DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
claudio lotito e carlo tavecchio
Francesco Saverio Intorcia per “la Repubblica”
Il muro del silenzio che la Serie A ha alzato a protezione di Claudio Lotito comincia a sgretolarsi. Beppe Marotta, bersaglio dell’infelice battuta per la quale il presidente della Lazio è stato solo multato (e la Figc ha negato l’autorizzazione ad adire la giustizia ordinaria), usa parole nette: «Serve un intervento del governo. Lo scenario che abbiamo davanti è inquietante: litigi, offese, assenza di etica, all’estero ridono di noi».
Levano gli scudi Juventus e Roma, nemici di sempre. S’aggrega la Fiorentina, tramite Andrea Della Valle: «Lotito non è più sostenibile in Figc». Si lavora a un documento per riscrivere gli equilibri in A, missione complicata. È un replay del tentativo estremo di agosto di convincere la Lega di A a ritirare l’appoggio a Tavecchio dopo la gaffe sulle banane: il fronte non raggiunse mai la soglia della metà dei club, si fermò a 9 e poi si sfaldò.
Mauro Baldissoni, dg giallorosso, chiama a raccolta gli altri: «È ora di cambiare, vediamo quante altre squadre decideranno che è il momento di andare verso una Lega gestita in maniera professionale. In A un anno ci può essere il Carpi, uno la Lazio ». Chi può unirsi al controcanto? Il Sassuolo («Ci vuole più rispetto per le piccole», dice l’ad Carnevali), l’Empoli («Ci sentiamo dei sopportati», si lamenta il presidente Corsi»), forse il Cesena («Frasi grave e antipatiche, ma un fosso si fa con due rive e anche l’altra era storta», dice il patron Lugaresi). Non il Chievo e l’Udinese, che hanno ribadito il sostegno a Lotito, non il Milan («Claudio è e resta un mio amico», dice Galliani).
L’affondo di Marotta è feroce: «Avevo detto a settembre che Lotito è pericoloso: non conosce il rispetto e ha conflitti di interesse. Le sue esternazioni su Beretta, Abodi, Agnelli, sono molto gravi per un consigliere federale. Sembra il medioevo, con feudatario, vassalli e valvassori, che messaggio diamo ai giovani? ».
Intanto, negli scompartimenti di terza classe, prosegue la rivolta che rischia d’affondare il Titanic. Stamattina a Firenze si celebra l’assemblea di Lega Pro: Lotito e Pino Iodice, dg dell’Ischia, si ritroveranno di fronte per la prima volta. Ma soprattutto si farà la conta fra i club che sostengono Macalli e il patron di Lazio e Salernitana, e i dissidenti che vogliono Gabriele Gravina e l’ex dg di Lega Pro Francesco Ghirelli.
BEPPE MAROTTA E GIGI BUFFON ALLA MESSA AGNELLI
A dicembre, il bilancio fu bocciato con 40 no, 25 sì, 2 astenuti e 2 assenti. Ma votavano i 69 club della passata stagione. Stavolta sono presenti i 60 dell’organico attuale: Macalli avrebbe 27-28 voti, i suoi oppositori 32-33. Questo, se si votasse sulla revoca: dalla convocazione, però, quella di oggi è solo la prosecuzione dell’assemblea del 15 dicembre.
ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA
All’ordine del giorno resta l’elezione di un membro del direttivo (ma i posti vacanti, nel frattempo, sono diventati tre) e la discussione sui proventi dei diritti Rai. Per i dissidenti, invece, è un’assemblea tutta nuova: su questo punto si aprirà la prima battaglia, in via preliminare. L’Italia del calcio guarda ora con più interesse a questa sfida. Paolo Toccafondi, presidente del Prato, ricorda: «Ripassate la storia: le guerre mondiali sono sempre nate da conflitti regionali».
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