DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
1 - BUFFON LASCIA JUVE E NAZIONALE, NON ANCORA IL CALCIO: IL PSG OFFRE UN BIENNALE
Antonio Barillà per “la Stampa”
Non è facile controllare le emozioni, fingere freddezza se archivi un pezzo di vita.
Gigi Buffon, nell' annunciare l' addio alla Juventus, ha gli occhi lucidi e la voce incrinata, danza tra ringraziamenti e ricordi, scorre diciassette stagioni: «Domani giocherò la mia ultima partita in bianconero e credo sia il modo migliore per chiudere una grandissima avventura: la mia paura era arrivare alla fine da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così: sono orgoglioso di aver potuto esprimere, fino a quarant' anni, prestazioni all' altezza del mio nome e della Juve».
LA TENTAZIONE DI PARIGI
Lascia la Juventus. E la Nazionale. Non è detto però che lasci il calcio. «Sono arrivate proposte e sfide stimolanti sia in campo che fuori, una delle più stimolanti fuori me l' ha fatta il presidente Andrea Agnelli: rifletterò e prenderò una decisione seguendo la mia indole e la mia natura».
L'età non ha appannato i riflessi né annacquato l'entusiamo, il numero uno sa di poter dare ancora tanto, ma ritiene opportuno il capolinea bianconero: «La Juve deve programmare il futuro, sono il primo che lo capisce, e poi Szczesny è un portiere di valore eccelso con tredici anni meno di me». In Italia non vestirà altre maglie, l' ovatta e gli assegni di mondi lontani non lo tentano: «Sono un animale da competizione e non mi sentirei a mio agio in campionati di terza o quarta fascia. Se continuo è perché ho l' ambizione di lottare ancora per grandi traguardi».
GIGI BUFFON ABBRACCIA ANDREA AGNELLI
Complice un tweet ammiccante, torna d' attualità il Borussia Mönchengladbach, per cui simpatizza, ma l' identikit foraggia le indiscrezioni su Real Madrid, Liverpool e Psg, top club in grado di prolungare il sogno di vincere la Champions. L'ipotesi francese è la più calda, perché a Thomas Tuchel un portiere occorre, perché il parametro zero è compatibile con il fair play finanziario e perché la proprietà qatariota potrebbe fare di Gigi un testimonial del Mondiale 2022. Già pronto un contratto biennale.
«Una giornata normale» Se giocherà ancora, rinvierà ovviamente la nuova carriera manageriale. Altrimenti sfoglierà le proposte recapitate da Juventus, Fifa e Figc. In ogni caso non sarà mai più azzurro: «Se Buffon era diventato un problema tre mesi fa, non oso pensare cosa potrebbe diventare. E non penso di meritarlo.
Il 4 giugno allo Stadium con l' Olanda non ci sarò: dalla Nazionale ho avuto il meglio mentre giocavo e non ho bisogno di altri attestati di stima e celebrazioni varie. Le persone vanno rispettate e onorate quando sono vive, non quando sono morte. Anche sabato vorrei una giornata piena di sentimenti, ma normale. Non chiedo niente se non quanto mi è stato dato: stima e affetto. Non sono adatto per le celebrazioni: da bambino non mi piaceva festeggiare il compleanno per non essere al centro dell' attenzione».
AL FIANCO DI AGNELLI
Deciderà la prossima settimana, anche se l'eventuale prosecuzione dovrà poi tener conto della possibile squalifica per i fatti del Bernabeu: «Penso sia anche giusto. Non per il comportamento in campo, perché a oggi non ho capito il senso dell' espulsione, ma per quello che ho esternato fuori. È evidente che abbia trasceso, sono dispiaciuto».
Si congeda, e gli ottanta giornalisti presenti applaudono. Come Andrea Agnelli, al suo fianco, e i dirigenti in prima fila: il vicepresidente Nedved, l'ad Beppe Marotta, il ds Fabio Paratici. Come Silvano Martina, storico agente. Come Giorgio Chiellini, che ne erediterà la fascia di capitano.
Agnelli lo racconta attraverso numeri, straordinari, ma anche inanellando aggettivi: «Altruista, carismatico, ambizioso, timido, leale, trasparente, sincero, onesto, amico, capitano. Gli eventi di quest' anno non mutano la programmazione di lungo periodo della Juve. La porta che prima di Gigi è stata di Sentimenti IV, Zoff, Tacconi e Peruzzi sarà di Szczesny: lui ha proposte sia per ruoli fuori dal campo sia per continuare a giocare, sa che avrà sempre il mio pieno supporto. Oggi devo solo ringraziarlo».
2 - BUFFON, PORTIERE DI SCANDALI
Buffon Gianluigi per http://www.lettera43.it - 01 giugno 2012
Ora da parare non c'è un calcio di rigore, o un colpo di testa ravvicinato di quelli per cui serve il giusto mix di istinto, riflessi e fortuna. E magari una mano dal guardalinee di turno (e Muntari potrebbe testimoniarlo). Ora per Gigi Buffon è in arrivo una bordata di critiche da cui è difficile difendersi, e che rischiano di far riemergere vecchi scheletri dall'armadio e ombre che parevano spazzate via una volta per tutte.
