L’attuale classifica aumenta comunque solo il rammarico di una stagione che poteva prendere un verso e invece ne ha preso un altro. Di gran lunga al di sotto delle aspettative dei tifosi che hanno contestato apertamente società, allenatore e squadra dopo la vergognosa eliminazione con l’Empoli in Coppa Italia. E dopo aver mandato giù l’uscita dalla Champions con il Psv e la brutta figura in Supercoppa. Il nuovo progetto tecnico non è mai decollato, oltre che per una serie di infortuni incredibili che hanno creato difficoltà oggettive, anche per alcune scelte strategiche dell’allenatore che non hanno aiutato. Servivano semplicità e concretezza, ci sono state confusione e troppa filosofia.
Due dati significativi: su 41 partite giocate la formazione è cambiata 38 volte rispetto alla partita precedente, in questa stagione la fascia di capitano ha avuto sette padroni diversi. Niente di condizionante, per carità, ma alla Juve probabilmente sono abituati ad altro. Anche perché il salto di qualità nel gioco rispetto al passato non si è visto. Thiago Motta è un allenatore dal grande futuro, ma la Juve è ancora più grande di lui. Questa stagione lo farà crescere sotto tanti punti di vista, il sostegno e la fiducia della società lo aiuteranno a completare il suo percorso di maturazione. A Torino, però, c’è un obbligo da cui nessun allenatore può sfuggire: quello del risultato. Vincere è più importante di tutto, oltre a essere l’unica cosa che conta. Come da slogan societario.
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