DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”
Il dolce impero di Alba ha staccato una cedola di 800 milioni a vantaggio dei soci, ovvero la famiglia Ferrero. La “sorpresa”è arrivata in anticipo sulle uova di Pasqua: è del 28 febbraio scorso l’assemblea della Ferrero International Sa, la holding lussemburghese capofila del gruppo, che ha deciso di assegnare ai famigliari di Michele, cioè la signora Franca, il figlio Michele e glieredi del compianto fratello Pietro l’intero l’utile netto dell’esercizio 2016/17 pari a 546,3 milioni (quasi il doppio rispetto ai 280,6 milioni dell’anno precedente) prelevando per giunta altri 253,7 milioni dalle riserve, più o meno un terzo degli utili accantonati negli anni scorsi (773,4 milioni).
michele franca e giovanni ferrero
Un vero e proprio tesoro costruito sul successo mondiale della Nutella e degli altri colpi di genio del signor Michele, dai Rocher a Kinder Sorpresa, Kinder Bueno e ai Tic Tac, una fila di successi che hanno garantito alla Ferrero il primo posto tra le aziende italiane (al 18esimo nel ranking mondiale assoluto) nella classifica del Reputation Institute.
In cifre un fatturato che ha superato nell’ultimo esercizio il traguardo dei dieci miliardi (per l’esattezza 10,5) . Un gigante in buona salute, in cui passa quasi inosservata la quota dello 0,5% posseduta in Mediobanca, che dà lavoro a 34.543 dipendenti, in aumento rispetto ai 32.990 al 31 agosto 2016, in attesa di alzare la bandiera del gruppo sui marchi americane di cioccolato acquistati da Nestlè per 2,8 miliardi di dollari.
Entro poche settimane,infatti, dovrebbero arrivarele ultime autorizzazioni degli organi competenti Usa. Ma di sicuro l’impresa americana non diminuirà l'impegno suimercati già presidiati, dall’Europa all’Asia in forte ascesa. Nel corso dell’esercizio il gruppo ha effettuato investimenti per 744 milioni (in crescita rispetto ai ai 631 precedenti). Ma non mancano piccoli tocchi di amaro nella bottega più dolce del capitalismo di casa nostra.
L’ultimo esercizio, si legge nella nota d'accompagnamento al bilancio, ha dovuto fare i conti con «le incertezze globali e le sfide del settore e delle tendenze», a partire dagli strali lanciati contro l’olio di palma e le false notizie diffuse in Francia (il primo Paese al mondo per consumo di Nutella) in merito a una presunta diffusione di salmonella, una voce maligna affrontata con rapidità e massima efficienza dal gruppo che ha contenuto al minimo i danni, dimostrando ancora una volta un’organizzazione eccellente, come si compete ad un gruppo leader in Europa che sta per diventareilnumero tre sulmercato Usa.
A livello consolidato il gruppo ha registrato un arretramento: 657 milioni di utile netto contro i 793 dell’anno prima con un ebitda in lieve calo (a 1,5 miliari da 1,6) e un margine pari al 14,2%, un punto in meno del dato precedente mentre l’ebit è risultato stabile a 1,1miliardi (con unmargine del 10,7%).Aincidere sul risultato sono state, oltre all'aumento delle materie prime (+1,6%)e delpersonale (+4,8%), soprattutto le tasse passate dai 210 milioni del 2015-16 a 321 milioni.
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