TANTE GRANE PER GRANATA - IL NUOVO DG DELLA FONDAZIONE MPS DOVRÀ TENTARE DI RICUCIRE LO STRAPPO CON PROFUMO E VIOLA (PRIMA CHE SI DIMETTANO) E RIMETTERE IN PIEDI L'AUMENTO DI CAPITALE PER MAGGIO

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Sara Bennewitz per "la Repubblica"

Comincia di corsa l'anno di Mps, la cui Fondazione si è riunita anche nel giorno di San Silvestro per nominare il nuovo direttore generale. Per il posto occupato da Claudio Pieri, vacante da due mesi, l'ente senese ha scelto Enrico Granata, professore e avvocato romano ed ex dirigente dell'Imi e dell'Abi.

Fino al 2012 Granata era il segretario generale della Federazione delle banche, delle assicurazioni e della finanza (Febaf) e prima di allora è stato direttore centrale e responsabile dell'area normativa dell'Abi (1994-2011). All'associazione bancaria l'esperto di diritto era arrivato dopo un ventennio ai vertici dell'area consulenza di Imi, da cui Granata aveva preso un'aspettativa per ricoprire un ruolo istituzionale presso il ministero dell'Economia e delle finanze, quale dirigente generale con funzione di consigliere dei ministri Guido Carli e Piero Barucci.

La nomina di Granata arriva in una fase cruciale per la Fondazione, che oltre a dover dialogare con le istituzioni deve trovare un acquirente per tutta o parte della quota in Mps per ripianare i 340 milioni di esposizione che ha con le banche. In proposito resta viva l'ipotesi di una cessione di parte della quota della Fondazione nella banca senese a un gruppo di fondazioni capitanate da Cariplo. Granata insieme al presidente Antonella Mansi dovrà trovare una difficile quadratura del cerchio, in vista dell'aumento di capitale che è stato rimandato a maggio e in attesa di capire se l'attuale management continuerà a guidare la banca.

Il presidente Alessandro Profumo e l'amministratore delegato Fabrizio Viola, dopo l'assemblea di sabato scorso in cui si è consumato lo strappo con la Fondazione, si sono presi una pausa per prendere una decisione a mente fredda. Ma i tempi stringono, perché anche se l'aumento da 3 miliardi è stato rinviato di qualche mese, la situazione
patrimoniale e finanziaria dell'Mps resta grave e per scongiurare una nazionalizzazione bisognerà agire in fretta.

Anche per questo il mercato si aspetta che i vertici di Mps sciolgano le riserve entro il prossimo cda, che dovrebbe essere convocato subito dopo le feste e probabilmente il 9 gennaio. Il presidente Mansi aveva invitato Profumo e Viola a rimanere, precisando che la scelta della Fondazione di procrastinare l'aumento non doveva essere vista come un segnale di sfiducia nei confronti di questo management.

Resta da capire se Profumo e Viola sono disponibili a restare nonostante lo strappo con la Fondazione. E in proposito tutte le diplomazie sarebbero già al lavoro. Dopo l'invito della Fondazione Mps e di altri enti locali, anche il presidente della regione Toscana Enrico Rossi e il presidente dell'Abi Antonio Patuelli hanno chiesto ai vertici di restare facendo appello al senso di responsabilità.

Il segretario della Uilca Massimo Masi ha invece attaccato la Fondazione perché «di fronte a una situazione estremamente grave in troppi stanno pensando solo a interessi particolaristici e di nessuna lungimiranza». Ma in difesa di Viola e Profumo si sarebbe mosso anche il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che eserciterà tutta la sua moral suasion affinché si trovi una soluzione anche per la Fondazione, fermo restando che l'obiettivo principale del Tesoro è recuperare 4 miliardi di aiuti di stato.

 

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