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Arianna Di Cori per la Repubblica - Roma
«Queste 27 nicchie mi stavano solo aspettando». Luigi Ontani passeggia felice per la rampa del Borromini all' Accademia di San Luca. Osserva le sue variopinte ceramiche che sembrano fatte apposta per gli incavi nel muro che costeggiano la salita a spirale.
Dopo una lunga carriera, iniziata negli anni '70, in cui l' artista ha usato se stesso - fotografato, trasformato in calco, plasmato nell' argilla - per viaggiare nell' identità dell' arte nella storia, l' entrata in Accademia sembra il naturale approdo per le sue stampe lenticolari (le "Anamorpose") le grandi fotografie ("Tableaux vivants") e le ceramiche "mascherate". Da Leonardo Da Vinci a Dante, da Pollock a Trilussa, Ontani reinterpreta personaggi storici con «autoironia e seriosa leggerezza».
Abito rosso, immancabile foglia d' ontano appuntata sulla giacca assieme a un cameo - per l' occasione è l' Ontani-San Luca, la cui versione più grande s' incontra nella galleria dei ritratti al secondo piano, in compagnia di Algardi e Bernini - l' artista sembra aver trovato il luogo ideale per dare sfogo alla sua vulcanica creatività. «SanLuCastoMalinIconicoAttoniTonicoEstaEstEtico » - questo il titolo chilometrico della mostra aperta fino al 22 settembre - segna anche l' apice del suo sodalizio con la Bottega Gatti a Faenza, da anni suoi ceramisti di fiducia.«La scultura mi piace quando è colore», spiega. Vasi canopi - il primo, alla base della rampa, sotto un festone di foglie e fiori è naturalmente quello di Borromini - busti, anzi "BellimBusti", statue a figura intera, ogni lavoro è realizzato con encomiabile maestria.
«La bottega Gatti ha restaurato un forno degli anni '30 per me», sottolinea Ontani con orgoglio. Ogni dettaglio è una citazione, un gioco di parole, un riferimento alla storia. «Il Poeta porta una collana di denti d' oro - indica la statua di Dante - sono "IrriDenti"». Oltre che di ironia, le sue sculture sono anche dotate di vistosi falli che assumono le sembianze più strane: quello di "Europa", è un mappamondo, quello di "BonaventurArte", è una lingua di Menelik.
«Arte e eros sono come due sentieri attigui, entrambi illusioni libertarie», continua attraversando il cortile dell' Accademia, dove campeggia il mosaico del suo "LapsusLupus", dove l' artista carponi sembra proteggere col suo corpo due neonati. «Ma qui dentro l' illusione ha trovato la sua casa - riflette - quasi quasi lascio tutte le mie opere a San Luca».
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