spalletti acerbi

“SPALLETTI È NERVOSO, MOLTO NERVOSO: LA PARTITA CON LA NORVEGIA SI PROSPETTA UN MARTIRIO MA DOBBIAMO VINCERE” – RONCONE ELENCA LE TRAPPOLE DELLA PRIMA (DECISIVA) PARTITA NEL GIRONE DI QUALIFICAZIONE AI MONDIALI: "LA QUALITÀ INTERNAZIONALE DEI NOSTRI CALCIATORI RIMANE CLAMOROSAMENTE MODESTA - SPALLETTI SOSPETTA NEMICI SPARSI MA RICHIAMARE ACERBI È STATO UN ERRORE CLAMOROSO. NON SI RICHIAMA UNO A 37 ANNI SUONATI PER CHIEDERGLI DI MARCARE, PER UNA SOLA NOTTE, UN CALCIATORE (HAALAND). E NON SI RICHIAMA UNO CHE ERA GIÀ STATO LASCIATO A CASA PERCHÉ SOSPETTATO DI NON AVERE LA NECESSARIA TENUTA ETICA PER VESTIRE L’AZZURRO (JUAN JESUS AVEVA RACCONTATO DI AVER RICEVUTO DA LUI INSULTI RAZZISTI)" – VIDEO

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Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera - Estratti

 

(...) Luciano Spalletti è nervoso, e molto. 

spalletti acerbi

Se state pensando che non è una novità, avete ragione. Solo che stavolta può essere un problema in più. E fatale. Perché dobbiamo raccontarci la verità: siamo arrivati a questa vigilia sotto una cappa di sensazioni tremende. 

 

Gli sguardi torvi, esausti, degli azzurri nell’ultimo allenamento. Un frate che li benedice. Le occhiate severe dei cronisti che prendono appunti. Gabbia, mica Cannavaro, mica Maldini, Gabbia si tocca il polpaccio, va via. Allora mettiamo Coppola su Haaland? Ma Coppola chi? 

 

Eppure contro la Norvegia ci giochiamo subito un pezzo importante della qualificazione ai prossimi Mondiali, manifestazione che ormai siamo abituati a vedere davanti alla tivù (manchiamo dal 2014): dobbiamo vincere. Non pareggiare: vincere. La partita di Oslo è una specie di finale d’andata. Immaginando, infatti, un ragionevole e comunque non scontato cammino agevole con le altre avversarie del girone — Moldova, Estonia e Israele — non bisogna correre il rischio che l’incontro di ritorno contro i norvegesi, il 16 novembre, forse a Roma, si trasformi in uno psicodramma. 

 

All’appuntamento di stasera, purtroppo, ci presentiamo malconci (autentico eufemismo). 

spalletti rugani

Umiliati agli ultimi Europei, con la Federcalcio che si comporta come se li avessimo vinti, abbiamo attraversato la Nations League nella costante speranza di veder comparire in maglia azzurra anche solo un progetto di fuoriclasse. Ma niente: l’unico che abbiamo era, e resta, Gigi Donnarumma. 

 

La qualità internazionale dei nostri calciatori rimane, clamorosamente, modesta. Non è un’opinione, sono fatti, è cronaca, è il ricordo di Barella che corre in mezzo al centrocampo del Psg come dentro un mortificante «torello». Oppure vogliamo parlare di Dimarco, che Doué saltava come una sagoma di cartone? E lasciamo stare lo sguardo sgomento di Bastoni, mentre i francesi gli arrivavano addosso in un girotondo psichedelico. 

 

Così arriviamo pure ad Acerbi. Un altro che, nella tragica notte di Monaco, vagava nella sua area. A lui si pensò — presenza poi sembrata indispensabile dopo gli infortuni di Calafiori e Buongiorno — non appena scoprimmo che avremmo dovuto incontrare la Norvegia del mastodontico Erling Haaland. Richiamarlo è stato un errore clamoroso.

 

Non si richiama uno a 37 anni suonati per chiedergli — più o meno velatamente — di marcare, per una sola notte, un calciatore. E non si richiama uno che era già stato lasciato a casa perché sospettato di non avere la necessaria tenuta etica per vestire l’azzurro (dopo che Juan Jesus aveva raccontato di aver ricevuto da lui insulti razzisti). 

luciano spalletti

 

Poi, certo, Acerbi sbaglia perché comunque la maglia azzurra si onora e si corre ad indossarla. E se proprio devi rifiutare la convocazione, alzi il telefono e spieghi bene cosa ti passa per la testa, e il rancore che covi. Non mandi un whatsapp. Ma chi sei? Sei uno che s’è fatto prendere a pallate da Dembelé. 

 

Però è un episodio che spiega bene anche la scena (confusa? nervosa?) su cui si muove questa comitiva azzurra. Rifiutata da calciatori prossimi alla pensione, cerca difensori dimenticati — «Rugani, scusa, dov’è che gioca? All’Ajax? Ma dai?» — dimentica a casa, si suppone per misteriosa ripicca del c.t., uno come Gianluca Mancini, pilastro della Roma di Claudio Ranieri, convoca esordienti (tipo Coppola), e intanto tutti pensiamo che comunque non c’è solo Haaland da fermare (40 gol su 41 partite con la maglia della Norvegia, e 31 in quest’ultima stagione con il City): ma ci sono pure Sorloth (24 gol, quest’anno, nell’Atletico Madrid, e 23 nel curriculum con la Nazionale) e il delizioso Odegaard, capitano dell’Arsenal. 

 

Perciò non avremmo bisogno solo d’un buon difensore centrale, ma anche di un’idea di gioco dettagliata, capace di rendere sopportabile l’assenza di campioni. 

luciano spalletti foto lapresse 1

Messa così, d’accordo, la partita di questa sera si prospetta come un martirio assicurato. 

 

Però noi siamo l’Italia. E questo sposta sempre un po’ il pronostico. Non tanto per la stucchevole storiella che nelle difficoltà ci esaltiamo. È per qualcosa di più intimo, ancestrale, forte: è che siamo capaci di inusitate botte d’orgoglio. 

 

Perciò, ragazzi, stasera trovate il modo di fermare quei giganti biondi. Marcateli a uomo (ricordatevi come il mitico Claudio Gentile strappò la maglia a Zico), segnate in contropiede, fate un po’ come vi pare. Avete un incarico preciso: dovete portarci ai Mondiali... 

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