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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
di Valentina Tocchi per Il Messaggero
Britten e Bach, Tchaikovsky e Saint Saens, infine la conclusione con una ritmata danza zingaresca, quella di Pablo de Sarasate. à stato questo il programma del concerto - musicalmente mutevole, appassionante e appassionato - con il quale Uto Ughi si è esibito ieri sera all'Auditorium Conciliazione, in occasione della serata conclusiva di «Uto Ughi per Roma», manifestazione di musica classica ideata dal maestro e dedicata alla Capitale.
Ad ascoltare i virtuosismi di Ughi, accompagnato dall'Orchestra dei Filarmonici di Roma di cui è direttore e dal primo violino Maryse Regard, non mancava ieri una prestigiosa platea molto istituzionale di melomani e ammiratori del maestro.
Accolti dall'organizzatore e coideatore dell'evento Alessandro Casali, infatti, a godere della musica che «fa bene all'anima» c'erano il Guardasigilli Paola Severino con il marito, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera accompagnato dalla bella moglie Giovanna Salza, i ministri del Welfare e dei rapporti con il Parlamento Elsa Fornero e Piero Giarda, il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, il vicepresidente del Csm Michele Vietti, il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e Giancarlo Cremonesi, presidente della Camera di Commercio di Roma.
E se nei giorni scorsi a godersi il suono del prezioso violino Stradivari di Ughi si erano dati appuntamento ammiratori del maestro come Gianni Letta, ieri sera era la volta del presidente Rai Anna Maria Tarantola e del comandante generale della Guardia di Finanza del Lazio Filippo Ritondale, ma anche del direttore di Raiuno Mauro Mazza, dello stilista Renato Balestra. E ancora: Maria Pia Fanfani, Mauro Masi con Ingrid Muccitelli, la contessa Cristiana Paoletti del Melle, Janet De Nardis.
Come era avvenuto durante le altre serate della manifestazione - che dal 25 settembre a ieri si erano svolte alternativamente nella Basilica dell'Ara Coeli e in quella di Santa Sabina all'Aventino, senza tralasciare una tappa nel carcere di Rebibbia al cospetto di 250 detenuti - l'evento ha rappresentato al meglio il «concerto tipo» di Ughi.
Secondo una consuetudine da lui ideata ormai alcuni anni fa, infatti, il grande artista non solo non si è fatto sfuggire la possibilità di introdurre a voce i pezzi che stava per eseguire, con aneddoti e curiosità , ma ha optato anche per l'interattività del bis, arrivando a interpellare direttamente il pubblico in sala per chiedere: «Cosa volete che vi suoniamo? Qualcosa di rasserenante o qualcosa di entusiasmante? Se avete delle preferenze, ditelo!».
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