
DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN…
Andrea Pasqualetto per il Corriere della Sera
C'è Nat Rothschild, il quarantunenne erede della potentissima famiglia di banchieri, che nel 2012 ha visto forse svanire un sogno: diventare l'uomo più ricco del pianeta. La causa? Il crollo borsistico del suo variegato impero che spazia dalla Bumi, il colosso internazionale del carbone precipitato nel listino del 70%, alla Volex, il gruppo leader nel settore dell'energia elettrica (dove Rothschild è grande investitore) che ha subito una caduta del 75%, fino alla società petrolifera Genel, controllata dalla famiglia, in flessione del 6% sul mercato azionario.
Per il quotidiano inglese Guardian non ci sono dubbi: Rothschild è fra i dieci uomini d'affari che nel 2012 hanno perso di più sulle piazze finanziarie. Con lui Carlos Slim, il magnate messicano delle telecomunicazioni che continua comunque a occupare il trono di Paperone mondiale con un patrimonio stimato di circa 70 miliardi di dollari.
L'imprenditore controlla America Movil, affermato operatore d'Oltreoceano, che ha tentato l'avventura europea con l'acquisizione di importanti quote di Kpn Holland e Telekom Austria. Investimenti flop. Dopo un anno i due pacchetti si sono svalutati di circa 2 miliardi di euro. Il che non significa che Slim dovrà chiedere un sussidio per sopravvivere ma, insomma, un po' meno ricco lo sarà , anche se non sembra ancora in discussione il primato di uomo più ricco del mondo.
Fra i «perdenti» pure Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook. Con un patrimonio azionario di 19 miliardi di dollari, è il Re Mida dei giovani imprenditori. Ma il 2012 è stato il suo anno nero. Dopo aver assistito alla vertiginosa salita borsistica del social, ha dovuto infatti fare i conti con la prima vistosa discesa. La conseguenza è stata una forte erosione del capitale, circa 5 milioni di dollari.
Come mai? Semplice: il mercato ha giudicato sovrastimati del 28% i titoli della creatura web. «Ci siamo quotati per i nostri investitori - gongolava Zuckerberg nei giorni della quotazione -. Abbiamo lavorato duro perché i titoli avessero un certo valore». Ma il mercato non ha abboccato allo stimolo.
Fra gli uomini di finanza in declino patrimoniale spunta il nome dell'ex banchiere della Barclays, Roger Jenkins. Lo scorso anno la sua ricchezza era stimata intorno ai 300 milioni di sterline. A maggio il costosissimo imprevisto: divorzio dalla bella moglie bosniaca Diana. Un addio che gli avrebbe quasi dimezzato la fortuna. Per Jenkins, dunque, un tracollo.
Per Diana, invece, il colpo della vita: arrivata a Londra nel 2003 senza un penny è oggi fra le giovani donne più facoltose d'Europa. Sale lei e salgono altri «piccoli» che, in barba ai grandi della finanza, hanno osato rischiare cavalcando la crisi. Come l'americano Daniel Loeb, capace di scommettere sulla Grecia, cioè sulla tenuta di Atene nella moneta unica. Risultato: 500 milioni di dollari guadagnati in meno di sei mesi e l'inchino dei miliardari della Terra.
DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN…
FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA,…
DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E'…
DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA…
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA…