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“IL FUTURISMO È STATO USATO COME PRETESTO PER PROMUOVERE LE ATTIVITÀ DEL GOVERNO” – SU “LE FIGARO” UNA STRONCATURA SENZA APPELLO DELLA MOSTRA SUL FUTURISMO AL MUSEO GNAM DI ROMA, VOLUTA DA SANGIULIANO - I SILURI CONTRO IL CURATORE GABRIELE SIMONGINI “DI CUI NON CONOSCIAMO ALCUN SUO LIBRO SUL FUTURISMO” E LA DIRETTRICE DELLA GNAM, RENATA CRISTINA MAZZANTINI, CHE SI E' FATTA NOTARE PER “LA SUA DISPONIBILITÀ PER L'ANNIVERSARIO DE ‘IL TEMPO’ CHE HA PORTATO A TRE DIMISSIONI DAL COMITATO SCIENTIFICO DEL MUSEO” – LA CACCIATA DELLO STORICO DAMBRUOSO E LE CRITICHE A GIULI E MOLLICONE...

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Traduzione dell’articolo di Valérie Segond per “Le Figaro”

 

mostra il tempo del futurismo

Era il grande progetto culturale della Destra: presentare “la più importante avanguardia culturale italiana del X secolo”. La mostra “Il tempo del Futurismo” alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (Gnam) è un'occasione per scoprire i grandi pittori italiani Giacomo Balla, Umberto Boccioni e Gerardo Dottori.

 

Ma anche il modo in cui la destra di Giorgia Meloni intende “cambiare l'egemonia culturale della sinistra”, attraverso le sue nomine e soprattutto il suo modo di “guidare” il lavoro dei curatori delle mostre imponendo le sue scelte politiche e culturali. Inizialmente, l'Italia doveva occuparsi della mostra del 2023 “Futurismo in Europa” presentata al Kritiller-Müller Museum di Otterlo, nei Paesi Bassi.

sangiuliano meloni

 

“Ma il Ministero della Cultura ha deciso nel 2023 di non ospitare questa mostra, che era stata allestita in Olanda, a favore di una mostra progettata in Italia da italiani”, spiega Günter Berghaus, specialista del Futurismo che ha partecipato al progetto romano per quasi un anno. Il tema della mostra è il legame tra il movimento futurista e le principali innovazioni che hanno ispirato gli artisti italiani.

 

Gabriele Simongini

Al suo posto è stato scelto Gabriele Simongini come curatore principale della mostra. È uno specialista di arte astratta, noto soprattutto per i suoi articoli su ''Il Tempo'', giornale vicino a Fratelli d'Italia (FDI).

 

"Non conosciamo alcun suo libro o articolo sul Futurismo”, si rammarica Günter Berghaus. “E ci siamo subito resi conto che non conosceva molto l'argomento. Così gli abbiamo affidato un assistente, Alberto Dambruoso, uno storico dell'arte specializzato in Umberto Boccioni”.

 

Nell'ottobre del 2023, istituisce un comitato scientifico di una mezza dozzina di esperti del movimento per progettare la mostra.

RENATA CRISTINA MAZZANTINI

Ma nel gennaio 2024 viene nominata una nuova direttrice della Gnam: Renata Cristina Mazzantini, già curatrice delle collezioni del Quirinale. La sua disponibilità per la presentazione di un libro sulla destra o per l'anniversario del ''Tempo'' ha portato a tre dimissioni dal comitato scientifico del museo.

 

Renata Cristina Mazzantini ha insistito per integrare il Futurismo in una grande narrazione nazionalista e progressista. Alla fine di giugno, quando il progetto era in fase avanzata, il suo formato è stato ridefinito per un'esposizione pubblica più generale.

 

Metà delle opere sono state rimosse per far posto ad automobili, idrovolanti e vari strumenti scientifici (una macchina a raggi X, ad esempio). In realtà, racconta Günter Berghaus, “il progetto iniziale non prevedeva la narrazione della cultura di destra e alcuni collezionisti italiani vicini a Fratelli d'Italia si erano lamentati con il Ministero perché le opere futuristiche di loro proprietà non erano state selezionate”.

alessandro giuli ad atreju - foto lapresse

 

L'esperto Alberto Dambruoso è stato allontanato dal progetto e, in ottobre, sono stati licenziati gli esperti del comitato scientifico, che avevano lavorato senza contratto di lavoro.

 

Quando la mostra è stata inaugurata all'inizio di dicembre, il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, l'ha elogiata come “una mostra mastodontica fatta ‘in casa’”. Il deputato di FDI Federico Mollicone, che presiede la Commissione Cultura, ha elogiato la mostra come “progressiva per le esigenze di sviluppo del Paese”.

ALBERTO DAMBRUOSO REPORT

 

Il trattamento scelto è stato subito contestato. Il futurismo è stato usato come pretesto per promuovere le attività del governo”, afferma Giancarlo Carpi, uno degli esperti licenziati. La mostra promuove una visione ultra-positiva e semplicistica del rapporto tra uomo e macchina, che non era quella dei futuristi.  E ha censurato la dimensione alienante della tecnologia al centro della loro estetica”.

 

federico mollicone

 

 

Mentre Renata Cristina Mazzantini si difende su ''Il Giornale dell'arte'' per “aver lavorato per vent'anni nelle istituzioni italiane senza aver dovuto prendere una posizione politica” e mette da parte questo “gossip”, spiccano altre omissioni importanti.

 

Il movimento, che ha flirtato con il fascismo, è stato tolto dal suo contesto politico, l'unico riferimento a Mussolini è il suo profilo immortalato dallo scultore Renato Bertelli. La fascinazione dei suoi artisti per la guerra, la sua violenza e la sua distruzione rigeneratrice, è stata quasi cancellata.

 

È stato cancellato anche il ruolo decisivo di artisti stranieri, come Eadweard Muybridge e Étienne-Jules Marey, nella comprensione del movimento da parte di Balla e Boccioni, mentre è stato messo in evidenza il ruolo di Marconi, arrivato molto dopo”, dice Giancarlo Carpi. Perché tutto nella mostra doveva essere italiano”.

 

Inoltre, osserva Edoardo Sassi, critico d'arte del Corriere della Sera, “mentre ci si aspettava di trovare le maggiori opere del Futurismo acquistate dai collezionisti americani nel dopoguerra, la maggior parte delle opere esposte proviene dalle riserve della Gnam e da alcuni musei italiani”. Pur comprendendo il primo Manifesto futurista pubblicato su Le Figaro nel 1909, la mostra è, insomma, tutta italiana.

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