riello museo arte contemporanea iran

CHE CI FANNO INSIEME ANDY WARHOL E L'AYATOLLAH KHOMEINI? – A TEHERAN C'È UN MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA CON OPERE DA OLTRE 3 MILIARDI DI DOLLARI. LA COLLEZIONE, VOLUTA DALL’ULTIMO SCIÀ DI PERSIA REZA PAHLAVI, COMPRENDE OPERE DI VAN GOGH, PICASSO, DALÌ, POLLOCK, E WARHOL – RIELLO: “IL MUSEO È STATO CHIUSO IN SEGUITO ALLA RIVOLUZIONE SCIITA DEL 1979 E POI È STATO OGGETTO DI UN RESTYLING ISLAMICO: VENNE AGGIUNTO UN RITRATTO DI KHOMEINI, E TOLTE DALLA VISTA ALCUNE OPERE CONSIDERATE PERICOLOSE (LE TETTE AL VENTO). MA A UN CERTO PUNTO LE AUTORITÀ IRANIANE…”

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Antonio Riello per Dagospia

 

pollock a tehran

A Teheran, capitale della Repubblica Islamica dell'Iran, c'è un museo la cui collezione potrebbe valere (stima del 2018) più di 3 miliardi di dollari. Non si tratta di antiche ceramiche iraniche nè di introvabili tappeti persiani. Non c'entrano nemmeno i preziosi tesori archeologici dell'epoca di Alessandro Magno.  È il Museo di Arte Contemporanea.

 

Ecco come è iniziata la faccenda. È stato costruito durante il regno dell'ultimo Shah di Persia, Reza Pahlavi, e precisamente nel 1977. Era stato commissionato dalla consorte dello Shah - Farah Pahlavi - e progettato dall'architetto Kamran Diba (suo cugino).

 

farah diba e andy warhol

La regina era una grande appassionata di Arte Contemporanea ed una cliente di assoluto rilievo di aste internazionali e importanti gallerie. Andy Warhol le aveva fatto un ritratto (fu in seguito vandalizzato dai rivoltosi e poi restaurato). La collezione è di prim'ordine e si valuta comprenda circa tremila opere d'arte.

 

Alcuni nomi: Rembrandt, gli Impressionisti (quasi tutti), Vincent  Van Gogh, Pablo Picasso, Salvador Dalì, Jackson Pollock, Francis Bacon, Jean Dubuffet, Henry Moore e appunto Warhol. Va aggiunto che a Teheran comunque esisteva, soprattutto negli anni '60, una vita artistica locale per niente trascurabile. Viene in mente il nome di un artista come Parviz Tanavoli (in un secondo momento emigrato in Canada).

 

tehran contemporary art museum

Il regime dello Shah non brillava né per democrazia né per lungimiranza. Nel 1979 una rivoluzione guidata dai clerici sciiti, dopo aver cacciato a furor di popolo la famiglia regnante, assunse il potere. Fu rapidamente instaurata una intransigente teocrazia.

 

Tra ciò che passò di mano ci furono delle cose che sembrarono subito molto interessanti (per esempio alcune centrali nucleari) ed altre che invece non destarono particolare interesse (il museo in questione). Sembrava un inutile raccolta di feticci per occidentali viziati, corrotti ed infedeli.

 

terhan museum of contemporary art

Una accozzaglia di arte così spudoratamente filo-americana da risultare senz'altro diabolica e degenerata: certamente non adeguata ai canoni morali dell'islam sciita, forse anche disdicevole per la pubblica morale. Da un certo punto di vista non era nemmeno percepita come arte.

 

E comunque, in generale, la riproduzione della figura umana non era esattamente in cima tra le preferenze degli Ayatollah più conservatori.

 

ritratto di farah diba realizzato da andy warhol (1)

In pratica il museo venne sigillato. In seguito riaperto, durante la presidenza Khatami, fu oggetto di un restyling islamico: vennero aggiunti un grande ritratto del leader della rivoluzione, Ruhollah Khomeini, e tolte dalla vista alcune opere considerate scandalosamente pericolose.

 

"Gabrielle con la camicetta aperta", dipinta da Pierre-Auguste Renoir nel 1907, è stata una di queste. Chissà come mai (e non solo nelle teocrazie) le tette al vento sono spesso considerate  alla stregua di calamità come Guerra, Peste e Carestia.

 

Ad un certo punto comunque risultò chiaro alle autorità iraniane che il valore di mercato di questa collezione era cospicuo e (complici forse anche le sanzioni economiche) si iniziò a prestare all'estero alcune opere per aumentarne le quotazioni. In parallelo questi lavori costituivano una specie di soft power che ha consentito, in maniera discreta ma concreta, contatti e scambi con l'estero (una diplomazia sottotraccia insomma).

 

bacon e komehini

Nel 2024 le stesse autorità hanno cercato di ri-vitalizzare il museo con la mostra "Eye to Eye". Si spera possa presto anche generare reddito. Il museo sarebbe destinato a diventare una attrazione turistica internazionale (geopolitica permettendo).

 

Le avanguardie artistiche, nate storicamente nell'Europa fine ottocento/primo novecento, sono sempre state di natura svagata, irriverente, scandalosa. Tendono spesso e volentieri al surreale. Il loro bersaglio originale: il gusto della borghesia bigotta e tradizionalista. Ma sono proprio le elite culturali della stessa borghesia (tendenzialmente democratica) che ne hanno sancito prima la sopravvivenza e poi la fortuna.

 

ANTONIO RIELLO - ART EXPLORER

Che piaccia o no, l'Arte Contemporanea resta una esperienza da privilegiati (di certo finanziatrici/tori e  collezioniste/i sono dei privilegiate/i). Non solo dal punto di vista economico ma, anche e soprattutto, in termini di libertà personale ed intellettuale.

 

I movimenti politici di massa - anche quelli più di sinistra - sono rimasti in realtà piuttosto indifferenti ai linguaggi artistici progressivi (a dispetto delle conclamate aspirazioni artistico-politiche dei protagonisti). Non solo nelle ideologie, la stessa cosa è accaduta (e accade) quando la religione si sostituisce alla politica: un certo modo di concepire la società, per sua natura, non ha modo di tollerare l'ironia e l'autocritica.

 

Ai punti di vista eccentrici e destabilizzanti non viene dato spazio: bisogna "proteggere il popolo dei credenti" dalle tentazioni e dalle incertezze. Secondo alcuni (tanti purtroppo) la "Verità Costituita" va salvaguardata dalla corrosione di una creatività troppo indipendente.

 

Del resto l'individualismo e il dubbio sono i nemici naturali di qualsiasi forma di autoritarismo, non solo nella Repubblica Islamica dell'Iran. Questo museo, a Teheran, è un massiccio monumento che, senza volerlo, celebra a pennello come le Arti Visive siano fragili e pericolosamente disturbanti allo stesso tempo.

 

Articolo 100% NAI (Not generated by AI)

 

parviz tanavoli

TEHRAN MUSEUM OF CONTEMPORARY ART

Laleh Park

P96R + C59, Teheran

farah dibavan gogh a teheran (1)van gogh a teheranregina farah dibapicasso a teheranpierre auguste renoirhenry moore a tehranwarhol portrait of farah dibaritratto di farah diba realizzato da andy warhol tehran contemporary art museum (1)