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1 - «LA7», MURDOCH GUARDA I CONTI. BALZO DEL 13% DI TI MEDIA PER LA STRETTA SULLA VENDITA. OFFERTE ENTRO LUNEDÃ
Federico De Rosa per "Corriere della Sera"
L'entrata (e l'uscita?) di Mediaset nella partita per la vendita di La7 infiamma Piazza Affari. Telecom Italia Media, a cui fa capo il canale televisivo, si è improvvisamente risvegliata guadagnando ieri il 13,5% dopo diverse sospensioni al rialzo, con oltre l'1,5% del capitale passato di mano. Gli operatori sembrano aver del tutto ignorato la voce che circolava in mattinata sull'esclusione del Biscione dall'accesso ai documenti della gara indetta da Telecom, e gestita dagli advisor Mediobanca e Citi, per cedere le attività televisive.
A Mediaset sarebbe stato negato l'information memorandum, il documento su cui costruire l'offerta economica. Che sarebbe stato invece inviato alla NewsCorp di Rupert Murdoch. Dopo aver manifestato interesse a fine luglio insieme agli altri pretendenti, il mogul australiano dei media starebbe valutando se presentare l'offerta economica.
Anche a Cologno non avrebbero scartato la possibilità di inviare comunque una proposta entro il 24 settembre, giorno in cui Giovanni Stella, il responsabile della direzione Television di Ti Media incaricato da Franco Bernabè di seguire il dossier, attende le prime offerte economiche non vincolanti. Il Biscione ha convocato per oggi il comitato esecutivo. A prescindere dall'information memorandum, i cui contenuti tra l'altro sono circolati tra gli addetti ai lavori, in Mediaset hanno tutti gli strumenti per costruire un'offerta per La7.
Il diniego all'information memorandum, secondo quanto si è saputo, sarebbe legato a questioni di mercato (La7 è un concorrente delle reti Mediaset) e di Antitrust. L'operatore di rete del gruppo, Elettronica industriale, possiede già quattro multiplex in digitale, uno in tecnologia Dvb-T e uno in Dvb-H. Con i tre multiplex di Telecom Italia Media supererebbe il tetto massimo dei cinque «mux» nazionali, fissato dall'Agcom e ribadito nella legge che a marzo ha annullato il beauty contest per le nuove frequenze.
Di certo l'incursione del gruppo guidato da Fedele Confalonieri ha avuto l'effetto di risvegliare l'interesse per la partita sulla tv di Telecom. Il gruppo telefonico attende per lunedì prossimo le offerte di Discovery Channel, Liberty Channel e probabilmente di Rtl. Potrebbe esserci anche Clessidra, che ha lavorato sul dossier con l'ex numero uno di Endemol, Marco Bassetti. E di 3Italia, l'azienda telefonica guidata da Vincenzo Novari. Ma gli occhi degli osservatori sono puntati soprattutto su Murdoch. Il patron di NewsCorp ha deciso di investire in Italia anche sulla tv in chiaro.
Giusto una settimana fa ha comprato l'esclusiva degli highlights dei gol di Serie A per «Cielo», il canale in digitale terrestre ospitato pure sulla piattaforma satellitare di Sky. E nei giorni scorsi ha ripreso a girare anche la voce di un possibile accordo tra Murdoch e Carlo De Benedetti, il quale con Deejay Tv ha due multiplex e il «prezioso» tasto 9 sul telecomando. Lunedì si saprà se l'interesse di NewsCorp si sarà trasformato in un'offerta. E se Mediaset andrà comunque avanti.
2 - L'INTERESSE DI MURDOCH PER «LA7» PERCHà L'ANTITRUST POTREBBE DIRE SÃ
Edoardo Segantini per "Corriere della Sera"
Ad affacciarsi alla vetrina de La7 cominciano ad arrivare i pesci grossi dell'acquario mediatico. Secondo notizie riportate dall'Ansa, la Sky di Rupert Murdoch ha presentato una manifestazione di interesse ad acquisire la terza emittente generalista italiana e ha ricevuto da Mediobanca e Citi, advisor dell'operazione per conto del venditore Telecom Italia, il via libera al cosiddetto information memorandum che era stato negato nelle ore precedenti a Mediaset. Un divieto d'accesso, quest'ultimo, che non sorprende più di tanto visto che una fusione Mediaset-La7 eliminerebbe qualsiasi concorrenza nella tivù gratuita ed è perciò probabile che sarebbe respinta da qualsiasi autorità europea e italiana.
Qualcuno potrebbe obiettare che, secondo la legge Gasparri - che prevede il sistema integrato delle comunicazioni (Sic), in base al quale un soggetto non può possedere più del 20% di un mercato in cui è compreso di tutto e di più, dalle tivù ai giornali - le posizioni di Mediaset e Sky non sono poi così lontane.
Si tratterebbe però di un'obiezione discutibile. Infatti, a parte ogni giudizio su una legge di cui sono noti gli squilibri strutturali, la logica antitrust è completamente diversa. Essa prende in considerazione non la macedonia di tutti i mercati, rispetto alla quale ogni protagonista si «diluisce», ma i singoli frutti, cioè i mercati rilevanti.
In questo caso il mercato rilevante di cui vanno calcolati equilibri e misure, affinché non ci siano strapoteri, si chiama televisione generalista.
Media-La7, chiamiamola così, segnerebbe un fatto unico in Europa: l'azzerarsi della concorrenza nella tivù che si finanzia con gli spot. Diverso sarebbe il caso di un'acquisizione da parte di Sky (intenzione peraltro smentita dall'interessata): la quale è grossa, forte e presente sì ma in un altro mercato rilevante, quello della tivù satellitare a pagamento. Potrà dispiacere ma l'Antitrust, anzi gli Antitrust, in tutti il mondo, ragionano così. Con l'obiettivo di allargare il novero dei contendenti e non di restringerlo. Com'è accaduto finora.
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