jannik sinner

SINNER SECRETS – DALLA CURA DEI COLPI AI TEST DI FORMULA 1, DALLA MEDITAZIONE ALLA GESTIONE DEL “CONSUMO CEREBRALE”, IL NUMERO 1 DEL MONDO E’ IN CONTINUA EVOLUZIONE PERCHÉ L'ECCELLENZA CHE SI COMPIACE DI SE STESSA RISCHIA DI TRAMUTARSI RAPIDAMENTE IN MEDIOCRITÀ - JANNIK NON SI DISTRAE MAI, È SEMPRE SUL PEZZO, CONCEPISCE INSOMMA L'ALLENAMENTO COME UNA VERA E PROPRIA PRE-PARTITA - PER CARLOS ALCARAZ LA RISPOSTA DI JANNIK, OGGI LA MIGLIORE DEL CIRCUITO, È STATA UNA SPINA NEL FIANCO ANCHE A WIMBLEDON...

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Stefano Semeraro per “la Stampa” - Estratti

 

JANNIK SINNER

Un numero uno in continua evoluzione, perché l'eccellenza che si compiace di se stessa - ai massimi livelli dello sport - rischia di tramutarsi rapidamente in mediocrità. Ecco la chiave per carpire il segreto dei successi di Jannik Sinner.

 

Un perfezionista assoluto, non a caso "figlio" della mentalità di Novak Djokovic, e dell'avo Ivan Lendl, che non si accontenta del molto che ha, ma vuole limare ogni minima perfezione, passando al tornio persino i suoi strumenti migliori.

 

La forza mentale, la capacità di entrare immediatamente nel match, come un microonde umano, è sempre stata una specialità della casa, ma da qualche anno Sinner collabora con Formula Medicine di Riccardo Ceccarelli, da una vita a fianco dei piloti. Uno degli esercizi classici è quello di monitorare il "consumo cerebrale" attraverso un test che consiste nello schiacciare più velocemente un tasto quando appaiono dei colori: se il consumo è basso, Jannik è sereno.

JANNIK SINNER DOPO LA VITTORIA A WIMBLEDON

 

I dati poi vanno incrociati con un cardiofrequenzimetro, così da mettere in parallelo la salute cardiaca e quella mentale. Sinner utilizza anche tecniche cognitive con cui entra in una sorta di meditazione, finalizzata a ripulire i pensieri e automatizzare i gesti sul campo.

 

«Fin dalla prima volta che abbiamo giocato inseme si vedeva che aveva un ottimo tempismo e velocità nei colpi», conferma Djokovic.

 

«Usa la mia stessa racchetta, fra noi ci sono parecchie somiglianze, ma il lavoro che ha fatto con il suo team negli ultimi due anni è straordinario: servizio, movimento, precisione, ha migliorato tutto. Tutti parlano della velocità dei suoi colpi, ma il suo tempismo è incredibile.

 

sinner alcaraz wimbledon

Inoltre è super preciso e mette costantemente sotto pressione gli avversari». Gli allenamenti pubblici del Number One poi forniscono un'altra chiave: a differenza di molti colleghi, Alcaraz compreso, Jannik non si distrae mai, è sempre sul pezzo, concepisce insomma l'allenamento come una vera e propria pre-partita.

 

Tecnicamente uno dei suoi segreti è l'impostazione di base che gli ha fornito anni fa Riccardo Piatti, con le mani basse e la testa della racchetta molto alta. Questa postura gli consente di colpire tenendo le mani vicine e con grande anticipo. Sul diritto tiene il piede sinistro avanti, e questo gli permette di trasferire con efficacia il peso sulla palla, mentre sul rovescio, aiutato dalla capacità di "scivolare", anche sull'erba, colpisce in posizione aperta, come non molti sono in grado di fare, accorciando i tempi. «Non ho mai visto niente di simile», concede ad esempio Ben Shelton. «Quando giochi contro di lui, è quasi come se tutto fosse a velocità doppia. 

 

jannik sinner vittoria wimbledon

(...)

Per Carlos Alcaraz la risposta di Jannik, oggi la migliore del circuito, è stata una spina nel fianco anche a Wimbledon. «Ho giocato contro uno dei migliori ribattitori del circuito e ho tenuto le percentuali di servizio troppo basse. Se voglio avere una chance contro di lui in futuro - ha spiegato dopo la sconfitta -, devo lavorare su questo».

 

Esercizi di attivazione e di destrezza - calcio-tennis e manualità da giocoliere, sia con le mani sia i piedi - servono poi a migliorare l'esecuzione e la reattività, e sono diffusi nel circuito; ma è la concentrazione totale e insieme la serenità con cui li esegue a fare la differenza.

jannik sinner

 

Pazienza certosina, applicazione minuziosa. Specie sul servizio, dove in passato ha cambiato più volte la posizione di partenza dei piedi, e ultimamente ha chiuso più l'impugnatura, alzando e arrotondando anche il movimento del cosiddetto "mulinello". Insomma, il vero segreto di Jannik è... quello di non avere segreti.

 

È un combinato disposto di tutte le sue doti a trasformare la metà campo degli avversari in una sala di tortura per loro, e in un giardino di delizia per i conoscitori più raffinati del gioco.

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