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Francesco Spini per “La Stampa”
Entra nel vivo il dialogo tra Tim e Kkr: oltre alla lettera, anticipata ieri, con cui Telecom - seguendo la delibera del cda di domenica - ha richiesto informazioni al fondo riguardo al suo piano e ai dettagli finanziari sulla sua offerta che potrebbe condurre a un'Opa a 50,5 centesimi, secondo indiscrezioni, anche gli americani si appresterebbero, alimentando lo scambio epistolare, a sollecitare approfondimenti all'ex monopolista.
Questo mentre sul mercato si moltiplicano le voci sull'interessamento - a bordo campo - anche di altri fondi: non tanto su tutta Tim o solo sulla rete, quest' ultima considerata riserva di caccia di Cdp e quindi con complicazioni governative. Lo studio contemplerebbe piuttosto singole parti che costituiranno l'insieme, una volta scorporata l'infrastruttura, di ServCo, come le future società Consumer, Enterprise (i grandi clienti) e anche il Brasile. Insomma, mentre l'ad Pietro Labriola lavora al piano per la separazione, già si intravedono nuovi round all'orizzonte.
Prima però Tim deve fare i conti con il recente passato, quando era alla guida l'ex ad Luigi Gubitosi. Il collegio sindacale, nella relazione in vista dell'assemblea del 7 aprile sul bilancio 2021, spiega di aver «rilevato alcune carenze relative sia all'assetto organizzativo che alla corretta rappresentazione di alcuni fatti di gestione», segnalati al cda e al revisore «per i provvedimenti necessari in termini sia di azioni correttive che di approfondimenti investigativi».
VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE
Il cda il 17 dicembre ha avviato indagini in merito, anche per decidere il da farsi. Nel mirino finisce, ad esempio, l'accantonamento di 548 milioni per l'accordo con Dazn sul calcio. Sulla scorta delle analisi di sindaci e cda «non si prevede che il contratto possa consentire» di raggiungere il punto di pareggio del triennio e «la copertura dei costi attraverso i ricavi».
Ma non è solo un problema di numeri che non tornano. «Dalle prime analisi condotte dalla funzione Internal Audit risulterebbe una non adeguatezza dei flussi informativi verso gli organi decisori e una conseguente anomalia nei processi decisionali in sede di approvazione del progetto». Non è l'unica operazione atipica o inusuale su cui l'organo di controllo di Tim si concentra: ci sono infatti anche «contratti di vendita con consegna differita» con effetti che risalgono fin dal 2020.
Le analisi effettuate in merito «hanno comportato la rideterminazione della distribuzione temporale dei ricavi e degli acquisti di materie e servizi» con storni che hanno interessato i «primi tre trimestri dell'esercizio 2021». In entrambi i casi il collegio sindacale ha ritenuto di portare «all'attenzione del cda le carenze e le debolezze relative al processo decisionale, al monitoraggio della supply chain, e del processo di rilevazione contabile, oltre al razionale economico e all'interesse sociale dell'intera operazione».
«Carenze e debolezze», ripetono i controllori interni, che «hanno costituito altresì oggetto di comunicazione da parte del collegio sindacale alla Consob». Sotto la lente finisce anche il contratto con cui Kkr è entrato col 37,5% in FiberCop, la società in cui Tim ha messo la rete secondaria.
In questo caso «le penali a carico delle parti ed i diritti del socio di minoranza» sono «stati attenzionati dal collegio sindacale». È di pochi giorni fa, «in data 15 marzo 2022», poi, anche una denuncia da parte «degli azionisti della società» giunta ai sindaci secondo quanto prevede il codice civile: «Il collegio - si assicura - procederà agli opportuni approfondimenti». -
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