VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Giancarlo Dotto per il Corriere della Sport
Eccoli, i due Friedkin, alla loro prima e molto attesa intervista ufficiale da romanisti. Dan & Ryan, padre e figlio, piume delle sue piume, in tutto il loro morigerato e non scaramantico splendore. Si presentano ai tifosi del “gigante addormentato” diciassette giorni dopo il diciassette agosto, la data del closing ufficiale. E lo fanno nel migliore dei modi.
Il nuovo sogno americano a Trigoria cambia faccia e cambia copione, sceglie la sobrietà come stile. Meglio così. Nelle istruzioni per l’uso di qualche giorno fa avevamo suggerito ai Friedkin di marcare subito in modo netto la distanza dai predecessori. Basta con le fanfaronate, basta con le promesse. L’hanno fatto. Jim Pallotta è già un puntino decolorato all’orizzonte.
Davvero eccellente debutto per i due texani dalla bella faccia solare ma intensa (quanto lontana da quella cupa, selvatica, incline allo sprezzo del bostoniano). La parola “promessa” compare una sola volta nelle loro risposte, per di più associata al “lavorare” e non al “vincere”. “Promettiamo di lavorare”.
È proprio la parola “lavoro” in tutte le sue desinenze la più usata dai due, ben nove volte. Sei volte la parola “passione”, quattro volte la parola “entusiasmo” e solo due volte la parola “vincere”. A prova di un cambio di stile che vuole essere evidente già nella comunicazione. Ai meno avveduti che dovessero lamentarsi per questo eccesso di prudenza dei due Friedkin nello straparlare di titoli e vittorie, ricordiamo che il tifoso romanista non è mai stato così povero come quando è stato impregnato di promesse non mantenute, a fronte di preghiere mai esaudite. Preda degli spacconi. Gli ultimi nove anni, per capirci.
Tanto orgoglio, sembra, e nessun pregiudizio. La Premier League citata come modello segnala ambizioni forti anche se non strepitate. “Non solo business, ma tanta passione”, ritornello, vero, già sentito e abusato dai bostoniani. Il fatto è che, in bocca loro, “passione” è rimasta un’astrazione mai tenuta in piedi da una prova.
Nel caso dei Friedkin, di sicuro la prova di una straordinaria tenacia, sorella stretta della passione, nel volere la Roma, anche quando nel pianeta si è scatenato un inferno non certo propizio agli affari. Aver risparmiato più di duecento milioni non toglie valore all’impresa, anzi, sottolinea lo stellone di Dan Friedkin, cosa che non guasta per niente.
Decisamente felice e molto abile l’immagine del “gigante addormentato” riferita alla Roma e attribuita al figlio Ryan, che certo inflazionerà i titoli di giornali e siti. Sapere che uomini decisamente inclini alla ruvida prosa del fare sappiano ospitare immagini così liriche, personalmente, mi strapiace. E dovrebbe piacere a tutti voi.
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