GIGI BUFFON E LA MAGLIA CON IL NUMERO 88
Giocatore straordinario, per anni il migliore al mondo nel suo ruolo senza possibilità di discussioni, ma a palla ferma le sue parole sono finite più di una volta nell'occhio della critica. Buffon sembra l'emblema di un calcio italiano che spesso fa a pugni con l'etica, nonostante i goffi tentativi di ricostruirsi un'immagine pulita affidati alla Nazionale e al selezionatore Cesare Prandelli.
NEL CALCIOSCOMMESSE DAL 2006
Perché di macchie, fuori dal campo, sulla carriera del portiere ce ne sono state parecchie. Il calcioscommesse, in primis. Il Gigi nazionale ci era già cascato una volta, nel 2006, ma ne era uscito pulito pur ammettendo di aver più volte puntato sui risultati dei campionati stranieri.
GIGI BUFFON E LO STRISCIONE CON LA CROCE CELTICA
Il procuratore federale Stefano Palazzi aveva deciso per l'archiviazione dopo aver indagato su cinque partite giocate dalla Juventus e sulle quali c'era il sospetto che Buffon e altri giocatori avessero puntato ingenti somme di denaro. Ma adesso si parla di 1,5 milioni girati a un suo amico, titolare di una ricevitoria a Parma, e i sospetti tornano pesantemente d'attualità. «Movimenti atti a tutelare una parte del suo patrimonio», ha spiegato l'avvocato del giocatore (Leggi il pdf dell'informativa della guardia di finanza).
IMPRENDITORE E TIFOSO
Eppure a Buffon gli investimenti leciti e lo spirito d'iniziativa, imprenditoriale, non sono mai mancati. Nel 2011 è diventato maggior azionista del gruppo tessile Zucchi, con il 19,6% del capitale societario. Un anno prima era sceso in campo per salvare la Carrarese, squadra della sua città natale, rilevandone il 50% assieme al collega calciatore Cristiano Lucarelli e all'ex presidente del Pisa, Maurizio Mian, portandola subito nella prima divisione di Lega pro.
GIGI BUFFON - SCANDALO DEL FINTO DIPLOMA
I soldi e gli affari non sono però le uniche passioni per Buffon. La politica sembra essere un autentico pallino per il portiere, che più di una volta ha espresso la sua opinione su ciò che serve all'Italia per crescere e uscire dalla crisi, e recentemente ha rivolto un appello per l'unità del Paese.
LE SIMPATIE FASCISTE NELLE MAGLIE E NEI NUMERI
Gianluigi Buffon e lo striscione con la croce celtica durante i festeggiamenti per il Mondiale 2006. A portarlo più di una volta al centro delle polemiche sono state le sue simpatie di estrema destra, molto più che un sospetto, testimoniate da almeno tre episodi.
GIGI BUFFON - MEGLIO DUE FERITI CHE UN MORTO
I primi due risalgono a quando il giocatore militava ancora nel Parma. In un'occasione il portiere andò sotto la curva dei suoi tifosi e mostrò una maglietta con la scritta «Boia chi molla», per poi giustificarsi dicendo di averla vista intagliata sul cassetto di un tavolo ai tempi del collegio.
LA POLEMICA PER L'88
La polemica riesplose con veemenza nei suoi confronti quando scelse la maglia numero 88. A evidenziare il potenziale collegamento col nazismo fu il responsabile dello sport della comunità ebraica di Roma Vittorio Pavoncello, che ricordò come quelle due cifre fossero un codice per indicare due volte l'ottava lettera dell'alfabeto, e quindi l'acronimo Hh, 'Heil Hitler'.
GIGI BUFFON - IN SERIE A SI SCANSANO IN EUROPA NO
Anche in questo caso Buffon, che successivamente ripiegò sul 77, disse di non conoscere affatto quel simbolo, aggiungendo di aver scelto il numero perché ricordava quattro palle e gli sembrava adatto a identificare la sua rinascita dopo l'infortunio che gli aveva fatto perdere l'Europeo del 2000.
LA CROCE CELTICA PER FESTEGGIARE IL MONDIALE
Al teorema del ragazzo ingenuo e sempliciotto è però difficile credere se si pensa a un altro episodio, capitato nel 2006, dopo la vittoria del Mondiale in Germania con la Nazionale azzurra. Durante i festeggiamenti Buffon mostrò uno striscione che riportava la scritta «Fieri di essere italiani», accompagnata da una croce celtica.
Fatti che hanno calamitato l'attenzione della critica sul portiere della Juventus, ma non quella della magistratura ordinaria.
REAL MADRID JUVENTUS - IL FACCIA A FACCIA TRA BUFFON E L ARBITRO
IL DIPLOMA TAROCCO
Eppure, scavando nel suo passato, si trova un'altra vicenda che gli ha fatto sfiorare le porte del carcere con la punta delle dita. Nel 1997 Buffon falsificò un diploma da ragioniere per iscriversi all'università, l'inganno fu svelato e nel 2001 il giocatore patteggiò la pena cavandosela con una multa di appena 6 milioni e 350 mila lire. Briciole se confrontati al milione e mezzo che ha girato al tabaccaio di fiducia «per tutelare parte del suo patrimonio».
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