DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Marco Iaria per gazzetta.it
Vincere in campo e tenere i conti in ordine. Non è più una chimera, nell’era del calcio business. La riprova sta nell’ultimo report di KPMG Football Benchmark, che mette a confronto i campioni nazionali dei principali Paesi europei. I primi dieci club "scudettati" per fatturato nella scorsa stagione hanno tutti conseguito profitti, coniugando al meglio l’efficienza sportiva con quella economica.
E se il Real Madrid è in testa nella classifica dei ricavi operativi (cioè al netto delle operazioni di mercato) con 671 milioni, il Benfica lo è in quella della redditività con 44,5 milioni di utili, precedendo di poco la Juventus a +42,6 milioni e il Bayern a +39,2. Spiega Andrea Sartori, capo della sezione sportiva di Kpmg: "Una delle principali sfide delle società calcistiche negli ultimi anni ha riguardato la sostenibilità dei loro business.
Tutti i campioni nazionali inclusi nel report registrano un utile al netto delle tasse. Nonostante gli eclatanti trasferimenti e le crescenti spese per il personale, l’industria è diretta verso una direzione in cui essere profittevoli non è più una chimera. In questo scenario, i club che eccellono nella valorizzazione dei giocatori possono avere un vantaggio competitivo, come ad esempio Chelsea, Juve e Benfica grazie alle cessioni di Oscar, Pogba, Guedes e Lindelof".
DISTANZE La fotografia dell’European Champions Report 2018 trasmette tutto il senso di un calcio del Vecchio Continente a doppia velocità. Ci sono quattro campioni nazionali che rappresentano l’aristocrazia, con entrate superiori ai 400 milioni (Real 671, Bayern 588, Chelsea 420, Juve 412), e poi c’è un vuoto: il quinto, il Besiktas, ha un fatturato di 145 milioni, seguito da Monaco a 144, Benfica a 128, Celtic a 105, e ancora giù, sotto la soglia psicologica dei 100, Feyenoord a 69 e Basilea a 62. Mondi diversi, come dimostra la capacità di fuoco misurata dalle spese per gli stipendi.
Nessuno tocca le vette del Real, che vanta 406 milioni di costi per il personale (377 senza la sezione basket), ma per il proletariato del pallone sono fuori portata anche i monte stipendi delle altre big: 265 milioni per il Bayern, 262 per la Juve, 255 per il Chelsea. Basti pensare che il Monaco ne spende 99, il Benfica 75, il Besiktas 70, il Celtic 62, il Feyenoord 37 e il Basilea (praticamente quanto il Verona) 32.
TREND POSITIVO Ricchi e poveri, insomma, anche tra chi ha vinto i campionati. Però crescono quasi tutti, col picco del Monaco che ha segnato un +86% rispetto al fatturato 2015-16. "Il calcio è un business in crescita – dice Sartori – e il trend è confermato dal fatto che tutti i club tranne due (Bayern e Basilea) hanno visto aumentare i loro ricavi operativi nella moneta locale (il Chelsea perde il 4% in euro per il deprezzamento della sterlina, ndr). I proventi generati dalla Champions restano un fattore-chiave della crescita, soprattutto per i club medi, visto che impattano non solo sui diritti tv ma anche al botteghino e nei bonus delle sponsorizzazioni".
Tra i club il cui fatturato dipende di più dalle entrate delle coppe europee c’è la Juve, con il 27% contro il 12% del Real e il 9% del Bayern, giusto a sottolineare il doppio ruolo del club di Agnelli, specchio dei limiti del sistema tricolore: gigante in Italia ma non ancora a livello globale.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – UN "BISCIONE", TANTE SERPI! GLI AVVERSARI DI BIANCA BERLINGUER A MEDIASET LAVORANO PER…
DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE.…
DAGOREPORT - SE DOMANI SALVINI SARÀ CONDANNATO, CHE FARÀ LA DUCETTA DEI DUE MONDI? CHIEDERÀ AL…
DAGOREPORT - LA MAGGIORANZA VIAGGIA COSÌ “COMPATTA” (MELONI DIXIT) CHE È FINITA SU UN BINARIO…
DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…