
DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E…
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
1. DAGONOTA
francesco caltagirone bellavista carla fendi paolo mieli
Nel mondo del lecca-lecca letterario è davvero difficile, anzi unico, assistere a una presentazione in pompa e magna di un libro e ascoltare il maggior invitato che lo fa, indossando i guantini, a fette. E’ successo ieri nel salone del quotidiano "Il Tempo", protagonista killer, Gianni Letta. Massì, proprio colui che fu il pontefice dell’attovagliamento salottista di Maria-Saura Angiolillo, colui che raccoglieva, per i lustri che ha governato e contato qualcosa il governo Berlusconi, istanze, pressioni, richieste di lavoro e di appuntamenti, raccomandazioni varie e avariate.
candida morvillo paolo mieli gianni letta
La sera Lor Signori salivano Trinità dei Monti per scodellare e intrecciare potere e relazioni, favori e affari, interessi e do ut des, una rete di rapporti che ha trasformato, nel tempo, la sala da pranzo in una stanza di compensazione del potere. E finché Dagospia non ha inviato Umberto Pizzi armato di macchina fotografica a schedare gli invitati davanti all’ingresso per pubblicare il giorno successivo sul sito un dettagliato racconto di chi era chi, nessun giornale ha mai ficcato il nasino in quelle cene. Adesso ne parlano e straparlano, ma prima tutti zitti, nemmeno un rigo per dire cosa succedeva tra Bellavista Caltagirone e Gianfranco Fini, Culatello Bersani e D'Alema, nisba.
candida morvillo bruno vespa francesco micheli gianni letta
Ecco, tornando a ieri sera, l’Eminenza Azzurrina era addirittura contraria a partecipare alla presentazione a palazzo Wedekind e quando poi, costretto dal suo nome al centro del cartoncino d’invito (e dalla moglie Maddalena), la mannaia ricoperta di velluto è scesa sul libro di Vespa-Morvillo: sono solo pettegolezzi maleodoranti, io non avrei mai voluto ricordare così Maria Angiolillo….
augusta iannini sandra carraro
Vespone ha capito al volo la stroncatura di Letta e quasi non ha mai aperto la boccuccia a cul di gallina mentre Candida Morvillo, spalleggiata dal prossimo disoccupato Paolino Mieli, ha tirato giù un pippone di mezz’ora, magari per sottolineare il fatto che gran parte del libro l’ha scritto lei e non il Neo con-fesso.
La noia della serata ha avuto un secondo tempo sul terrazzo di Vespa-Iannini in piazza Mignanelli dove si sono attovagliati i relatori Francesco Micheli, Paolo Mieli, Gianni Letta (che è pure arrivato, come ai vecchi tempi, in clamoroso ritardo), quindi gli habitué di casa Angiolillo: Francesco Bellavista Caltagirone, Paola Severino, Roberto e Vittoria Gervaso, Carla Fendi, Sandra Carraro, Carlo Rossella, Valeria Martusciello, Raffaella Leone, Cesara Buonamici, Lella Bertinotti, Giuseppe Consolo, Pippo Marra, Giancarlo Leone, Nicoletta Odescalchi, Livia Pallavicino, Tatò e Sonia Raule (l’unica a dare un brivido alla serata inciampando sul tappeto, a rischio di rompersi la bella gamba).
Unica “intrusa”, una Anna Falchi che non ha rivolto verbo a nessuno, al fianco del compagno Andrea Ruggeri, all’anagrafe nipote del Vespone.
2. POVERA MARIA!
“Ogni grand’uomo oggigiorno
ha i suoi discepoli, ed è sempre
Giuda quello che scrive la biografia”
Oscar Wilde
Irma di Polignac per Dagospia
Povera Maria!
E’ la sola esclamazione di compatimento sincero che zampilla spontanea nella mente appena (s)finita di leggere (453 pagine) quella che nelle intenzioni dei biografi “di corte” doveva essere la favola politico-mondana della vita lunga e tormentata di Maria Gerani Angiolillo.
