FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
1.PARTERRE
Da “Il Sole 24 Ore”
BPM, UN COMITATO TIRA L’ALTRO
C'è movimento in casa Bpm. Tanto che quasi non passa giorno senza che qualcuno annunci una nuova associazione in vista dell'assemblea di aprile 2015, quando, oltre al bilancio, i soci dovrebbero approvare anche la nuova governance. Dopo la recente nascita dell'associazione «Per la cooperativa Bpm» vicina al presidente del CdS Piero Giarda, ieri sono usciti allo scoperto sono alcuni nomi noti della banca milanese. Si tratta di Ruggiero Cafari Panico, Maurizio Cavallari e Eugenio Castoldi, tre consiglieri dell'ex CdS che si erano opposti al progetto di trasformazione della popolare in Spa voluto dall'ex azionista di maggioranza Andrea C. Bonomi.
Il nuovo comitato come anticipato da Radiocor prenderà il nome di «Per le banche popolari e indipendenti» e punta di fatto a mantenere la natura cooperativa di Bpm. Resta da capire quale sarà il bacino elettorale dell'eventuale lista. Molto dipenderà dagli equilibri tra i sindacati, che se in occasione della scorsa assemblea avevano appoggiato in maniera compatta Giarda, ora potrebbero presentarsi in ordine sparso. Senza escludere eventuali apparentamenti dell'ultimo minuto. (L.D.)
PACIOTTI AL CONCORDATO CON L'OMBRA CINESE
È un piano di rilancio quello che dovrebbe essere ratificato a dicembre con il via libera al concordato in continuità da parte del Tribunale di Macerata. Per la Cesare Paciotti, storica azienda delle scarpe, dopo oltre un anno di trattative per definire il piano concordatario, dovrebbe arrivare il via libera per soddisfare (in parte, si parla di una percentuale superiore al 35%) i creditori commerciali e il ceto bancario, esposti per 20 milioni. Dovrebbe partire il rilancio per lo storico brand: con un fatturato passato in pochi anni da oltre 70 milioni di euro a circa 35 milioni.
Nel piano è previsto il ritorno in pancia dei marchi, ma anche la razionalizzazione degli showroom all'estero: con il taglio delle strutture meno strategiche e il mantenimento di Parigi e Londra. Nel Cda intanto, al fianco di Cesare e Paola Paciotti, è stato cooptato il professionista Pierluigi Alviggi, che anni fa era capoazienda e che ora ha le deleghe sul concordato. Ma nel frattempo, secondo i rumors, si sarebbe fatto avanti anche un investitore cinese. (C.Fe.)
AL VIA I FUTURE SUL NIKKEI 400
Il suo debutto era atteso da molti investitori internazionali, desiderosi di un nuovo derivato potenzialmente in grado di spingere l'indice sottostante in modo più marcato rispetto alla media generale della Borsa. Da ieri l'Osaka Stock Exchange - il mercato a termine della Borsa di Tokyo - ha lanciato i contratti a termine sull'indice JPX-Nikkei 400: un indice nato all'inizio dell'anno che raggruppa società con requisiti particolari in termini di governance e di efficiente uso del capitale.
L'iniziativa offre l'opportunità di proteggersi da perdite e di moltiplicare le scommesse su questo paniere di titoli. L'unità minima di trading è stata fissata in modo relativamente basso, in modo da non tagliare fuori i piccoli investitori. L'indice è diventato piuttosto popolare, anche perché è emerso che la Banca centrale del Giappone (dal 31 ottobre scorso) lo ha scelto pubblicamente come una delle opzioni a sua disposizione per il suo programma di acquisto diretto di Etf. Inoltre anche il gigantesco Fondo pensioni pubblico giapponese (Gpif) si avvarrà sempre più di questo indice nel quadro della sua nuova strategia più aggressiva di asset allocation. (S.Car.)
LVMH SALUTA HERMÈS CON UNA MAXI-PLUSVALENZA
Bernard Arnault si è persino concesso il lusso di non partecipare all'assemblea straordinaria del gruppo Lvmh che ieri, al Carrousel du Louvre, ha approvato praticamente all'unanimità (99,96%) le risoluzioni che consentiranno, il prossimo 17 dicembre, la distribuzione agli azionisti di circa il 15% del capitale di Hermès (due azioni Hermès ogni 41 titoli Lvmh detenuti). È stato quindi il vicepresidente Pierre Godé a sancire l'ultimo atto della battaglia francese del lusso.
Che si era aperta il 23 ottobre 2010, quando Lvmh aveva annunciato a sorpresa di possedere il 14,2% della società di Faubourg Saint-Honoré, quota poi salita al 23,2 per cento. Un'operazione che Hermès ha sempre giudicato ostile e che è arrivata anche in Tribunale. «Era un'operazione finanziaria all'inizio ed è un'operazione finanziaria alla fine», ha invece detto Godé. Brillantissima, poiché si chiude con una plusvalenza monstre da 2,4 miliardi. Sempre che sia davvero finita, visto che Arnault - attraverso la sua holding personale - ha conservato l'8,5% di Hermès. (M.Mou.)
