DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Stefano Semeraro per la Stampa
Settantuno minuti di Federer millesimato, così bello e impossibile da sembrare quasi facile, quotidiano, scontato. E Nadal dall' altra parte quasi impotente a guardare il tempo e i punti che gli scappavano via. Il risultato, nella finale del Masters 1000 di Shanghai, è la quarta vittoria dell' anno su quattro incontri del Genio sul Cannibale (6-3 6-4), la terza in finale dopo gli Australian Open e Miami, la quinta filata dal 2015. L' unico squilibrio in una stagione che per ora i due si sono divisi quasi da fratelli, sei tornei e due Slam a testa.
Curioso: quando era Federer il Number One, gli scontri diretti se li prendeva quasi sempre Nadal, che infatti è ancora in vantaggio 23-15; ora che in cima al Mondiale ci sta Rafa, è Roger che non perde più. Per lo svizzero significa il secondo centro a Shanghai, il 94esimo in carriera che lo porta sullo stesso gradino di Lendl, secondo solo a Connors che levita nella leggenda a quota 109.
«Cosa è successo? Che lui ha giocato meglio di me», taglia corto il Niño, che ha un ginocchio dolorante e forse salterà Basilea e Parigi Bercy per sperare di arrivare in forma al Masters di Londra. Con 1960 punti di vantaggio è quasi sicuro di tenersi il n.1 fino al termine della stagione - e sarebbe record, a nove anni dalla prima volta. Ma con un Federer così, sul veloce, meglio non sentirsi sicuri di nulla.
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