
DAGOREPORT - IL GIORNO DEL GIUDIZIO SI AVVICINA, CAMPO DI BATTAGLIA: L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA DEL…
“SPALLETTI SA DI AVERE SBAGLIATO OGNI MOSSA DA COMMISSARIO TECNICO” – RONCONE AFFONDA IL COLPO SUL CT IN USCITA E SU GRAVINA CHE SI IMBULLONA ALLA POLTRONA NONOSTANTE I RIPETUTI FLOP: “IL PRESIDENTE FIGC È GIÀ RIMASTO IMPASSIBILE IN UNA SITUAZIONE ANALOGA, DOPO LA SCONFITTA CONTRO LA MACEDONIA DEL NORD, A PALERMO. MA DEV’ESSERCI UN LIMITE. QUI ABBIAMO GIÀ COMPROMESSO ANCHE LA QUALIFICAZIONE AI PROSSIMI MONDIALI. ABBIAMO APPENA ASSISTITO A UNA CONFERENZA STAMPA SURREALE, DOVE UN C.T. ANNUNCIA IL PROPRIO LICENZIAMENTO. NO, SCUSATE: E GRAVINA? DOV’È? LO BECCO IN UN VIDEO CHE GIRA SUL WEB. UNA MASCHERA TRAGICA: 'IO NON MOLLO'...” (SOTT’INTESO, LA POLTRONA) – VIDEO
Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera” - Estratti
(…) Luciano Spalletti sa di avere sbagliato ogni mossa da commissario tecnico. È un uomo mortificato, piegato, sconfitto.
Non cercava pietà, odia chiedere scusa. L’applauso dei cronisti, però, è sincero. Perché tutti, da tempo, avevamo capito che allenare la Nazionale non era il suo mestiere.
Ora, addirittura, deve farlo per una partita, decisiva, in più. Da esonerato. Il capolavoro di Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio.
Siamo tutti qui a cercare di ricordare se esistono precedenti del genere in azzurro. Ma poi prendono il sopravvento i ricordi, gli appunti mentali, certe sensazioni primordiali sottovalutate. Perché Spalletti arrivò a Coverciano direttamente dal trionfo di Napoli, dove aveva riportato lo scudetto — dopo 33 anni — con una squadra di geometrica potenza, una roba da playstation.
luciano spalletti e gabriele gravina foto mezzelani gmt088
Solo che per arrivare a realizzare tanta plastica bellezza, certe soluzioni tattiche vanno provate e riprovate, serve una monacale applicazione quotidiana, tra i birilli si sbaglia e si riprova, è un lavoro sulla postura del corpo, sul dettaglio tecnico, è qualcosa di meraviglioso e maniacale, a colpi di fischietto e di urla, perché te tu, cocchino bello, bisogna che stai un qualche centimetro più largo, se si vuole che la fase di transizione poi abbia la giusta riuscita (aveva un peso anche la suggestione del suo ipnotico slang).
La domanda, perciò, era: Spalletti riuscirà ad attuare tutto questo anche in azzurro, dove i calciatori arrivano, spesso, appena 48 ore prima della partita?
L’interrogativo rimbalzava nell’ambiente. Qualche sospiro. Vediamo, chissà. C’erano pure guardi perplessi. Ben noto, del resto, il suo tormento calcistico visionario: un miscuglio tra puro genio tattico e pignoleria prossima all’ossessione.
Walter Sabatini, amandolo, sostiene che «Luciano è un dirimpettaio della follia». Conosce certe sue fissazioni: tipo che il regista deve sempre avere almeno tre soluzioni di gioco (Pizarro, alla Roma, giurava di non averne mai meno di cinque). Gli schemi banali lo deprimono. Se capiti a cena con lui, al dolce è lì che scarabocchia sopra al tovagliolo per spiegarti come si porta il pressing sul portatore di palla avversario. Passione sfrenata, studio continuo. Pretende che i suoi calciatori vivano di aspirazioni sublimi. Gli sembrava fosse possibile anche in azzurro. Errore fatale.
Subito capisce che ha un solo fuoriclasse a disposizione: Gigi Donnarumma. Gli mancano uomini di personalità ed esperienza.
Non ha fantasisti. Non ha un grande centravanti. Deve scegliere tra quel pochissimo che offre il nostro campionato. Però invece di immaginare una squadra che giochi con schemi accessibili, semplici, dignitosi, decide che la strada migliore sia quella di metterci del suo. Cioè, più o meno, pensa: questi ragazzi li miglioro portandoli nel mio mondo psichedelico. Non è presunzione: è Spalletti. Vuole stupirci.
Così, in Germania, mentre usciamo dagli Europei, sbattuti fuori, umiliati dalla Svizzera, lui è ancora convinto di doverci chiarire meglio il suo «calcio perimetrale», che poi sarebbe dovuto diventare «relazionale». Di ritorno da Berlino, in un’alba livida, a bordo di un treno puzzolente, la sensazione diffusa è che però il licenziamento di Spalletti sia imminente. E che arrivino anche le dimissioni di Gravina.
Giancarlo Abete, del resto, si dimise sulla scia del tracollo azzurro al Mondiale del 2014, in Brasile. E Carlo Tavecchio, il tanto maltrattato Tavecchio, fece un passo indietro in seguito al fallimento nei playoff mondiali del 2017 contro la Svezia.
È vero, ci diciamo, che Gravina è già rimasto impassibile in una situazione analoga, dopo la sconfitta contro la Macedonia del Nord, a Palermo. Ma dev’esserci un limite.
La verità è che noi cronisti facciamo sempre il solito errore di pensare d’averle già viste tutte. E invece.
Gravina, con l’aria di uno che gli Europei li aveva vinti, si confermò. E confermò pure Spalletti. Spedendolo a disputare la Nations League della rinascita. Ma non è rinato nessuno (Spalletti, lentamente, ha perso lucidità, s’è irrigidito, i calciatori non lo seguivano più, e chissà ora cosa accadrà contro la Moldova, a Reggio Emilia).
gabriele gravina luciano spalletti
Qui abbiamo già compromesso anche la qualificazione ai prossimi Mondiali. Qui abbiamo appena assistito a una conferenza stampa surreale, dove un c.t. annuncia il proprio licenziamento.
No, scusate: e Gravina? Dov’è?
Che gli vuoi dire, a Gravina. Eccolo.
Lo becco in un video che gira sul web. Una maschera tragica: «Io non mollo» (sott’inteso, la poltrona).
DAGOREPORT - IL GIORNO DEL GIUDIZIO SI AVVICINA, CAMPO DI BATTAGLIA: L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA DEL…
DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA…
DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO,…
DAGOREPORT: MAI DIRE RAI! – COME MAI “REPUBBLICA” HA INGAGGIATO UNA BATTAGLIA CONTRO L’ARRIVO DI…
DAGOREPORT - ELLY HA FINALMENTE CAPITO DA CHE PARTE STARE? – IN POCHI HANNO NOTATO UNA IMPORTANTE…
FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI,…