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Gianluca Paolucci per "La Stampa"
Gaetano Caputi, attuale direttore generale della Consob, si è dimesso dall’incarico con effetto dal prossimo 12 gennaio. Non sono note i motivi ufficiali della decisione, anticipata da Glistatigenerali.com, che però viene ufficiosamente ricondotta a «ragioni personali». La nomina di Caputi in Consob era stata fortemente voluta dal presidente Giuseppe Vegas, che aveva nominato Caputi, in precedenza dirigente del ministero dell’Economia, prima segretario generale nell’aprile del 2011 e poi direttore generale nel settembre successivo. All’epoca la nomina causò alcune polemiche per la scelta di un esterno e l’esclusione di candidature interne, come previsto dal regolamento della Commissione.
Caputi, 50 anni, ha alle spalle una solida carriera da grand commis di Stato. Prima di essere capo dell’ufficio legislativo dell’Economia durante l’ultimo governo Berlusconi - con Giulio Tremonti ministro e lo stesso Vegas viceministro - era stato nello stesso ruolo al ministero delle Infrastrutture guidato da Antonio Di Pietro. Dal 2002 al 2005 fa parte della Commissione di Appello Federale presso la Figc e dal 2005 al 2009 è stato membro della Camera di conciliazione ed arbitrato presso il Coni.
Per la nomina di Caputi e per altre nomine effettuate in Consob, Vegas è indagato dalla procura di Roma per abuso d’ufficio, anche se la circostanza non sarebbe da mettere in relazione con la decisione di Caputi. La nomina del successore dovrebbe arrivare in tempi brevi, spiegano fonti della Commissione. Per l’incarico circola tra gli altri il nome di Angelo Apponi, capo della divisione emittenti, finito anche lui al centro di polemiche con lo stesso Vegas per il ruolo avuto nella vicenda Fondiaria-Sai.
La decisione di Caputi potrebbe avere riflessi sul riassetto dell’Autorità di controllo dei mercati. Al vertice della Consob restano, oltre a Vegas, i due commissari Paolo Troiano e Anna Genovese. Il governo Renzi deve nominare i due commissari mancanti, ma potrebbe anche decidere di ridisegnare il ruolo dell’Autorità sul modello di quanto fatto dal governo Monti con l’Isvap, il controllore delle assicurazioni rinominato Ivass e finito sotto l’ombrello di Bankitalia.
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