1. ALTRO CHE ART.18 CHE LORO SIGNORI VOGLIONO ABOLIRE PER I DIPENDENTI-PEZZENTI! 2. PER I SUPERMANAGER E I LORO DIRETTORI DI RIFERIMENTO VALE SOPRATTUTTO L’ARTICOLO QUINTO (BY CUCCIA): CHI HA SOLDI (E POTERE DI RICATTO) IN MANO HA SEMPRE VINTO 3. DA PROFUMO (UNICREDIT) A GUERRA (LUXOTTICA); DA PASSERA (BANCA INTESA) A PERRICONE (RCS), PER SCHIODARE DALLE LORO POLTRONE DI LUSSO I GRAN CAPI AZIENDALI CHE SPESSO HANNO PORTATO LE IMPRESE SULL’ORLO DEL FALLIMENTO, I PADRONI-AZIONISTI HANNO DOVUTO SVUOTARE QUEL CHE RESTAVA NELLE CASSE IN BONUS, LIQUIDAZIONI, STOCK OPTION E GRATIFICHE FASULLE DI NON CONCORRENZIALITÀ 4. ECCO COSA INSEGNANO GLI ULTIMI “CASI” DI FLEBUCCIO DE BORTOLI E LUCHINO MONTEZEMOLO CHE L’AD FIAT HA DECISO DI LICENZIARE DAL CORRIERE E DALLA FERRARI

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DAGOREPORT

Montezemolo Montezemolo

 

Eccoli là i signorotti dei Poteri marci (o marciti) e i loro direttori di riferimento ad invocare a piè sospinto l’abolizione dell’art.18 (ribattezzato eufemisticamente Jobs Act) per licenziare senza ragione i propri dipendenti-pezzenti, ma quando si tratta dei supermanager con stipendi ultra-milionari ad invocare la “giusta causa” – oibò - sono proprio i vari (e avariati) Luchino Montezemolo e Flebuccio de Bortoli.

 

FERRUCCIO DE BORTOLI FERRUCCIO DE BORTOLI

Già, “licenziare i padroni” evocato polemicamente (e paradossalmente) a suo tempo nel titolo di un saggio scritto dall’ex editorialista del Corriere e oggi senatore Pd, Massimo Mucchetti, non appare un’impresa facile per gli azionisti della Fiat che fu degli Agnelli. E non soltanto per i torinesi d’America.

 

alessandro profumoalessandro profumo

Per schiodare dalle loro poltrone di lusso i gran capi aziendali che spesso hanno portato le imprese affidategli sull’orlo del fallimento, i padroni-azionisti hanno dovuto svuotare quel che restava nelle casse in bonus, liquidazioni, stock option e gratifiche fasulle di non concorrenzialità.

 

GUERRA img GUERRA img

Da Alessandro Profumo (UniCredit) ad Andrea Guerra (Luxotica); da Corrado Passera (Banca Intesa) ad Antonello Perricone (Rcs), che dopo il crac in via Solferino è stato subito sistemato dal suo sodale Montezemolo alla presidenza dei treni Italo (Ntv), ora a rischio default.

 

Eppure stiamo parlando di manager-resistenziali cui non si applica quell’art.18 dello Statuto dei lavoratori tanto inviso a politici, Confindustria e giuslavoristi che ne reclamano la cassazione. Prendiamo il “caso” di Flebuccio de Bortoli, da mesi asserragliato nelle stanze del Corrierone e intenzionato a restarci fino alla prossima primavera dopo aver concordato l’uscita milionaria con i vertici (divisi e invisi) dell’Rcs.

Corrado Passera Corrado Passera ANTONELLO PERRICONE AD RCS ANTONELLO PERRICONE AD RCS

 

Tra le figure licenziabili previste dal contratto nazionale di lavoro giornalistico c’è, appunto, quella del direttore e dei suoi vice. Eppure Flebuccio resta incollato alla propria poltrona (si annuncia un suo nuovo piano editoriale appena sottoposto all’assemblea dei giornalisti) e ha potuto negoziare con gli avvocati della Fiat (primo azionista del gruppo) la sua liquidazione milionaria alla faccia di ogni normativa in vigore per questa categoria.

 

Per De Bortoli e Luchino Montezemolo, insomma, vale l’articolo quinto: chi ha i soldi in tasca (e potere di ricatto) in mano ha sempre vinto. Un comma ben più potente dell’odioso art.18.