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Emilio Pucci per “il Messaggero” - Estratti
ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI
È finita 12 a 10, con Fi che ha votato in maniera difforme dagli alleati. Maggioranza e governo ieri sono andati sotto in commissione bilancio al Senato sul dl fiscale. Esito previsto: il braccio di ferro sulla conferma del taglio del canone Rai di 20 euro - battaglia della Lega che aveva visto l'opposizione degli azzurri - andava avanti da giorni e tutti i tentativi di mediazione erano falliti, nonostante il lavorio sottotraccia del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Riunioni su riunioni, slittamento del voto in più occasioni, poi il ko. I forzisti sull'emendamento del Carroccio hanno alzato le barricate fin da subito. Ora bisogna rimettere insieme i cocci ma il tonfo è stato pesante. Salvini aveva già capito l'esito della votazione, gettando di primo mattino l'acqua sul fuoco: «Forza Italia non vuole abbassare il canone Rai? Mi spiace non per la Lega, ma per gli italiani: se quella tassa non sarà tagliata lavoreremo lo stesso su altri fronti».
antonio tajani giorgia meloni al senato foto lapresse
Adesso il Carroccio dovrebbe presentare l'emendamento alla Camera. Con Salvini che non ha mancato di ricordare che «anche Berlusconi voleva abolire il canone Rai». «Non c'è nessun inciampo nel governo, c'è coesione. Siamo sempre stati coerenti. Bisogna trovare 430 milioni dal bilancio per finanziare la Rai.
MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI RAI CANONE
Con quei soldi invece si possono tagliare veramente le tasse. Non era un impegno del programma», ha detto l'altro vicepremier Antonio Tajani. E ancora: «Si sta facendo un affare di Stato per un emendamento...». Il ministro degli Esteri ha respinto la tesi che dietro il "no" degli azzurri ci sia la famiglia Berlusconi per interessi aziendali: «La vostra è una vera ossessione», ha risposto ai cronisti, «sono grande e grosso, ho 70 anni, ma vi pare che prendo ordini da qualcuno?».
Che ci sia una differenza di vedute con la Lega lo ha certificato lo stesso segretario del partito degli azzurri («Siamo diversi») dopo aver rivendicato un peso maggiore all'interno della coalizione: «Che siamo la seconda forza lo dicono i numeri». E, se non fosse abbastanza, in serata ha rilanciato su un altro tema di contrasto con il Carroccio, la cittadinaza, promettendo che «FI andrà avanti sullo Ius Italiae» nella convinzione che «anche la Lega si convincerà». Ma dei contrasti in atto Giorgia Meloni non fa mistero di essersi stancata.
La premier ha parlato con Tajani a margine della decima edizione dei Dialoghi mediterranei, poi al telefono con Salvini. Lapidario il commento da palazzo Chigi: «Il governo è fortemente impegnato nel sostegno a famiglie e imprese, operando sempre in un quadro di credibilità e serietà», per questo motivo «l'inciampo della maggioranza sul tema del taglio del canone Rai non giova a nessuno».
Ora bisognerà capire se il duello tra FI e Lega si riproporrà nell'Aula di palazzo Madama quando si voterà il dl fiscale, o durante la discussione sulla Manovra alla Camera. Intanto il partito di via Bellerio si è vendicato in commissione sullo stesso decreto legge: quando in votazione è arrivato l'emendamento di FI sulla sanità calabrese, guidata dal presidente forzista Occhiuto (capofila della battaglia contro l'autonomia differenziata), è stato il Carroccio ad astenersi, e anche questo emendamento è stato bocciato. Il senatore azzurro Claudio Lotito ne ha chiesto conto al presidente della commissione Finanze al Senato, Massimo Garavaglia. «Avete combinato un casino», la risposta sibillina dell'esponente della Lega irritato non poco dall'atteggiamento di FI sul canone Rai: «Noi siamo convinti che la politica sia mediazione, non ricatto, tutto qua».
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresseROBERTO OCCHIUTO antonio tajani comizio finale per le regionali in umbria foto lapresse
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