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Luca Marianantoni per gazzetta.it
Non è la chiusura di un cerchio, ma solo un’altra pietra miliare di una storia ormai lunga 13 anni. Vasto quanto il flashback che, all’ingresso in campo, questa sera deve avere attraversato le menti del Fedal, la mitica creatura, originata dal binomio Federer-Nadal. Tutto è iniziato qui, a Crandon Park, nel 2004. E stasera, in una finale rigorosamente over30, le lancette dell’orologio hanno iniziato a girare al contrario. Allora, al terzo turno del torneo di Miami, l’impertinente 17enne di Maiorca sorprese 6-3 6-3 il campione già affermato. Fu la posa della pietra di una rivalità che conta ormai altri 36 mattoni. La maggior parte portati da Nadal.
La vittoria di Federer di questa sera 6-3 6-4 però non è da ritenersi una vendetta. Quella se la prese, appena un anno dopo, il 3 aprile 2005, nella finale dello stesso torneo. Gli ci vollero 5 set, ma alla fine la spuntò 2-6 6-7 7-6 6-3 6-1. Stasera ne sono bastati 2 e anche veloci per firmare il triplete Australian Open,-Indian Wells-Miami che gli mancava dal 2006 e che condivide solo con Sampras, Agassi e Djokovic. A Nadal, invece, nonostante abbia giocato qui la quinta finale, non riesce proprio di aggiungere questo Masters 1000 al suo prestigioso palmares: Djokovic e Federer glielo hanno negato due volte ciascuno, e nel 2008 ci pensò Nikolay Davidenko.
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