Neppure un “nemico intelligente” (e gli autori non si dimostrano a tale altezza), per dirla con lo scrittore Emil Cioran, sarebbe riuscito mai nell’impresa, quasi impossibile, di fare a pezzi con le proprie mani il monumento che Bruno Vespa e Candida Morvillo intendevano erigere invece - spesso usando materiale scadente e di riporto -, in memoria della cara MariaSaura.
Del resto anche allo storico inglese Allan John Percivale Taylor, che firmava gli obituaries sul “Times” di Londra capitava a volte di cadere nel paradosso di ritrovarsi sulla sponda addirittura opposta rispetto a quella a cui aveva creduto di approdare.
Gli estensori de “La signora dei segreti”, edito da Rizzoli sotto la “regia” attenta del suo presidente Paolino Mieli, ahimè, non hanno però la penna felice (o feroce) per scandagliare fatti e aneddoti di cui spesso sono stati testimoni sia pure dal buco della serratura.
fulco ruffo di calabria massimiliano lenzi e concita
Oppure ne hanno avuta conoscenza (di seconda mano) facendo leva sulla memoria corta (e la vanità da mezzecalzette) degli habitué e sodali (pentiti?) della riservatezza ostentata, ma in realtà mai davvero praticata nella sua vita di cerimoniere “a tariffa” variabile, della Sora Maria di Torrazza Coste.
Del resto, per Marcel Proust, uno che di salotteria se ne intendeva, le amicizie tra la gente di salotto hanno “il marchio della rozzezza”; e i soli criteri di scelta per esservi ammessi sono “la vanità o l’interesse”.
gian luca verzelli candida morvillo
Così, dopo la morte del marito, Renato Angiolillo (16 agosto 1973), e gli anni d’oro dei “divini mondani romani” e di “marescialle e libertini” (Arbasino), Madame Mariuccia – orfana pure delle amicizie altolocate del potente e munifico direttore e senatore de “Il Tempo” (Andreotti, Saragat, Segni, Merzagora, Fanfani, La Malfa, Malagodi, Totò, Fellini…) è costretta a calarsi soltanto “nella parte” della grande dama che una volta fu.
Ruolo che interpreterà fino ai suoi ultimi giorni sul viale del tramonto.
gian marco chiocci marisela federici
E a indossare i panni dell’astuta Mediatrice&Mezzana di Affari&Amori, con ancora qualche santo politico al governo (Andreotti in primis e il delfino Gianni Letta in seconda battuta) a incoraggiare (e a proteggere) la sua attività lobbistica, che di segreto - in realtà -, aveva ben poco, a dispetto del titolo del libro rizzoliano.
Alla fine degli anni Settanta inizio Ottanta, “Villa Giulia” (affittata dall’Inps), che costeggia la Trinità dei Monti, diventa allora in una sorta di dependance di politici, grand commis di stato e affaristi accolti (o cooptati) nella loggia segreta P2 di Licio Gelli. E la riprova che alla fine ciascuno di noi contiene (o nasconde) qualità e valori morali assai diversi, fa fede il raccontino-apologo che della presunta Maria la filantropa ci regalano, a sorpresa, proprio i candidi Vespa e Morvillo (pag.267).
E’ il luglio del 1981.
Dopo un primo tentativo di suicidio e qualche duro mese di galera, accompagnato dalla moglie Clara il banchiere Roberto Calvi (crac Ambrosiano) bussa alla porticina di “Villa Giulia”…
“Era sera, piuttosto tardi. Maria scese ad accoglierlo in vestaglia”, annotano gli autori.
“Si abbracciarono. Parlarono a lungo”.
”Come stai Maria?”, le chiese lui, alla fine.
“Cosa vuoi, oberata dalle tasse, con questa casa da mantenere. Lo sa quanto costa la vita… Le esigenze sono sempre quelle, le spese aumentano. Ho anche perso dei soldi in Borsa”.
