conte ursula
DAGONEWS
La situazione a Bruxelles è più rognosa di quanto non appaia: Polonia e Ungheria hanno messo il veto sul Recovery Fund perché non vogliono nessun riferimento allo stato di diritto (separazione dei poteri, autonomia della magistratura, stampa libera) tra le condizioni per ottenere i soldi del Next Generation EU, il ribattezzato Recovery Fund. In più resta in ballo la Brexit: entro lunedì bisogna capire se la trattativa va avanti o l'uscita del Regno Unito sarà senza accordo.
Come se non bastasse, Ursula von der Leyen è inviperita con Conte. In tutti questi mesi il governo italiano non è riuscito a presentare il piano con i dettagli di spesa del Recovery Fund. Finché non arriva, la Commissione non può iniziare il (lungo) processo di valutazione e dunque non può erogare i fondi. Tanto che oggi la stessa Ursula twitta che l'Italia ha appena ricevuto 6,5 miliardi dal fondo SURE per il sostegno al lavoro ma che ''altri fondi arriveranno''.
?? Sono lieta di annunciare che oggi l’Italia riceverà altri €6,5mld sotto forma di prestiti a titolo di SURE.
SURE finanzia i regimi di disoccupazione parziale durante la pandemia e contribuirà a tutelare i posti di lavoro.
Altri fondi arriveranno presto. L’Europa è con voi.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 17, 2020
DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN
Quali fondi però? Non lo può dire perché non ha nessun elemento in mano che glielo permetta. Come reagisce il nostro premier davanti alla furia della povera Ursula? Spiegando che da ogni ministero è arrivata una lunga lista di micro-piani, e che è molto difficile fare ordine tra tutte le richieste e produrre un unico progetto di investimenti e ripresa.
Pora stella, peccato che però Giuseppino trova il tempo di gira come una trottola per convegni, seminari, incontri, Stati Generali, presentazioni. Vuole dirci che ha più a cuore la propria immagine che l'urgenza di fare arrivare all'Italia i soldi necessari per uscire dal baratro della pandemia? Nel frattempo Francia e Spagna, ovvio, i loro piani li hanno presentati.
Nel mezzo di questi rapporti burrascosi tra Roma e Bruxelles si inserisce la proposta di Sassoli di cancellare il debito pubblico creato durante la pandemia e di mettere da parte il Mes come istituzione (evoca troppo la crudeltà della troika con la Grecia) e di trasferire quei miliardi proprio alla Commissione Ursula, che avrebbe molta più libertà politica e finanziaria.
MERKEL E SASSOLI
La dago-lettura di ieri, ovvero che Sassoli ha lanciato questo sassolone nel dibattito politico anche per guadagnare i consensi dei 5 Stelle in vista di un futuro ruolo in Italia (Quirinale o Palazzo Chigi) è oggi confermata dall'editoriale di Stefano Folli su ''Repubblica'':
Sassoli potrebbe, ad esempio, proporsi per guidare l'alleanza Pd-M5S in vista delle prossime elezioni. O magari potrebbe sostituire Conte prima della fine della legislatura, sulla base di un nuovo patto di maggioranza che restituisca al Pd Palazzo Chigi. Supposizioni. Di certo la teoria del debito condonato sembra fatta apposta per costruirsi una base di consenso nel mondo dei 5S; e inoltre, forse soprattutto, per tagliare l'erba sotto i piedi dei nostri "sovranisti", da Bagnai a Borghi.
L'elemento in più è che l'uscita di Sassoli arriva dopo un confronto con Merkel e von der Leyen: i tre si sentono molto spesso e hanno concordato di usare il presidente del Parlamento Europeo – figura politica, elettiva e meno legata agli equilibrismi istituzionali della Commissione e del Consiglio – come prima linea, per lanciare le proposte più ardite e più indigeste ai frugali (e non solo).
sassoli gualtieri
L'unico che soffre davanti al protagonismo di Sassoli è il mesto Gualtieri, che si sente scavalcato nel ruolo di negoziatore economico italiano…