DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
PIERSILVIO BERLUSCONI BOLLORE'
La partecipazione di Vivendi in Tim deve essere qualificata come una partecipazione di controllo di fatto ai sensi dell'art. 2359 del codice civile e dell'art. 93 del TUF, oltre che della disciplina in materia di operazioni con parti correlate. È la conclusione, si legge in una nota, a cui è giunta la Consob sui rapporti che intercorrono tra Vivendi e Tim.
Intanto l'Autorità di garanzia nelle comunicazioni (Agcom) ha preso atto del piano presentato dal gruppo francese per ottemperare alla delibera dell'authority stessa che impone al gruppo francese di scendere nelle quote possedute in Mediaset o in Tim. L'Autorità, secondo quanto riferiscono delle fonti, si riserva di valutare il piano. Vivendi ha l'obbligo di ottemperare alla delibera entro aprile prossimo. Oggi il consiglio dell'Agcom ha preso atto del piano che a breve sarà reso pubblico.
GIUSEPPE RECCHI - ARNAUD DE PUYFONTAINE - FLAVIO CATTANEO
Vivendi ha proposto di congelare in un veicolo (un vero 'blind trust' o una fiduciaria) i due terzi (cioè circa il 20%) della quota acquistata in Mediaset. Il piano del gruppo francese serve per ottemperare alla delibera dell'Agcom che vieta ai francesi la contemporanea presenza al 23,9% in Tim e a quasi il 30% in Mediaset. L'idea, alla quale hanno lavorato per tutta l'estate i legali del gruppo francese in contatto con gli uffici dell'Agcom, è quella di creare un veicolo al quale conferire la quota nel Biscione eccedente il 9,9% (quindi circa il 20%).
La doppia posizione azionaria dei francesi è in contrasto con la normativa italiana, che vieta la detenzione di partecipazioni incrociate particolarmente rilevanti in società tlc e media. Il rischio per Vivendi è una multa compresa fra il 2% e il 5% del fatturato, ovvero un importo massimo di circa 540 milioni.
E tutto si intreccia con il dossier Tim su cui è al lavoro a Palazzo Chigi il Comitato tecnico istituito per determinare se Vivendi aveva o meno l'obbligo di informare il governo italiano sull'esercizio di un'attività di direzione e coordinamento su Tim. Il termine dell'istruttoria, inizialmente fissato al 19 settembre, è slittato al 25, anche perché il comitato, coordinandosi con l'Agcom, starebbe approfondendo se anche la rete, o sue parti, possano essere considerate, al pari di Sparkle, un asset di interesse nazionale che giustifica l'esercizio del 'golden power'.
Un orientamento su cui starebbe convergendo l'authority per le comunicazioni. È infine in stadio avanzato il lavoro per la costituzione della joint venture con Canal+ per i contenuti media: Tim, che avrà la maggioranza, ha istruito l'operazione, che deve però ancora passare dal comitato interno controlli e rischi.
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