“Prima di salutarla, il banchiere di Dio le in filò qualcosa in tasca. Erano dieci milioni di lire…”
Della serie insomma, sono una donna non sono una santa… A dispetto della benedizione della curia romana e della benevolenza (pelosa) dei suoi presunti agiografi.
Dopo un lungo intermezzo seguito allo scandalo P2 e alla tempesta giudiziaria di Tangentopoli, ignari dalla lettura delle pagine del libro su come la Sora Maria abbia fatto fronte all’assillante economia domestica, il “salotto” torna a rifiorire con l’ascesa di Berlusconi a palazzo Chigi e del suo fido ciambellano, Gianni Letta.
lella bertinotti francesco caltagirone bellavista
E’ l’ex delfino di suo marito a “il Tempo” a riportare in auge “Villa Giulia” e a costringere i “milanesi” (Micheli, Tronchetti Provera, Ermolli, Stanca…) ad aggiungere, in Bellavista, i propri nomi alla “rubrica dei pranzi” che Maria Saura raccoglieva “in volumetti di marocchino rosso o lino verde con la scritta MA TABLE”. Ovviamente, sono “andate perse” quelle che annotavano gli ospiti dei pranzi ai tempi della P2 e di Mani pulite…
Candido Vespa e Candida Morvillo, però, non sanno dare una spiegazione all’arcano… Mentre dagli atti della commissione parlamentare P2 abbiamo la contabilità esatta dei soldi pagati “in nero” alla povera Maria dai soliti Calvi, Tassan Din, Rizzoli etc.
Così, nonostante le mancate e false promesse rivelatrici del titolo - era già tutto noto - il racconto a quattro mani non sembra possedere neppure quel tocco frivolo, decadente e illuminante del dannunziano e camaleontico di Andrea Sperelli. Il protagonista de Il Piacere che anche lui finirà travolto nella Roma corrotta e lussuriosa de salotti fine Ottocento.
Forse del tutto ignara, la coppia Vespa&Morvillo, che si può scrivere un libello d’autore tenendo presente dell’esistenza di “una parete sottilissima che divide una verità storica e il più bugiardo dei pettegolezzi” (Cesare Garboli).
Già, non si costruisce un “romanzo” su la povera Mariuccia Angiolillo e su “amore e potere dell’ultimo salotto d’Italia” (sottotitolo temerario del libro) vestendo i panni del maggiordomo infedele (Vespa) che non si risparmia neppure la villania tutta voyeuristica e vendicativa di rendere noto - in appendice -, l’elenco degli invitati e degli esclusi dal “Villino Giulia” negli anni della cosiddetta (e maledetta) seconda Repubblica.
marco merati foscarini e anna kanakis
I soliti “morti di fama” (ministri di scarso rango, giornalisti in cerca di una direzione qualsiasi e impresari bellimbusti che pagavano il conto delle cene) i quali devono la propria notorietà soprattutto al disgraziato sito Dagospia che li immortalava, impietoso, con l’obiettivo di Umberto Pizzi, mentre s’imbucavano trafelati nella porticina che introduceva nei saloni della Maria Saura….
Ma che facevano pure a gara, con grande dolore (questo sì autentico) della padrona di casa, a informare in anticipo l’impertinente Roberto sull’orario dei vari (e avariati) attovagliamenti.
Tant’è, che le spie sospettate d’imbeccare Roberto D’Agostino di volta in volta erano eliminate dalla lista degli invitati con il perfido meccanismo del reality tv “La Fattoria".
Ma i nomi degli informatori-traditori di Dagospia appartengono ancora ai segreti meglio conservati riguardo alla storia e ai misteri di “Villa Giulia”.
Insieme, alla data di nascita di Maria Angiolillo rivelata solo il giorno della sua scomparsa. Aveva visto la luce il 9 dicembre 1921.
carla fendi jeanne colonna maddalena letta
maurizio gasparri
serena autieri carlo rossella
stefania craxi bruno vespa
roberto gervaso e la moglie vichi
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