DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Bruno Ruffilli per "la Stampa"
Il social network dietro le spalle, il metaverso davanti. E un cambio di nome, a segnare per Facebook un taglio netto col passato: il momento della svolta potrebbe essere Connect, l'appuntamento annuale dove vengono presentate le novità per la realtà virtuale e la realtà aumentata.
Ma il recente annuncio di 10 mila assunzioni solo in Europa per lo sviluppo del metaverso è già un segno chiarissimo del nuovo corso, oltre che una mossa strategica per Facebook: «Mark Zuckerberg cerca di mettere da parte i problemi che non ha saputo risolvere con Facebook e spostare l'attenzione del pubblico e dei legislatori su una piattaforma tutta nuova», osserva Carolina Milanesi, analista di Creative Strategies. «Gli serve un marchio che gli dia credito com' era per Facebook all'inizio».
Già, perché nei 17 anni di vita del social network, gli ultimi sono stati piuttosto burrascosi: dallo scandalo di Cambridge Analytica nel 2018 all'uso politico della piattaforma, dalle ripetute accuse di violazione della privacy alla diffusione di fake news, dalle indagini dell'Antitrust dai due lati dell'Oceano Atlantico fino alle rivelazioni di Frances Haugen, l'ex dirigente che ha raccontato ai media come negli uffici di Menlo Park l'unica regola sempre rispettata sia quella del profitto.
Eppure gli iscritti di Facebook non sono mai diminuiti (oggi sono circa 2,9 miliardi in tutto il mondo), né le azioni hanno fatto segnare cali di rilievo. Anzi, se Zuckerberg ha passato gli ultimi quattro anni a chiedere scusa pubblicamente, da qualche tempo pare più deciso a controbattere ad accuse e critiche.
Due anni fa Facebook cambiò logo, distinguendo quello del gruppo che include Instagram, WhatsApp, Oculus, Messenger e altre app (in maiuscolo e nei colori dell'arcobaleno) da quello del social network, che rimase blu come all'inizio.
Fra una settimana potrebbe succedere di nuovo, ma stavolta ci sarebbe anche un nome diverso, e in Rete molti pensano che possa essere "Horizon", già comparso in diversi prodotti legati al metaverso, come la piattaforma di collaborazione professionale Horizon Workrooms, dove i vari membri interagiscono tra loro sotto forma di avatar digitali. «Se il metaverso avrà successo non ci ricorderemo più né delle facce né del libro», commenta Milanesi.
Per Zuckerberg il metaverso è un insieme di spazi virtuali dove creare ed esplorare con altre persone che si trovano in luoghi fisici diversi. Il termine è stato coniato nel 1992 dallo scrittore cyberpunk Neal Stephenson per descrivere un mondo virtuale dove le persone trovano rifugio da quello reale, pieno di illusioni e violenze. Che però, nel suo "Snow Crash", lo rendono più simile al Facebook di oggi che alla Second Life di 10 anni fa.
Ma tutto il mondo dei social network come lo conosciamo sta cambiando. Cresce a dismisura TikTok, e con esso ByteDance, l'azienda cinese che lo controlla. Pinterest da piattaforma per condividere spunti e idee potrebbe diventare una grande vetrina di acquisti controllata da PayPal (che pare pronta a offrire 39 miliardi di dollari).
E cambia Instagram, che da oggi permetterà di creare post anche sul web, permettendo di fare a meno dell'app mobile: con la pandemia sempre più utenti hanno messo da parte lo smartphone e sono tornati al computer, così anche il social network delle immagini e dei video si adegua.
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