OLIMPIADE CAPITALE - MEGALÒ-MALAGÒ SU ROMA 2024: “BOSTON? I VERI AVVERSARI DA BATTERE SIAMO NOI, EVITIAMO DI FARCI DEL MALE. GLI SCANDALI DEL PASSATO? MOSTREREMO AL MONDO CHE L’ITALIA SA ORGANIZZARE GIOCHI PULITI E LOW COST”

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Francesco Persili per Dagospia

 

MALAGo PALMISANO corsa di miguelMALAGo PALMISANO corsa di miguel

«No al tafazzismo, lotta alla corruzione e attenzione a tutti quegli elementi che possono danneggiare la nostra immagine all’estero. Gli scandali del passato ci sono bastati. Se poi vengono usati per dire che l’Italia non è in grado di organizzare i Giochi è chiaro che questo Paese non ha alcuna possibilità di rialzarsi». Nonostante il ginocchio ballerino, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, corre la sedicesima edizione della Corsa di Miguel con lo sguardo fisso sul traguardo olimpico.

 

Alla partenza della 10 km dedicata al poeta argentino desaparecido, il numero uno dello sport italiano ha esibito il pettorale 24 affiancato alla giovane marciatrice delle Fiamme Gialle, Antonella Palmisano, pettorale numero 20, in modo da comporre il numero 2024, in segno di buon auspicio per la candidatura olimpica di Roma.

corsa di miguelcorsa di miguel

 

Al termine della corsa, che ha radunato oltre settemila podisti, Malagò trova ancora fiato per mostrarsi ottimista. La squadra del Comitato promotore è pronta (il presidente sarà Montezemolo), le buone intenzioni non mancano. «Nessun spreco di denaro pubblico e appalti trasparenti», assicura il numero uno del Coni mentre da Boston fanno sapere: «Siamo la città perfetta per organizzare i Giochi».

 

Boston, i membri Cio, la Gianna Angeloupolos di turno (decisiva per l’assegnazione  dei Giochi del 2004 ad Atene proprio contro Roma) la corruzione, il tafazzismo italiano. Cosa teme di più?

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«L'avversario da battere al momento è Boston, ma penso che, alla fine, saranno più di 5 le città candidate. La gara per I’assegnazione dei Giochi è come il campionato di calcio. Partono in tanti ma alla fine solo uno vince. E i membri Cio fanno parte del gioco. Però io credo che i veri avversari da battere siamo noi, dobbiamo evitare di farci del male»

 

Basta solo questo? Qual è l’elemento di forza della candidatura italiana?

«Nonostante le difficoltà del Paese, l’Italia sportivamente è molto rispettata. Siamo sesti nel medagliere di sempre e nei primi dieci posti del ranking delle ultime competizioni olimpiche e poi abbiamo una lunga storia di organizzazione di eventi sportivi…»

 

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Il precedente di Italia ’90 non è molto incoraggiante: spese pazze, appalti d’oro e cattedrali nel deserto

«Bisogna uscire da quelle dinamiche che hanno caratterizzato in negativo l’organizzazione di grandi eventi anche non sportivi (Expo). Non a caso nella squadra ci sarà anche il presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. La strada è tracciata: trasparenza totale, controlli, regole.

 

A proposito di regole: in Italia abbiamo il 2,5% di casi di positività al doping. Come giudica il sistema dei controlli?

«Sulla lotta al doping siamo presi come modello a livello internazionale. Il laboratorio dell’Acqua Acetosa viene considerata una eccellenza. Siamo il quinto Paese per numero di controlli. Ma c’è un problema di risorse. Dobbiamo fare di più»

 

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Intanto Carolina Kostner è stata squalificata per aver aiutato l’ex fidanzato Schwazer ad eludere un controllo antidoping

«A livello istituzionale rispetto la sentenza ma non c’è dubbio che a livello umano e personale mi dispiace molto per Carolina. Lei sa quanto le sono vicino e mi auguro che torni presto alle gare»

 

Schwazer sogna di andare a Rio

«Ci sono delle regole e bisogna rispettarle. Col nuovo deferimento e il rischio di altri mesi di squalifica mi pare che non riesca a rientrare per i Giochi, quindi, l’argomento è chiuso».

 

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Che idea si è fatto della riapertura del caso Pantani?

«Una storia triste. Si è ritenuto che ci fossero verità nascoste o segreti non ancora emersi. Mi sembra però che non siano intervenute novità rilevanti e questa vicenda al momento sia rimasta nei termini che conoscevamo».

 

Siamo tra i venti Paesi più pigri al mondo. Cosa pensa di fare il Coni, magari in collaborazione col governo?

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«Un grande investimento sulla cultura e l’educazione sportiva. Siamo il secondo Paese col maggior numero di obesi ma siamo anche – insieme al Giappone – il Paese più longevo al mondo»

 

Non ci muoviamo ma viviamo a lungo: lo sport, dunque, fa male?

«L’esatto contrario: dobbiamo spiegare i benefici della pratica sportiva e spingere le persone a muoversi»

 

C’è troppo calcio nel nostro Paese?

«Indubbiamente. Anche se negli ultimi anni si sta allargando la base delle altre discipline sportive. Non so se sia merito degli altri sport o demerito del calcio»

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La “sua” Roma ce la farà a soffiare lo scudetto alla Juve?

«La squadra è seconda in classifica, è vero che c’è tutto il girone di ritorno ma se perde ulteriore terreno la vedo complicata…»

 

Polemiche gol/non gol: è favorevole all'uso della tecnologia nel calcio? 

"Questa è una battaglia che porto avanti dal giorno in cui sono stato eletto. L'utilizzo della tecnologia ha portato risultati ottimi in molti sport e può servire anche al calcio". 

 

 

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