DESCALZI MANI DI FORBICE - IL NEO AD DELL'ENI PARTE CON DRASTICI TAGLI DEI COSTI - OBIETTIVO: RISPARMIARE FINO A 1 MILIARDO IN DUE ANNI - E PARTE LA RIVOLUZIONE DELL'ORGANIGRAMMA DI VERTICE

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Fabio Tamburini per ‘Il Corriere della Sera'

Interventi drastici di taglio dei costi con l'obiettivo di risparmiare fino a 1 miliardo in un paio d'anni, semplificazione della struttura organizzativa al vertice del gruppo accorpando la corporate con le tre divisioni generali, revisione più rapida possibile dei contratti di approvvigionamento del gas, concentrazione nelle attività petrolifere che rappresentano il core business aziendale.

Sono queste le priorità del piano a cui sta lavorando Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni. Le prime riflessioni sono in via di affinamento e definizione. Il passaggio successivo, in tempi brevi, sarà la presentazione delle iniziative da prendere al consiglio di amministrazione.

La spending review di casa Eni nasce dalla constatazione che la grande crisi ha reso la società un po' meno ricca di prima e che è meglio intervenire subito prima di diventare poveri, segnando con forza una discontinuità di cultura aziendale. In effetti sia il bilancio 2013 sia la prima trimestrale 2014 hanno chiuso con risultati apprezzabili soltanto grazie all'apporto dei profitti delle attività tradizionali nell'oil e nel gas che, tra l'altro, facevano capo a Descalzi. Tutto il resto, dalla raffinazione alla chimica, è fonte di perdite importanti. In più le notizie in arrivo dalla Libia, e anche la debolezza della domanda europea, destano preoccupazione.

Ecco perché i segnali dati da Descalzi alla prima fila del management sono perentori: tagliare, tagliare, tagliare. I timori sono per la tenuta dei prezzi del petrolio in quanto, se la quotazione dovesse scendere, la profittabilità della parte oil ne risentirebbe limitando i profitti che attualmente compensano le perdite degli altri settori. Gli interventi in arrivo verranno fatti garantendo l'occupazione e non toccheranno gli investimenti che generano redditività certa, né quelli per sicurezza sul lavoro e compatibilità ambientale. L'obiettivo è una dieta salutare, nell'intento dichiarato di creare una cultura aziendale ancora più attenta ai costi.

La ristrutturazione dell'organigramma di vertice prevede l'eliminazione di un livello organizzativo accorpando la corporate con le tre divisioni generali e con la chimica di Versalis. Ciò significa che la Exploration & production (per la ricerca e produzione di idrocarburi), la Downstream gas & power (vendita di gas) e Refining & marketing (raffinazione e vendita di prodotti petroliferi al dettaglio) andranno a sparire come realtà separate, assorbendo anche una quarta direzione (creata più recentemente), la Midstream (che rinegozia i contratti del gas). Questo permetterà di creare una sola entità al vertice del gruppo, eliminando doppioni e funzioni che attualmente si sovrappongono.

La Exploration & production sarà sempre più centrale mantenendo il livello degli investimenti previsti, forse con qualche slittamento. Per il resto la volontà è di procedere a ristrutturazioni importanti con un occhio di riguardo alla salvaguardia delle attività più legate all'oil & gas, come la raffinazione, mentre la chimica tenderà a ridursi, puntando su nuove produzioni nella chimica verde.

Ci sarà una forte accelerazione delle rinegoziazioni dei contratti di acquisto del gas. Tutte iniziative che serviranno a evitare sorprese nei conti del semestre e dell'anno dopo una trimestrale che, assente Paolo Scaroni per ragioni di opportunità in quanto si sapeva della mancata conferma, è stata presentata da Descalzi in consiglio di amministrazione come da programma (e approvata).

 

 

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