DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Giulio Cardone e Emanuele Gamba per “la Repubblica”
L’ALTRA sera, con l’adrenalina del gol ancora addosso, Alvaro Morata ha avuto un solo attimo d’incupimento: «Siamo appena alla terza giornata e già mi chiedete del Real?». È già ora, sì. Perché la Juve ne parla, il Real ci pensa e lui sarà costretto a uno stillicidio di rassicurazioni, inaugurato fin da ieri ai microfoni di Premium: «A Madrid non penso, la Juve è la mia squadra e mi trovo benissimo qui. Non posso immaginarmi altrove».
Non può, non vuole, non deve, perlomeno adesso, perché c’è un’apparenza da rispettare, una diplomazia da onorare: la Juve è il club che lo paga, occorrono parole di fedeltà. Un discorso analogo riguarda Paul Pogba: l’altro talento bianconero con dieci anni di gran carriera davanti è da tempo nel mirino del Barcellona, c’è chi dice persino già d’accordo con il Barcellona anche se il puntiglioso Raiola vorrebbe mandare il ragazzo al Chelsea, ritenendo quella di Mourinho la scuola migliore.
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Pogba non pare però entusiasta dell’idea di tornare in Premier (dove, per altro, il City sarebbe disposto a investire 100 milioni) sognando intensamente di schierarsi al fianco di Messi. Il Barça, che nel 2016 potrà tornare a operare sul mercato dopo aver scontato la pena per i trasferimenti irregolari di calciatori minorenni, ha pronti da tempo ottanta milioni. I catalani sarebbero già imparolati sia con Marotta sia con Raiola. Insomma, la morale è questa: la prossima estate i bianconeri rischiano di avere due fuoriclasse in meno ma una paccata di soldi da spendere, peraltro con facoltà di pianificare gli investimenti con congruo anticipo.
Il caso Morata non sembra attuale, invece è un tema caldissimo. La situazione è nota: nel 2014, la Juventus lo ha comprato dal Real Madrid per venti milioni lasciando però al club spagnolo il cosiddetto “diritto di recompra”, da esercitare dopo un biennio. Tra nove mesi, in pratica, il Real si può riportare a casa il centravanti allevato a Valdebebas per trenta milioni: da quelle parti, praticamente bruscolini.
L’unico ad avere la possibilità di opporsi a questo diritto sancito contrattualmente è Morata stesso, che può rifiutare il trasferimento. È per questo che Marotta sta già facendo pressioni su di lui, sui suoi agenti e sul padre del giocatore, particolarmente influente.
FINALE DI CHAMPIONS - BARCELLONA JUVENTUS
L’idea è di lusingare l’attaccante con progetti tecnici (a Madrid si sentiva messo in ombra da Ronaldo e Benzema) ma anche economici, con la preparazione di un nuovo contratto fino al 2021 da 3.5-4 milioni a stagione. In Spagna, però, c’è chi assicura che Florentino Perez si sia coperto le spalle due anni fa, facendo firmare a Morata un documento che lo impegnerebbe a tornare al Real, se il Real volesse farlo tornare.
E il Real vuole eccome: questa è una cosa assolutamente certa. La Juve sta lavorando su due fronti, da un lato sul calciatore e il suo entourage e dall’altro con le alte sfere di Madrid, puntando per lo meno a far slittare il diritto di recompra al 2017. Perché l’altra cosa sicura è che, se messo sul mercato, l’attaccante varrebbe ben più di 30 milioni. È per questo che l’affare lo sta annusando Perez.
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