FRESH-CACCE DA SIENA - PER SALVARE LA FONDAZIONE MPS UNA SOLUZIONE SEMBRA SEMPRE PIÙ PROBABILE: SMEMBRARE LA BANCA E CEDERE GLI SPORTELLI NELLE REGIONI "NON ROSSE" - IL RICORSO AI "CAVALIERI BIANCHI" È ESCLUSO: INVESTIRE IN MONTEPACCHI SAREBBE DA PAZZI - UNO STUDIO A SETTEMBRE 2012 SUGGERIVA LA SCISSIONE E LA CESSIONE DELLA "BANCA DELLE REGIONI" PER AUMENTARE IL CONTROLLO SULLA "NUOVA MPS"...

Nicola Borzi per "Plus24 - Il Sole 24 Ore"

Nessuna nazionalizzazione, sgradita a tutti, dal presidente Profumo all'Ad Viola sino alla Fondazione di palazzo Sansedoni (anche se il sostegno pubblico è testimoniato nei fatti da 3,9 miliardi di Tremonti/Monti bond). Difficile anche pensare a "cavalieri bianchi": chi impegnerebbe risorse in Mps, senza contare nella governance, con la sola speranza di un buon ritorno sull'investimento nel lungo periodo? Come fronteggiare, dunque, le difficoltà della banca senza perdere la "senesità"? Il quesito tiene banco da tempo a Piazza del Campo e dintorni. Lo testimonia uno studio datato fine settembre 2012, in possesso di Plus24.

Secondo questa ipotesi, l'attuale Banca Mps verrebbe scissa: da un lato la "nuova Mps", dall'altro un soggetto ribattezzato "Banca delle Regioni". La prima, in questo scenario, tornerebbe alla presenza storica in Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Lazio e Sardegna con 1.030 sportelli (di cui 88 avanzati) e circa 10mila addetti. Alla seconda andrebbero gli altri 2mila sportelli e i restanti 20mila bancari.

Fondazione Mps potrebbe poi cedere la "Banca delle Regioni" e il patrimonio a questa conferito, traendone le risorse per acquistare altre azioni della "nuova Mps", oltre a liquidità sufficiente a fronteggiare l'esposizione finanziaria verso il pool dei creditori e a liquidare i Total rate of return (Tror) swap stipulati con controparti creditizie all'emissione dei titoli Fresh 2003 e 2008. Secondo lo studio, la liquidità sarebbe necessaria alla Fondazione anche per reimpostare la sua attività istituzionale per i prossimi due/tre anni, il tempo che servirebbe alla "nuova Mps" a completare il percorso di ritorno all'utile.

A fine operazione, Palazzo Sansedoni risalirebbe al 50% della banca "storica" e delle partecipate Capital Services e Consumit. L'operazione andrebbe però verificata in base ai dati patrimoniali, reddituali e alla sostenibilità di business e rete, anche in termini di dipendenti, e dovrebbe ricevere, oltre al via libera della Fondazione (dunque della politica), anche i nulla osta delle Autorità di vigilanza, alla luce delle vicende giudiziarie. Last but not least, dovrebbe piacere al mercato, perché qualcuno dovrebbe pur acquistare le azioni della "Banca delle Regioni". Forse più di un'ipotesi.

 

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