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LO SPORT CADUTO IN TRANS - LA POLITICA SI SCONTRA CON IL MONDO DELLO SPORT PER GLI ATLETI CHE CAMBIANO SESSO - BORIS JOHNSON, PARLANDO DEL CASO DI EMILY BRIDGES, LA CICLISTA ESCLUSA DAI CAMPIONATI NAZIONALI PER "MANCATA IDONEITÀ": "NON E' CORRETTO CHE SOGGETTI BIOLOGICAMENTE MASCHI GAREGGINO IN PROVE SPORTIVE RISERVATE ALLE DONNE" - IN AMERICA, PER FERMARE ALTRI CASI COME QUELLO DI LIA THOMAS, NUOTATRICE, TRANS ENTRATA NELLA SQUADRA FEMMINILE BRUCIANDO TUTTI I RECORD, MOLTI GOVERNATORI REPUBBLICANI STANNO FIRMANDO IL "SAVE WOMEN'S SPORT ACT", CHE PERÒ…

Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”

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Intervenendo - come fa spesso - in modo irruento su un tema assai delicato, il premier inglese Boris Johnson ha spiegato che «pur essendo io vicinissimo alle esigenze e ai sentimenti di chi cambia sesso, non ritengo corretto che soggetti biologicamente maschi gareggino in prove sportive riservate alle donne». Immediata la reazione di Sally Muday, a.d. dell'agenzia governativa Uk Sport: «Su questi argomenti - ha spiegato la governatrice dello sport britannico - ci vogliono rispetto e sensibilità per la dignità umana di persone che fanno scelte incredibilmente coraggiose».

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Il riferimento è al caso di Emily Bridges, la ventunenne ciclista che sabato scorso è stata esclusa dai campionati nazionali su pista dell'Omnium per una non chiarita «mancata idoneità». Nata Zach Bridges, junior di ottimo livello tra i maschi, Emily ha completato il suo percorso di transizione da oltre dodici mesi registrando «costantemente valori di testosterone inferiori alle 5 nmol/L» come prevede il regolamento dell'Unione Ciclistica Internazionale che però -senza spiegazioni - le nega il nulla osta per gareggiare tra le donne.

 

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 Al suo fianco si sono subito schierati Comitato Olimpico e federazione inglesi e 80 tra colleghe ed ex colleghe celebri. «Il rifiuto - spiega Emily - mi ha devastato emotivamente e sta provocando episodi di bullismo nei miei confronti».

 

Oltreoceano si respira un'atmosfera molto diversa. Lia Thomas (nata Will Thomas nel 1999 ad Austin, in Texas) fresca campionessa americana universitaria delle 500 yards stile libero è stata duramente contestata da attivisti anti-trans durante le gare ma anche da alcune colleghe e dai loro genitori. Mentre la federazione internazionale la giudica idonea a gareggiare tra le donne, la politica cerca in ogni modo di impedirle di scendere in vasca.

 

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La settimana scorsa Kevin Stitt, numero uno repubblicano dell'Oklahoma, è diventato l'ennesimo governatore americano ad abbracciare il «Save Women's Sport Act» impedendo per legge nel territorio di sua competenza agli atleti transitati dal sesso maschile a quello femminile di gareggiare tra le donne, con un lapidario «ragazzi contro ragazzi, ragazze contro ragazze. Proteggiamo lo sport femminile garantendo condizioni di parità per le atlete che lavorano duramente, che si impegnano, sognano di essere le numero uno nel loro sport e meritano una competizione leale. Gli uomini sono biologicamente diversi dalle donne».

 

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La legge è stata subito impugnata davanti alla corte costituzionale da diverse associazioni per i diritti civili. In un contesto simile, a poco valgono le regole liberiste del Comitato olimpico internazionale, in vigore dal 2016, che non pongono limiti alla partecipazione alle gare a chi transita dal sesso femminile a quello maschile e impongono solo un intervallo temporale di «riposo» e una soglia di testosterone a chi invece segue il percorso inverso.

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