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Francesco Persili per “Dagospia”
Un gol di Hazard e il solito “autobus” parcheggiato davanti a Courtois: l’allievo Mourinho mette nel sacco il “maestro” Van Gaal e il Chelsea vola verso il quinto titolo. Mentre in Spagna prosegue il testa a testa tra Barcellona e Real (con Messi che firma il gol numero 400 in blaugrana) e in Olanda il Psv torna a vincere l’Eredivisie dopo 4 anni di dominio Ajax, la Premier sembra prendere la strada di Stamford Bridge.
I Blues hanno dieci punti di vantaggio sull’Arsenal e undici sul Manchester United (che ha una partita in più) a sei gare dal termine. Premier in ghiaccio per gli uomini di Mou? Van Gaal non crede che la corsa al titolo sia chiusa: «Possiamo ancora fare 15 punti e loro perderne 18». Pura teoria. Ma l’olandese non si dà per vinto dopo aver visto i Red Devils “giocare la migliore partita della stagione” a Stamford Bridge.
Mancavano Blind, Jones, Evans, Rojo ma soprattutto Carrick, l’uomo-chiave del cubo magico di LVG, ma nessuno se ne accorge. Dopo 4 minuti, accelerazione di Shaw che smarca Rooney per un rigore in movimento. De Gea esulta ma la palla va solo sull’esterno della rete. Le statistiche raccontano di un Manchester Utd in controllo del gioco che chiuderà la partita con il 71% di possesso palla. Ma non di solo possesso palla vive una partita.
La mossa vincente è quella di Mourinho che schiera un difensore, Zouma, alla Desailly davanti alla difesa. Zero rischi, chiusura degli spazi, ripartenze. Un pallone riconquistato da Terry (con un fallo?) innesca l’azione del vantaggio: tacco di Oscar per Eden Hazard, tunnel a De Gea, 13esimo gol in campionato per il belga e delirio Blues. Nel secondo tempo il copione non cambia. Il Chelsea colpisce la traversa con Hazard, ormai lanciatissimo verso il “Premio di miglior giocatore della Premier 2014-2015”.
Il Manchester ci prova fino alla fine con un siluro di McNair, un colpo di testa di Rooney, un tiraccio di Falcao che colpisce il palo esterno e con Herrera che al 94esimo protesta per un presunto fallo da rigore di Cahill. Mourinho, già assistente di Van Gaal a Barcellona, conferma – dopo la vittoria nella finale di Champions 2010 con l’Inter sul Bayern dell’olandese – la tradizione favorevole con il suo mentore e la sua abilità strategica.
Una dote riconosciuta all’unanimità dai suoi ex calciatori: da Vitor Baia a Benzema fino a Maniche: «Molte volte abbiamo pensato che fosse uno stregone perché indovinava quello che sarebbe poi successo sul terreno di gioco». Anche stavolta il piano tattico dello Special One si rivela vincente: «Abbiamo preparato alla perfezione la gara», spiega Mou che esalta Hazard, Zouma che ha cancellato Fellaini e la “fantastica” prestazione della sua squadra. «Il migliore in campo? Azpilicueta, Matic ha lavorato come un animale così come Drogba che ha lottato contro due ragazzi che potevano essere suoi figli».
I discorsi sul possesso palla lasciano il tempo che trovano: «Puoi lasciare all’avversario il pallone anche per il 99% del tempo – attacca il portoghese - Non è un problema. Io non penso al possesso palla ma a fare punti». Per chi ama i numeri, poi, ci sono le classifiche del “Daily Mail” sulle vittorie senza prendere gol e sui gol subiti che consacrano Mourinho come l’allenatore che difende meglio nella storia della Premier. «Il risultato è la cosa più importante, il resto non mi interessa», ribadisce il portoghese atteso domenica prossima dalla supersfida contro l’Arsenal: «Titolo ormai ipotecato? Non è ancora finita, la strada per vincere il campionato è ancora lunga…». Lo Special One del catenaccio.
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