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TENNIS E CALCIO: SI GIOCA TROPPO E IN CONDIZIONI ESTREME – POLEMICHE A NON FINIRE SUI CALENDARI: AL TORNEO DI SHANGHAI SETTE FORFAIT TRA I TENNISTI (COMPRESO SINNER) E POLEMICHE PER L’UMIDITÀ ALL’85% - I MEDICI SPORTIVI PROTESTANO PERCHÉ IL LIVELLO DI STRESS HA SUPERATO LA SOGLIA E IL SINDACATO CALCIATORI DENUNCIA IL GRADO DI USURA - KLOPP È CONVINTO CHE I GIOCATORI VOGLIANO DIMINUIRE LE PARTITE. PERÒ NESSUNO CEDE (ANCHE PERCHE’ PIU’ PARTITE, VUOL DIRE AUMENTARE IL GIRO DI GUADAGNI) - IL CASO MILAN-COMO IN AUSTRALIA E LA RICERCA DI NUOVI MERCATI - VIDEO
Djokovic is down ?
Munar wears him down in a 74 minute set! We have one more set to play ?#RolexShanghaiMasters pic.twitter.com/z1fpmaZYh6
— Tennis TV (@TennisTV) October 7, 2025
Giulia Zonca per "la Stampa" - Estratti
novak djokovic vomita a shanghai
Nella dettagliata raccolta dati dello sport contemporaneo manca il parametro sul livello di fastidio. Quello che gli atleti vivono all'interno, sospesi tra sostenibilità e ricchezza e quello percepito fuori. Dove aumenta l'irritazione sull'incoerenza totale.
Si gioca troppo e in condizioni estreme. No, si gioca con un calendario insensato che andrebbe rivisto. Smettiamo di aggiungere appuntamenti, fermi è diverso: ne vanno inventati di nuovi per attrarre un pubblico alternativo.
Le ultime generazioni si annoiano, sì ma succede perché servono più sfide tra campioni e allora allunghiamo i calendari.
Dentro il cestone c'è il tennis a Shanghai che fronteggia ritiri in serie e spinge l'Atp a ipotizzare regole base per fermarsi davanti al caldo estremo e la partita di serie A in trasferta in Australia.
Se i medici sportivi protestano perché il livello di stress ha superato la soglia e il sindacato calciatori denuncia il grado di usura e lo sfruttamento del talento, come si può giocare Milan-Como a Perth o inserire l'amichevole Inter-Atletico Madrid in Libia durante la finestra dedicata alle nazionali.
Il tennis ha proposto scene inquietanti a Cincinnati dove Sinner ha abbandonato la finale e le ha peggiorate in Cina, dove i forfait sono sette e resiste il 38enne Djokovic che un po' gongola e un po' soffre. I campioni possono gestire i propri appuntamenti, ma non vedono il punto di equilibrio tra i considerevoli guadagni e la fatica ingestibile.
I ritiri hanno raggiunto il 4,9%, e i Masters 1000 non sono aumentati, però si sono allungati, soprattutto le condizioni in cui giocare si sono fatte pesanti.
Eppure, depennare un torneo è complicato, i vincoli sono tanti e spesso gli sponsor tecnici prevedono detrazioni per chi cambia programma, meglio i crampi da sfinimento e certificare il ritiro sul campo.
Il calcio gira intorno alle solite contraddizioni, ma se fino a oggi possono anche aver avuto un senso in fasi di continui cambiamenti, ormai ci sono abbastanza informazioni per fare scelte consapevoli.
Chi guarda non può decidere la strada, tocca solo ai protagonisti. Hanno il diritto di impostare la carriera come credono e spremerne il massimo, però è arrivato il momento di trovare una intesa. Vale per i singoli e per le società. Se bisogna andare a giocare in Australia per coltivare risorse e restare competitivi, non si può poi parlare di sciopero davanti a stagioni infinite.
Anche rifugiarsi dietro all'idea che sia obbligatorio trovare ulteriori introiti per reggere la concorrenza è pretestuoso.
Tutti lo fanno: a Milan-Como downunder risponde Barcellona-Villarreal a Miami. Chi ha più possibilità le aumenta e la rincorsa è senza sosta. Con profitto, certo.
Però l'Italia ha iniziato a traslocare la Supercoppa negli Stati Uniti già negli Anni Novanta, si concede all'Arabia Saudita da otto anni e nel mentre è sempre alle prese con gli stessi limiti. I club lamentano di non essere competitivi sul mercato e non importa quanto si allargano gli orizzonti, il problema resta lì. O almeno viene riproposto.
Jurgen Klopp, rigenerato dopo aver abbandonato le panchine, è convinto che se i giocatori potessero sedersi attorno un tavolo chiederebbero di diminuire le partite. Però, comprensibilmente, nessuno cede: la categoria aspetta che sia il sistema a sanarsi da sé.
Legittimo, solo che è ora di essere onesti sulla posizione. Vale per i calciatori, per i tennisti e per i cestisti Nba. Lì per reggere le 82 partite stagionali si procede a un turn over fisso che scontenta il pubblico, così si rilancia con un numero di presenze dovute in un continuo frullatore di ipotesi.
Adesso il quadro è chiaro, tocca scegliere. Troppo semplice per il pallone incolpare la Fifa che ha voluto a tutti i costi il Mondiale per club.
novak djokovic vomita a shanghai
jannik sinner
jannik sinner si ritira al master di Shanghai
jannik sinner
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