DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Andrea Morigi per “Libero Quotidiano”
Cartellino giallo per l' Inter. Nei Panama Papers entra anche il club nerazzurro, unica società calcistica italiana fra le circa venti coinvolte nello scandalo delle società di comodo costituite in paradisi fiscali da politici, uomini d' affari e sportivi.
Secondo l' Irish Times, dagli archivi sarebbero spuntati anche i nomi di proprietari attuali o del passato di almeno 20 grandi club di calcio, fra cui l' Fc Internazionale di Milano, gli argentini del Boca Juniors di Buenos Aires e gli spagnoli della Real Sociedad di San Sebastian.
Inoltre, nei documenti ci sarebbero i nomi di almeno una ventina di grandi calciatori del passato e del presente appartenenti a top club del calibro di Barcellona, Manchester United e Real Madrid.
Fra i nomi citati compare anche quello dell' ex interista Ivan Zamorano. Fino a domenica, invece, il più noto era il calciatore argentino del Barcellona Leo Messi, che ora minaccia azioni legali a tutela della propria onorabilità.
In realtà, Lionel Andrés Messi Cuccittini, dopo aver spiegato in un primo tempo di aver affidato tutti propri affari al padre e di non sapere quello che firma, chiama a raccolta la famiglia, in pratica una holding, che diffonde una nota nella quale comunica che il calciatore «non ha effettuato nessuno dei comportamenti che gli vengono contestati» e definisce «accuse false e calunniose quelle che hanno disegnato una nuova trama di evasione fiscale e anche la creazione di una rete di riciclaggio di denaro».
I Messi spiegano che la loro società panamense Mega Star Enterprises è «totalmente inattiva, che non ha mai avuto fondi né conti correnti aperti». Ricostruendo la propria vicenda la famiglia Messi chiarisce che deriva da «una vecchia struttura societaria disegnata dai precedenti consulenti fiscali della famiglia Messi, le cui conseguenze fiscali per Lionel Messi già sono state regolarizzate in quel momento».
Inoltre, i Messi assicurano che hanno dichiarato di fronte alla giustizia spagnola «tutte le entrate derivanti dallo sfruttamento dei propri diritti di immagine maturati prima e dopo il procedimento dinanzi all' Agenzia delle Entrate spagnola».
Secondo la versione della famiglia del giocatore del Barcellona, nel rapporto si vincolano queste informazioni con «eventi totalmente indipendenti, che sono attualmente in via di risoluzione o anche a casi archiviati dai tribunali, come nel caso delle "partite di beneficenza"».
A loro parere, «questo è particolarmente grave quando si tratta di attribuire reati gravi come la frode fiscale e il riciclaggio di denaro, arrecando danni irreparabili per Lionel Messi». Per tutto questo, la famiglia Messi ha dato mandato alla Cuatrecasas Gonçalves Pereira di analizzare «l' eventuale presentazione di azioni legali» contro i mezzi di comunicazione che hanno diffuso la notizia.
Si difendono anche gli sportivi italiani come l' ex pilota di F1 Jarno Trulli, la cui Baker Street «è una società assolutamente dichiarata. Io sono cittadino italiano, residente all' estero da 18 anni, certificato perché ho già subito un accertamento del fisco italiano. Ho dichiarato questa società con cui faccio sviluppo immobiliare e nient' altro».
Gli altri connazionali coinvolti sarebbero un migliaio, secondo L' Espresso. Un numero che di per sé non indica l' ampiezza della presunta evasione fiscale, compiuta attraverso società offshore costituite attraverso lo studio Mossack Fonseca, almeno fin quando la Sueddeutsche Zeitung suggerisce che si tratta anche di «alte cariche dello Stato».
Luca Cordero di Montezemolo con la moglie Ludovica Andreoni
Il più famoso di tutti, in realtà, è il presidente di Alitalia Luca Cordero di Montezemolo, che fa trapelare una secca smentita: «Né Montezemolo, né la sua famiglia possiedono alcuna società offshore». Soltanto l' esponente di Sinistra Italiana Stefano Fassina lo chiama in causa: «Caro Montezemolo per opportunità istituzionale passo indietro da presidente Comitato Olimpico Roma 2024 o chiarimento».
Gli altri italiani emersi dalla lista, Oscar Rovelli e Giuseppe Donaldo Nicosia sono invece meno noti degli istituti di credito Unicredit e Ubibanca, affiorati nell' inchiesta internazionale dell' International Consortium of Investigative Journalism.
Il quotidiano The Indian Express, unico beneficiario in India dell' operazione dell' Icij, riporta infine alcuni documenti che parlano di possibili tangenti pagate dalla società italiana Elettronica spa, attraverso due entità offshore, per forniture ad Aviazione militare e Marina indiane. La compagnia ha respinto ogni accusa. In attesa della pubblicazione dei prossimi documenti, è la scelta condivisa da tutti.
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