DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA…
Gianluca Paolucci per “la Stampa”
L'idea di una stagione di fusioni bancarie alle porte galvanizza la Borsa, che ieri ha premiato i titoli bancari in una seduta euforica che ha visto Piazza Affari in testa ai rialzi delle borse continentali.
VENOSTA PEDRANZINI POPOLARE DI SONDRIO
Certo, c' è il record del Dow Jones per la prima volta sopra i 30 mila punti e l' attesa di nuovi interventi delle banche centrali. Ma almeno una parte del merito degli acquisti visti ieri sui titoli bancari italiani - molti dall' estero, spiega un operatore - va all'«incentivo» del governo: la norma sulla trasformazione delle Dta (attività fiscali differite) in crediti d' imposta che garantisce un premio alle operazioni di aggregazione.
Il mercato, alla ricerca di opportunità, scommette sulla Popolare di Sondrio, che ieri ha chiuso in rialzo del 12%, tornando ai livelli pre-pandemia di febbraio scorso. L' ipotesi circolata ieri nelle sale operative è quella di un matrimonio a tre con Bper e Bpm per la popolare valtellinese. Ipotesi ancora remota, dato che i contatti tra Bpm e la banca emiliana sono appena oltre le dichiarazioni di Cimbri (numero uno di Unipol, primo socio di Bper) e di Castagna (amministratore delegato di Banco Bpm).
BPER BANCA POPOLARE DELL EMILIA ROMAGNA
Di certo Sondrio, che porterebbe in dote in un' eventuale fusione oltre 900 milioni di asset fiscali trasformabili in crediti d' imposta, è una delle prede favorite nel gioco a incastro delle aggregazioni. Creval intanto, dopo l' annuncio dell' opa di Credit Agricole, sale ancora di un 1,64% posizionandosi ben sopra l' offerta del gruppo francese.
Gran parte del gioco ruota comunque intorno a Monte dei Paschi. Dove resta ancora l' incertezza sul futuro tra cessione - magari a Unicredit, +5% ieri -, fusione - con Carige e Bari, come auspicato ieri dal numero uno della Fabi Lando Sileoni - o restare com' è per altri due anni, in una sorta di limbo a controllo pubblico in attesa di tempi migliori. L' unica certezza è che il Mef vuol chiudere in tempi brevi, entro il primo trimestre del 2021. A ieri, nonostante le mosse del Tesoro, Unicredit sarebbe ancora ferma sulle sue posizioni.
C' è ancora sul tavolo l' ipotesi di Mps stand-alone. Ma in questo caso va ricapitalizzata in fretta, a carico del Mef. Ipotesi che rischia di costare ancora più cara, nel medio periodo, ai contribuenti.
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