Estratto dall'articolo di Enrico Currò per "la Repubblica"
roberto mancini
L'Italia è la favorita dell'Europeo, dietro la Francia campione del mondo. Questo proclamano le quote dei bookmaker e argomentano i commentatori stranieri di ogni ordine e grado, eccezion fatta per i francesi, sciovinisti per l'oggettiva forza della loro squadra.
Sul primato del bel gioco, però, il consenso è transalpino. Se ne inorgogliscono i classici sessanta milioni di ct, mitica casalinga di Voghera inclusa: si divertono con le spettacolari partite degli azzurri, cui riconoscono valore unificante sotto i divisivi effetti della pandemia.
manuel locatelli
Che gli italiani si potessero innamorare di nuovo di loro sembrava inverosimile, quando Mancini venne contattato dal suo ex compagno di Nazionale Costacurta, all'epoca vicecommissario di una federazione riemersa dal disastro della mancata qualificazione al Mondiale.
tifosi italiani
Invece l'anno 4 d.A. (dopo l'Apocalisse, ex presidente Tavecchio dixit) è cominciato con lo scenario più imprevisto: l'Italia gioca meglio di tutti, vince più di tutti, attacca più di tutti, segna più di tutti, subisce meno gol di tutti, insomma Francia a parte è la più temuta da tutti.
la nazionale italiana
Si è affrancata dal peso atavico di essere la più forte in difesa perché è diventata la più forte in attacco (notoriamente anche la migliore difesa: se il pallone sta nell'altrui metà campo, non sta nella propria).
I pronostici che la danno possibile trionfatrice dell'Europeo poggiano su solide basi. Il torneo meno scontato non di rado ha premiato il gruppo più coeso, non il più qualitativo, vedi Cecoslovacchia, Danimarca, Grecia e in fondo anche il Portogallo dell'ultima edizione, con la finale giocata quasi per intero senza Cristiano Ronaldo.
jorginho
L'evidente coesione del gruppo di Mancini si traduce in aiuto reciproco, all'interno di un sistema canonizzato per distribuire la fatica. Il possibile turnover massiccio domenica col Galles, a qualificazione agli ottavi già acquisita, potrebbe estendere al massimo il concetto: Zoff nel 2000 e Conte nel 2016 cambiarono 8 giocatori tra la seconda e la terza partita, Mancini (che sta recuperando Verratti) ha la tentazione di superarli, consapevole che i 10 giorni di riposo tra la Svizzera e l'ottavo del 26 giugno sarebbero per molti un intervallo propizio alla piena ricarica atletica.
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