2.SUSSURRI & GRIDA
Dal "Corriere della Sera"
ANSALDOBREDA, TORNANO I CINESI CON UN NUOVO ALLEATO
(f.ta.) Sorpresa. Torna in pista la cordata cinese con Insigma group che, rimasto solo dopo il ritiro di China Cnr, ha trovato un nuovo alleato nella gara per l’AnsaldoBreda: la Xinzhu corporation, diversificata nell’industria manifatturiera e nell’engineering, quotata alla Borsa di Shenzen, una delle principali città della Cina. La richiesta a Finmeccanica, che controlla AnsaldoBreda, è di rientrare in gara con la presentazione di una offerta vincolante.
Proprio ieri Mauro Moretti, l’amministratore delegato , ha confermato che la decisione sulla vendita è prevista entro l’anno (così come il piano strategico verrà ultimato entro l’anno e presentato al consiglio intorno al 20 gennaio). Nei giorni scorsi sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte e l’unica arrivata, non vincolante, è stata quella dell’Hitachi. Il ritiro di China Cnr ha rafforzato i giapponesi che però adesso si trovano a fare i conti con una seconda cordata cinese. Hitachi, prima di formulare la proposta definitiva, ha chiesto informazioni aggiuntive. I dubbi riguardano la redditività effettiva di alcuni contratti in portafoglio.
ILVA, LA PRIMA OFFERTA DI ARCELOR-MITTAL
( f.ta) Passo avanti di ArcelorMittal che, affiancato dal gruppo Marcegaglia, ha presentato ieri al commissario dell’Ilva, Piero Gnudi, una prima offerta per l’Ilva di Taranto. Il documento va oltre la semplice manifestazione d’interesse anche se non contiene indicazioni sul prezzo. Il piano industriale conferma l’impegno al mantenimento dell’occupazione, mentre nel piano ambientale l’impegno è d’investire per rispettare gli standard europei.
Il che ridimensiona gli interventi previsti dal predecessore di Gnudi, Enrico Bondi. La novità è che la disponibilità di ArcelorMittal e Marcegaglia ha validità un mese. Intanto continuano le grandi manovre di un altro imprenditore dell’acciaio, Giovanni Arvedi, per organizzare una cordata alternativa. Si segnalano, in proposito, stretti rapporti avviati con i Riva, che restano i proprietari dell’Ilva.
MONCLER SBARCA NEGLI EMIRATI CON UNA JOINT-VENTURE
Il progetto è sulla scrivania di Andrea Tienghi, direttore per il business retail e lo sviluppo del marchio dei piumini. E’ un fascicolo intestato Moncler Middle East, nome della società che nei prossimi giorni verrà costituita in una delle aree a regime speciale di Dubai. L’obiettivo? Lo sbarco della griffe nelle principali capitali degli Emirati . Il marchio del galletto vende in Italia (23,1%), Europa (36,5%) Americhe (12%) e Asia (28,4%) ma è quasi assente nell’area medio-orientale.
Moncler Middle East, controllata al 100% dalla Industries, la subholding che gestisce il network dei 163 monomarca, diventerà l’hub per tutta l’area. Entro due-tre mesi filierà una joint venture con un partner locale, già individuato tra i maggiori retailer degli Emirati. Per la legge locale il 51% dovrà essere intestato al partner con cui è stata negoziata una lettera d’intenti, ma le regole di governance consentiranno a Moncler di guidare a tutti gli effetti la joint venture.
3.PANORAMA
Da "La Stampa"
ALITALIA NOMINA I VERTICI MONTEZEMOLO PRESIDENTE
Al via i nuovi vertici di Alitalia, che diventerà operativa il primo gennaio 2015. Oggi verranno nominati, con la conferma delle cariche già designate: Luca Cordero di Montezemolo presidente, James Hogan vice presidente e Silvano Cassano amministratore delegato. Montezemolo, che ha fatto da mediatore nei negoziati con Etihad, diventerà anche presidente di Alitalia Cai (al posto di Colaninno, che dovrebbe entrare nel cda della nuova società) che resterà come holding di controllo della nuova compagnia (con il 51%, Etihad il 49%) attraverso la Midco, la società cuscinetto.
Per definire l’assetto oggi si riuniranno le assemblee delle tre le società: le riunioni prenderanno il via alle 10 con le assemblee di Alitalia Cai, della Midco e della nuova Alitalia Sai. All’ordine del giorno le delibere per arrivare entro l’anno a perfezionare l’operazione Alitalia-Etihad e la nomina dei nuovi Cda.
[r.e.]
TELECOM GUARDA A OI MA ESCLUDE L’AUMENTO
Telecom mette in cantiere due operazioni straordinarie (Metroweb e Oi) e il mercato teme che questo richieda un aumento di capitale. L’amministratore delegato Marco Patuano prova a rassicurare: «È prematuro parlare in questo momento di interventi sul capitale. Non sono allo studio né in Italia né in Brasile» ribadisce. Intanto Mediaset, con cui Telecom sta parlando di una possibile alleanza industriale che riguarderebbe Premium, fa sapere di avere all’esame «le offerte tecnologiche di tutti gli operatori in Italia» e di non guardare in particolare a Tiscali.
Patuano per ora ha ricevuto il mandato del cda per approfondire le opzioni riguardanti una possibile integrazione Tim-Oi, come ha ufficializzato un comunicato diffuso venerdì. In Brasile a oggi «non c’è una trattativa, stiamo facendo tutte le valutazioni. Siamo sempre stati attenti e disciplinatii, prima dobbiamo finire i compiti a casa».
[r. e.]
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