DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Roberto Condio per “La Stampa”
Oggi, 563 giorni dopo la maligna urna di Bucarest, comincia finalmente il girone F di Euro 2020, il più duro e al tempo stesso affascinante della storia del calcio. Mai un grande torneo aveva proposto così presto sfide tanto nobili: s' incrociano subito il Portogallo campione in carica, la Francia mondiale nel 2018 e la Germania in calo da un triennio ma mai da sottovalutare e con un albo d'oro infinito. Completa il poker l'Ungheria, che fa simpatia perché capitata malissimo e allenata dal torinese Marco Rossi e che peraltro merita rispetto in quanto imbattuta da 9 partite.
«Farò il meglio per me»
Morale: se questo Europeo della rinascita è cominciato con un'Italia tambureggiante, big già pronte, bei gol e il dramma a lieto fine di Eriksen, c'è la possibilità che il meglio debba ancora venire. Verificheremo oggi, nel giorno dei campioni. Delle tre Nazionali e dei tre ct (Deschamps, Löw e Santos) che hanno vinto i 5 titoli assegnati tra il 2014 e il 2019.
Di Ronaldo e di Mbappé, il meglio in circolazione con Messi e Neymar. Si comincia con Ungheria-Portogallo e un Francia-Germania che si gioca a Monaco di Baviera. Sfide perfette per rendere ancora più speciale il via della poule di ferro. Perché Budapest ha l'unico stadio con le porte completamente aperte e ospiterà 65 mila spettatori. Perché il primo match di sempre tra Bleus e bianchi tedeschi a valere per un girone iniziale vedrà 21 su 22 titolari (manca Lloris del Tottenham) protagonisti dell'ultima Champions.
Impossibile pretendere di più a livello di Nazionali. La pole, e non soltanto perché comincia prima, se la prende però ancora CR7. Oggi diventa il primo a giocare 5 Europei e può subito staccare Platini al vertice della classifica marcatori. Ma già ieri s' è ripreso la ribalta. Interrogato sul suo futuro, ha buttato lì uno scontato: «Ora il punto cruciale è l'Europeo e voglio partire col piede giusto».
Aggiungendo però: «Restare alla Juve o andare via? Non ho più 18 anni, quando vivevo notti insonni pensando al dopo. Ora ne ho 36 e quel che verrà sarà la cosa migliore per me». Zero certezze e, quindi, dubbi bianconeri che crescono.
Come la voglia di Ronaldo di aggiornare la storia. Arrivato a 104 gol in Nazionale, è a -5 dal record dell'iraniano Ali Daei e l'Ungheria gli porta bene (due doppiette negli ultimi tre scontri). Il ricordo del 3-3 strappato in rimonta ai magiari, decisivo per arrivare da ripescato agli ottavi dell'Europeo poi vinto, non inquieta il 5 volte Pallone d'oro: «Loro sono molto organizzati e giocano in casa, ma rispetto al 2016 noi siamo squadra più giovane e con un potenziale maggiore».
Loro, gli ungheresi, hanno un allenatore che l'Italia snobba e degli assi portoghesi dice: «Sono stracelebrati, al massimo potrei fargli da giardiniere o autista...». Rossi, però, assicura: «Non faremo l'errore dei turchi con l'Italia: se ti chiudi e basta, il gol prima o poi lo prendi». Ben altra partita dovrebbe essere Francia-Germania. Deschamps e Löw hanno un solo punto in comune: per risolvere problemi hanno richiamato i grandi vecchi Benzema, Hummels e Müller.
Ma la Germania del ct che a fine torneo lascerà a Flick pare ancora lontana dal top, mentre i Bleus (16 vittorie nelle ultime 20) viaggiano che è un piacere. Appena sfiorati da due polemichette che hanno coinvolto Mbappé sul rigorista da designare e sui palloni che Giroud dice di non ricevere (quando gioca...). Deschamps fa spallucce: «Ci danno tutti favoriti? Accettiamo il ruolo».
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