DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
1. POSTE USA, STOP A PACCHI DA CINA E HONG KONG
(ANSA-AFP) - Il servizio postale degli Stati Uniti (Usps) ha annunciato che non accetterà più pacchi "temporaneamente" e "fino a nuovo avviso" dalla Cina e da Hong Kong, poiché è iniziata la guerra sui diritti doganali tra Washington e Pechino. E' quanto si legge in uno stringato comunicato dell'Usps in cui si aggiunge che "il flusso di lettere e posta piatta non sarà influenzato". Le azioni delle società cinesi di e-commerce sono crollate in seguito a questo annuncio.
Il cambiamento è maturato dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato i nuovi dazi al 10% su tutti i beni made in China importati, prendendo di mira anche una popolare scappatoia commerciale, chiamata 'de minimis': i popolari colossi mandarini dell'e-commerce, come Temu (controllata da Pdd Holdings) e Shein, ne hanno fatto ampio affidamento per aggirare le tariffe e tenere bassi i prezzi.
Una disposizione negli ordini esecutivi sulle tariffe disposti dal tycoon ha infatti eliminato il cavillo che consentiva agli esportatori di spedire pacchi di valore sotto gli 800 dollari negli Stati Uniti con un regime di esenzione doganale. L'annuncio delle Poste Usa, che rimarrà in vigore "fino a nuovo avviso" in base a una breve nota online, non interessa le lettere e le buste di grandi dimensioni -denominate 'flat' - spedite dalla Cina e da Hong Kong.
2. CINA A TRUMP, 'C'È BISOGNO DI DIALOGO NON DI DAZI'
DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI
(ANSA) - "Quello di cui abbiamo bisogno ora non sono i dazi unilaterali aggiuntivi, ma il dialogo e la consultazione". E' il commento del portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian, in merito alle affermazioni del presidente Usa Donald Trump che ieri sera ha detto di "non avere fretta" nell'avere un colloquio con l'omologo Xi Jinping.
Lin ha criticato le tariffe americane al 10% entrate in vigore su tutto l'export made in China verso gli Usa, notando che "la mossa "minaccia la catena di approvvigionamento con pressioni che non portano da alcuna parte". Per questo, Washington "deve correggere i fatti sbagliati".
3. LA CINA RISPONDE A TRUMP: NUOVI DAZI SU ENERGIA E AUTO USA
Estratto dell’articolo di Rita Fatiguso per “Il Sole 24 Ore”
I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Sembra un videogioco in cui vince chi la spara più lunga e fa più vittime. Pechino rinfodera apparentemente la richiesta di «dialogo franco» e di «correzione degli errori» dopo i dazi Usa già in vigore al 10% sui prodotti cinesi per raggiungere un accordo sulla falsariga di quello del 2020 rimasto sulla carta (impegnava la Cina ad acquistare beni e servizi per 200 miliardi dollari).
Per tutta risposta ieri la Cina ha sganciato un siluro in direzione Donald Trump con dazi al 15% su carbone e gas naturale liquefatto americano, più un’ulteriore tariffa del 10% su petrolio, attrezzature agricole e certi tipi di automobili. Le misure che – stando alle dichiarazioni ufficiali - servono a contrastare i piani americani entreranno in vigore dal prossimo 10 febbraio.
donald trump xi jinping mar a lago
In più Pechino si appella all’Organizzazione mondiale del commercio accusando le azioni unilaterali americane di avere «natura dolosa». Organizzazione a sua volta messa fuori uso da Trump nella sua prima fase presidenziale e c’è da temere un bis visto l’andazzo sull’Organizzazione mondiale della sanità dalla quale gli Usa sono appena usciti, accanto all’Accordo di Parigi sul clima.
Pechino torna a bomba sui servizi di ricerca di Google già bloccati in Cina dal 2010, avviando una indagine sulla multinazionale per aver violato le leggi anti-monopolio cinesi aperta presso la State Administration for Market Regulation, in pratica l’Antitrust di Pechino che avrebbe agito «in conformità con le normative». Mossa ancora poco chiara visto che questi servizi hanno un ruolo puramente residuale.
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guerra commerciale stati uniti cina
Molto grave anche la mossa legata alla legge sulla sicurezza nazionale che colpisce l’export generalizzato - non solo verso gli Usa - di tungsteno, tellurio e molibdeno, molto usati nelle infrastrutture e nella produzione di apparecchiature elettroniche. Questa legge è recente e Pechino l’ha utilizzata davvero poco, il fatto che abbia nuovamente attinto alle potenzialità sul fronte delle terre rare, sostanzialmente, costituisce un precedente poco rassicurante.
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Trump ha accusato la Cina di non aver fatto abbastanza per frenare il flusso dell’oppioide fentanyl e dei suoi precursori negli Stati Uniti, all’origine della morte di 100mila americani ogni anno. Pechino aveva rilanciato la proposta di Trump di dividersi il controllo di Tik Tok negli Stati Uniti.
Si prevede dunque che Trump parlerà con Xi Jinping nei prossimi giorni, alimentando le attese nei mercati che i due leader riusciranno a trovare un accordo per rimuovere i dazi. Oggi riaprono le Borse cinesi in letargo per il Capodanno e si conteranno i primi morti e feriti sul campo.
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