TRONCHETTI, PESTO ALLA GENOVESE - MALACALZA INCALZA: E’ GUERRIGLIA SU CAMFIN - LA LINEA TRONCHETTIANA DEL BOND CONVERTIBILE PER RIFINANZIARE 132 MILIONI DI DEBITI PASSA IN CDA MA I MALACALZA NON CI STANNO E SI ASTENGONO SUI CONTI DEI PRIMI SEI MESI - UBS AL FIANCO DI DAVIDE E VITTORIO, AI FERRI CORTI CON TRONCHETTI - SI MUOVE ANCHE LA CONSOB: NEL MIRINO IL CONSIGLIO DI META’ AGOSTO - LA VERA LOTTA E’ LA CONQUISTA PIRELLI…

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Francesco Spini per La Stampa

Camfin procede per la sua strada. E la strada ribadita ancora una volta dal cda della holding del gruppo Pirelli è quella del bond convertibile per rifinanziare debiti per 132,4 milioni. La linea proposta insomma da Marco Tronchetti Provera, in aperto scontro con il socio diventato nel giro di un'estate un socio assai scomodo: Vittorio Malacalza.

Nel cda di ieri, una riunione tutto sommato breve, durata un'ora e mezza o poco più, Vittorio e Davide Malacalza, più l'avvocato Antonio Castelli non solo hanno ribadito il loro no al bond, ma si sono pure astenuti nella votazione dei conti dei primi sei mesi, a quanto pare, lamentando l'arrivo di un documento societario senza un sufficiente anticipo.

E confermando così come il dissidio - dopo aver coinvolto anche la controllata Prelios si sia ormai trasformato in una guerriglia destinata ad arrivare fino a gennaio, la data utile per dare disdetta ai patti parasociali che legano gli azionisti. Al fianco dei Malacalza sono al lavoro legali e consulenti, tra cui risulta ancora attiva anche la banca svizzera Ubs, che già aveva sostenuto le ragioni dell'aumento di capitale voluto dai genovesi.

Ieri il consiglio, nonostante avesse già dato l'ok, «a seguito delle indiscrezioni di stampa successive al consiglio del 10 agosto» ha deciso di confermare la deliberazione con cui attribuisce al presidente Tronchetti «l'incarico di proseguire, in collaborazione con il direttore generale, nella definizione delle caratteristiche tecniche e strutturali della soluzione prescelta» - e alternativa come si è visto all'aumento di capitale - «per sottoporla all'approvazione definitiva in una successiva riunione».

Sulla questione si è mobilitata anche la Consob che ha richiesto a Camfin di spiegare quanto accaduto nel concitato consiglio di metà agosto. E la holding ha spiegato i motivi del no all'aumento («a causa della difficile congiuntura dei mercati» e per il «possibile effetto fortemente diluitivo») come alla vendita delle azioni Pirelli «per il positivo andamento e le prospettive future attese» dal gruppo che produce pneumatici.

«Profili critici» li presenterebbe, secondo la maggioranza del consiglio, anche un'operazione strutturata in equity collar. Non resta che il bond convertibile - quotato o meno - in azioni Pirelli non vincolate al patto. Nel corso della riunione, poi, sono stati licenziati i conti. Camfin ha chiuso il semestre con un utile consolidato di 38 milioni di euro, in crescita del 50% rispetto ai 25,2 milioni dello stesso periodo del 2011, e con proventi da partecipazioni in crescita a 49,3 milioni contro i 36,3 milioni del 2011.

La posizione finanziaria netta al 30 giugno è negativa per 370,9 milioni di euro contro i 390,8 milioni dello stesso periodo del 2011. A trainare i conti della holding, il suo piatto forte - il vero oggetto del contendere, in fondo, ossia Pirelli. A frenare, invece, è stata Prelios, l'ex Pirelli Re che ora Camfin si impegna a sostenere.

Il cda, spiega la nota della società, «ha manifestato il proprio favore rispetto a operazioni che perseguano la stabilità patrimoniale e finanziaria e lo sviluppo delle attività di Prelios» nonché «consentano l'accrescimento del valore della partecipazione».

A tal fine ha dato la disponibilità, a quanto pare senza il niet dei soci genovesi, «anche a prestare il proprio sostegno a soluzioni comportanti interventi di natura finanziaria ispirate alle predette finalità». Proprio su Prelios Davide Malacalza aveva votato contro la semestrale non ravvisando i requisiti della continuità aziendale, sulla cui esistenza pure cda e revisori in assenza di operazioni straordinarie esprimono «incertezze».

 

 

Marco Tronchetti Provera VITTORIO MALACALZATRONCHETTI PROVERA MALACALZA E PROFITIVittorio Malacalza che fa parte della cordata con lo Ior per acquisire il controllo dellospedale San Raffaele alla camera ardente di don Luigi Verze allospedale San Raffaele a Milano MARCO TRONCHETTI PROVERA