E IO MI COMPRO PARIGI! - L’EMIRO DEL QATAR SI ALLARGA E LANCIA UN’OPA SULLE BANLIEUES - VIA LIBERA DI HOLLANDE ALL’INVESTIMENTO DA 100 MILIONI DI EURO DI AL THANI SUI QUARTIERI PERIFERICI (E ULTRAISLAMIZZATI) DI PARIGI E NON SOLO - L’IDEA, STOPPATA DA SARKOZY (E’ COME CEDERE UN PEZZO DI SOVRANITA’) PIACE A HOLLANDE A CACCIA DI SOLDI FRESCHI - IL FRONTE NAZIONALE ALL’ATTACCO….

Maurizio Stefanini per "Libero"

Prima il Paris Saint Germain, poi il mega albergo di 500 milioni di euro degli Champs Elysées, adesso pure le banlieues. Insomma,un po' per volta il Qatar si sta comprando tutta Parigi. "Opa sulle banlieue", titola Libération. Secondo un'informazione esclusiva del quotidiano, il ministro del Reindirizzamento produttivo Arnaud Montebourg avrebbe infine dato il via libera al progetto di un fondo con cui il ricco emirato investirebbe massicciamente sullo sviluppo dei quartieri poveri, innanzitutto della capitale, ma in prospettiva di tutta la Francia.

Il progetto in realtà era pronto da almeno un anno: lo scorso novembre una Associazione nazionale degli eletti locali per la diversità (Aneld) composta da eletti locali di origine straniera aveva lanciato un polemico appello al ricco emirato, inviando anche una delegazione di 10 persone a Doha.

Figuriamoci se dopo aver fatto incetta di aeroporti britannici, comprato quote consistenti della Porsche e i magazzini Harrods, finanziato i ribelli libici e siriani e il governo di Morsi in Egitto, investito 5,7 miliardi di euro in immobili nelle principali città europee, essersi assicurati i Mondiali di calcio e aver pure contribuito in modo decisivo ala realizzazione delle Olimpiadi di Londra, l'emiro Al-Thani si tirava indietro di fronte a questa ulteriore possibilità di allargamento della propria influenza!

Ovviamente, però, il Fronte Nazionale si era inferocito, e il progetto era rimasto sospeso in attesa che si concludesse la campagna elettorale. Né Sarkozy se l'era infatti sentita di accettare un progetto che avrebbe si ovviato agli storici problemi di povertà e disoccupazione di alcune delle zone più problematiche del Paese, ma al costo di una sorta di rinuncia alla sovranità nazionale: e per giunta a vantaggio di un sempre aggressivo potentato islamico, proprio in zone dove è crescente il malcontento di immigrati islamici che si riconoscono sempre di meno nell'ideologia del melting pot repubblicano.

Né peraltro altri candidati se l'erano sentita di esporsi. Ma il voto ormai c'è stato, Hollande ha di fronte a sé cinque anni e a questo punto dell'offerta qatarina diventa importante soprattutto l'ipotesi di una massiccia iniezione di liquidi nelle zone più problematiche del Paese: almeno 100 milioni di euro, che è il doppio rispetto ai 50 milioni inizialmente indicati. «Una flebo qatarina per le borgate» titola ancora Libération, che ricorda come dopo l'elezione Hollande abbia ricevuto gli emissari qatarini a diverse riprese e ora sia anche disposto a far entrare nel Fondo il governo francese.

S'intende: come socio minoritario. Sembra che Hollande per dare il via libera abbia anche insistito che qualche soldo vada anche a qualche «zona rurale impoverita» dove la presenza di immigrati musulmani è minima o nulla. Così, tanto per far vedere che il fondo non ha come obiettivo quell'«islamizzazione della Francia» paventata da Marine Le Pen, ma anche da molti eletti socialisti

 

HAMAD BIN KHALIFA AL THANI AL POTERE DAL CON MOGLIE MOZAH Qatar Emiro Tamim Bin Hamad Al Thani Hamad bin Khalifa Al Thani MOHAMED AL THANI, SCEICCO QATARNICOLAS SARKOZY VEDE ARRIVARE LA SCONFITTA