Da "Non è un Paese per giovani" -www.raiplayradio.it/radio2/
Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT45
Giovanni Malagò, Presidente del Coni, è stato oggi ospite di Max Cervelli e Tommaso Labate a Non è un paese per giovani, in onda su Radio2.
1) Presidente, in una scala da 1 a 100, quante possibilità ci sono secondo lei che il campionato di serie A riparta nella data fissata ieri, e cioè il 13 giugno?
R: Secondo me 99% Mi sembra che si stia facendo di tutto per iniziare Per sapere quante chance ci sono che una volta cominciato poi venga portato a termine, servirebbe la palla di vetro. Per la serie A in Inghilterra, così come è successo in Germania, nel caso il campionato dovesse essere nuovamente bloccato hanno già fatto un accordo con i calciatori, nel caso italiano l’obbiettivo unico è cominciare. Io non ho la mentalità del tipo “cominciamo e poi vediamo” io penso che anche se hai un progetto unico, perfetto bisogna avere sempre un’alternativa. In ogni caso, zero polemiche, stiamo a vedere!
2) Stessa domanda per piscine e palestre. Quante possibilità ci sono che riaprano il 25 come detto ieri dal ministro?
R: Oggi avremo il Ministro Spatafora invitato in giunta e con lui si parlerà anche di questo. Quel mondo lì dovrebbe partire il 25 pur con tutte le prescrizioni, mentre lunedì possono ripartire gli allenamenti degli sport di squadra.
3) Un tema di carattere generale sarà decisivo per tutti gli sport. Un atleta positivo va considerato un semplice infortunato che la sua squadra non potrà schierare o manda in quarantena compagni di squadra e avversari affrontati di recente, bloccando così le competizioni?
R: Noi abbiamo recepito una direttiva che prevede un percorso di quarantena di carattere generale e non individuale. Questo tema però spetta alla Commissione Tecnico scientifica, con cui personalmente non ho mai interloquito Perché lo deve fare solo ed esclusivamente il governo. Non lo so perché hanno preso questa decisione, mi dicono che questa decisione potrebbe anche essere rivista, ma non mi va di aggiungere considerazioni. Quello che è sicuro è che l’indicazione è nell’interesse del sistema paese e non nell’interesse di alcune categorie. Questa lotta tra alcuni medici e la CTS non mi appassiona.
4) Olimpiadi di Tokyo. Il rinvio è avvenuto in piena pandemia. Ora che la situazione è più sottocontrollo, è ipotizzabile che l’olimpiade venga fatta prima?
R: Prima del 23 di luglio 2021 no! Più si va avanti più si capisce che le cose verranno fatte meglio con garanzie e sicurezze per i 206 paesi che vi partecipano. Inoltre c’è la questione degli incroci di calendario di manifestazioni non solo sportive ma che impattano con i palinsesti dei grandi network americani che hanno pagato molti soldi per acquisire i diritti di trasmissione dei giochi olimpici. L’altra questione ulteriore è che a Tokyo avevano già dei contratti firmati con le più grandi star internazionali per i concerti della giornata di inaugurazione.
Nell’albergo del comitato olimpico era previsto una grande convention internazionale, quindi il tema della sicurezza con un tale afflusso di persone è notevole. Quindi io penso che sia stata un’ottima decisione, il mondo olimpico è stato bravo perché in due settimane ha preso una decisione non facile tenendo in considerazione la mole di investimenti fatta. E’ stato decisivo il parere dell’OMS che ha detto che il tema non è tanto organizzare la competizione, ma come ci arrivano le persone. Mettere 7000 atleti, i tecnici, i fisioterapisti, i medici, i delegati ecc in un unico villaggio, oggi è una cosa francamente impensabile.
5) Avevate già pensato al/alla portabandiera? La scelta sarà valida anche nel 2021?
R: Stavamo cominciando a fare le prime riflessioni, ma oggi il tutto è fermo e deve essere rivisitato. Magari qualcuno che era molto papabile, dovrà dimostrare di esserne ancora all’altezza tra un anno e tre mesi. Viviamo alla giornata.
6) Questo è stato un periodo di dolore. C’è una cosa bella che le viene in mente che le è successa negli ultimi due mesi?
R: Sono stato molto bene con me stesso. Ho la fortuna di avere un giardino e dall’altro lato c’è mia figlia che sta per avere il suo secondo figlio. Mi sono goduto molte il nipotino e moltissimo i miei cani. Penso che andranno in depressione ora che ho ricominciato a lavorare anche fuori casa, perché ormai sono abituati a lunghe passeggiate e alla mia presenza. Sullo smartworking penso che una piccola percentuale di lavoratori abbia lavorato meglio e di più da casa ma la stragrande maggioranza ha lavorato molto meno. Io sono a disagio nello smartworking perché chiunque può raggiungerti. Lavorando da casa, esperienza mai avuta se non con 39 di febbre, tu sei praticamente senza filtri. Con la scusa che si sta a casa, chiunque ti chiede una video chiamata, ti cerca, ti chiede una risposta, una teleconferenza ecc
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Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT43malagòGiovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT41Giovanni Malago ph Bob Kriegermalagòmalagò