
FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO"…
IVAN ZAZZARONI SPIEGA PERCHE’ REINTEGRARE ZANIOLO CONVIENE SIA A LUI CHE ALLA ROMA - "IL DISAPPUNTO DEI FRIEDKIN NON È FASTIDIO, LA RABBIA DEI TIFOSI NON È CASTIGO, LA VOGLIA DI NICO DI FUGGIRE NON È TRADIMENTO. SONO CERTO PERÒ CHE SE LA PROPRIETÀ DECIDESSE DI REINTEGRARE ZANIOLO, MOU LO ALLENEREBBE E CONSIDEREREBBE COME HA SEMPRE FATTO. IN TAL CASO LA REAZIONE DELLA SQUADRA DOVREBBE ESSERE GESTIBILE. RESTA DA VEDERE COME LA PRENDEREBBE LA CURVA CHE…"
Estratto dell'articolo di Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
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Tanto si sa chi ha toppato di brutto: Nicolò. Un’insofferenza quasi patologica, troppi voli di fantasia e qualche consiglio sbagliato (sempre che li ascolti, ci sono anche quelli buoni) l’hanno spinto a oltrepassare il confine del buonsenso, della professionalità e perfino del mercato. Agli americani sono girate le balls, mentre Mourinho, col quale Nico ha sempre avuto un buon rapporto («non si è mai risparmiato, allenandosi e giocando al massimo» le parole del tecnico), ha tutelato - per ruolo, natura e contratto - gli interessi del gruppo e dell’azienda: il giorno che José se ne andrà - mi auguro il più tardi possibile - aprirà il “libretto nero Special” e allora ci sarà da divertirsi. E qualcuno tremerà.
Non sono nella testa di Dan Friedkin - mi basterebbe il portafoglio - per cui non so dire se sia disposto o meno a siglare una tregua ancorché di convenienza: sento parlare di causa per inadempienza, la ritengo insostenibile. Sono certo però che se la proprietà decidesse di reintegrare Zaniolo, Mou lo allenerebbe e considererebbe come ha sempre fatto. In tal caso la reazione della squadra dovrebbe essere gestibile: sono tutti professionisti a modino. Resta da vedere come la prenderebbe la curva che non ha affatto gradito il “tradimento”.
Nico ha 24 anni e se da questa storia riuscirà a ricavare un insegnamento potrà ancora ritagliarsi una bella carriera anche a livello internazionale. Tornare sulla terra, scusandosi in fretta con tutti, è quello che gli suggerisco. Il calciatore senza campo non è più calciatore, la società che paga il calciatore senza campo perde soldi e risorse tecniche. Impegno, serietà, assist e gol sono la medicina che cura mali, malesseri e malumori.
A ben pensarci, certe zuffe non vanno affrontate con i ritmi della cronaca: il disappunto dei Friedkin non è fastidio, la rabbia dei tifosi non è castigo, la voglia di Nico di fuggire non è tradimento.
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