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Nicola Lillo per La Stampa
Riconoscere l' apertura del mercato dei diritti d' autore, la libertà di scelta dei professionisti e garantire la trasparenza. Sono le richieste che Sky avanza alla Siae, la società italiana che riscuote i diritti d' autore. E' la prima presa di posizione della televisione satellitare di Rupert Murdoch nei confronti della Società autori ed editori, che replica definendo quello di Sky «un comportamento inqualificabile e strumentale, mentono sapendo di mentire».
Lo scontro tra le due parti è iniziato lo scorso dicembre, a causa di una querelle sul pagamento dei diritti d' autore, in particolare per il programma «X Factor». Secondo la Siae infatti il colosso televisivo non avrebbe versato il dovuto, e da tempo. Ora però Sky decide di dire la sua con una lunga nota, sottolineando peraltro il timore che la «Siae possa ostacolare la libertà di scelta che la direttiva europea Barnier riconosce ai titolari di diritti», rimanendo legata ad un assetto monopolistico «ormai anacronistico». Il riferimento è al monopolio legale che la società esercita dal 1941 e che ora inizia a vacillare.
In Italia infatti il mercato dei diritti d' autore è aperto, ma solo a metà. La svolta è stata imposta dall' Europa, pena una procedura di infrazione, ma nel nostro paese riguarda solo le società di raccolta senza scopo di lucro e non quelle «private for profit», come la Soundreef (che tra gli altri gestisce i diritti di Fedez). Questa società è infatti costretta ad operare in Italia affidando la riscossione del copyright a Lea - Liberi editori autori -, nuova associazione non profit creata appositamente da autori e professionisti del settore musicale.
La replica della Siae, presieduta da Filippo Sugar, non si è fatta attendere: «La Siae non ha mai ostacolato l' apertura del mercato, ha sempre rispettato la legge. Chi ne paga le conseguenze ora sono gli autori e gli editori italiani, ovvero la parte più debole». E anzi, Sugar lancia una provocazione: «Chiedo a Sky Italia di pagare il diritto d' autore con le stesse tariffe che Sky Germania paga ad autori ed editori tedeschi, smettendo di discriminare in modo vergognoso autori ed editori italiani».
Secondo la Siae infatti da quando è scaduto il contratto con la tv satellitare, Sky ha usato musica, opere per la tv e film «senza corrispondere un euro alla Siae, le opere degli autori sono state usate e Sky non ha pagato». Il 29 marzo, spiegano, dopo aver rifiutato un incontro per trattare il rinnovo della licenza, Sky avrebbe deciso di versare qualche milione di euro dicendo subito però «che contestava il fatto di doverlo fare alla Siae». Insomma, secondo la società ci sarebbe da parte di Sky Italia «un tentativo strumentale per pagare meno il diritto di autore».
Dal colosso televisivo ribadiscono però che per favorire la crescita e lo sviluppo effettivo di questo comparto «è necessario che il mercato sia libero e concorrenziale e che chi investe possa contare su interlocutori aperti al mercato». Sul caso della Siae ha acceso un faro da tempo l' Antitrust per abuso di posizione dominante.
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