DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Marco Azzi per la Repubblica
Per lui il tempo non passa mai, è un dettaglio. “Ho visto Maradona”, cantavano ieri pomeriggio i tifosi azzurri appostati sul lungomare, in paziente e festosa attesa del ritorno del loro idolo. Mancava a Napoli da quasi tre anni: ultima apparizione nel febbraio 2014.
Ma ne sono passati trenta dal primo scudetto e l’accoglienza per Diego è sempre la stessa, trionfale: anche da parte di chi non ne ha mai ammirato le giocate dal vivo e lo venera per interposta persona, di padre in figlio. Questa volta gli hanno spalancato addirittura le porte del teatro San Carlo: dove domani notte l’ex Pibe de oro prenderà parte allo spettacolo “Tre volte 10”, organizzato e condotto da Alessandro Siani.
Non sono mancate le polemiche: su una location prestigiosa, insolita e secondo qualcuno politicamente scorretta. I biglietti sono andati a ruba, però, nonostante i prezzi alti: fino a 300 euro. Tra i primi a mettersi in fila Lorenzo Insigne, che alla fine dei ruggenti anni ’80 non era ancora nato. Maurizio Sarri, nato a Bagnoli, aveva invece già l’azzurro nel cuore. E non vede l’ora di conoscere a sua volta di persona l’eroe calcistico della sua adolescenza: «Sarebbe una magia averlo in tribuna per la sfida di oggi col Pescara. Non ho bisogno di invitarlo allo stadio, la decisione spetterà a lui: del San Paolo ha le chiavi ed è il legittimo proprietario ».
Difficile che accada. Maradona torna per business e nel menù del suo blitz napoletano (anche per motivi di ordine pubblico) non è prevista salvo sorprese la tappa di Fuorigrotta. Ma intanto il sindaco de Magistris ha messo da parte un altro mazzo di chiavi da consegnare al Diez: della città.
«A maggio organizzerò una festa al San Paolo: per il trentennale del primo scudetto e premiare Diego con la cittadinanza onoraria». “Chi ama non dimentica” è del resto lo slogan più in voga tra i tifosi azzurri, che vedrebbero di buon occhio la sinergia tra passato e presente e aspettano la mossa di Aurelio De Laurentiis, magari domani al San Carlo. Il presidente è nella esclusiva lista degli invitati e una sua offerta di collaborazione all’ex campione, magari nel ruolo di ambasciatore del club nel mondo, sarebbe il vero colpo di teatro della serata.
maradona giordano careca la magica
Ma intanto basta che sia tornato: “Ho visto Maradona”. Era già buio pesto, ieri, quando Diego ha rimesso piede a Napoli da re. Viverla solo di notte, per sfuggire a un amore eterno e soffocante, è il suo agrodolce destino.
MARADONA AL SAN CARLO, LA FORZA DELLA MEMORIA
Gianni Mura per la Repubblica
(...) Già il titolo scelto da Alessandro Siani, “Tre volte 10”, spiega tutto: trent’anni dallo scudetto. Uno scudetto che ha tante firme, ma la più grossa è di Maradona. Lo ha vinto da napoletano, non da argentino pagato dal Napoli. Ed è per questa identificazione, che resta viva a trent’anni di distanza, è per la forza della gratitudine e della memoria (altro che scurdammoce ‘o passato: il contrario) che Maradona nel cosiddetto tempio del San Carlo merita di starci. Intellettuali pro, intellettuali contro.
Mi sembrano improprie e stucchevoli le distinzioni tra cultura alta e cultura bassa. Sarà una bella festa, spero. Non mi preoccupa la presenza di Maradona, semmai quella del sindaco de Magistris che ogni tanto parla a capocchia. Mi rassicura quella di Maurizio De Giovanni, che ha dedicato l’ultimo suo libro (“Pane”) a Ed McBain (...)
MARADONA E GIANNI INFANTINO gullit maradonaTOTTI MARADONA 6CHIESA MARADONA
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